giovedì 4 ottobre 2012

Se a qualcuno interessa…

Se c'è ancora qualcuno che bazzica su questo blog, anche se ormai è archiviato da quasi 4 anni (come passa il tempo…), forse gli farà piacere sapere che sto seguendo le elezioni presidenziali Usa 2012 su polisblog.it
Per non perdere nessun post, salvate tra i preferiti questo link
http://www.polisblog.it/categoria/usa-2012
e venite a commentare, ovviamente.
Vi aspetto!

domenica 1 febbraio 2009

Il giramondo

Come anticipato, per chi ha seguito i commenti, dopo una breve pausa parte una nuova avventura blogghistica (si dirà così?) con Il giramondo, il blog dedicato alla politica internazionale.
Spero di ritrovarvi tutti anche nel nuovo blog. Dove? Cliccate qui sotto



Update: da oggi sono anche sulla nuova piattaforma L'essenziale

Notizie in movimento

giovedì 22 gennaio 2009

In conclusione, chi ha vinto e chi ha perso?

Questo articolo risale al 5 novembre, il giorno dopo le elezioni. Ma c'erano news più importanti da dare, e poi è diventato obsoleto, quindi non l'ho mai pubblicato.
Adesso che il blog chiude, può essere un modo per ricapitolare questa lunga avventura.
http://primarieusa2008.blogspot.com/2008/11/in-conclusione-chi-ha-vinto-e-chi-ha.html

Concludendo

E' passato un anno e due settimane dal giorno in cui questo blog ha aperto, dando conto della vittoria a sorpresa di Barack Obama nei caucus dell'Iowa. Allora sembrava sorprendente che un nero potesse vincere una primaria in uno stato a maggioranza bianca, e undici mesi dopo quello stesso afroamericano è stato eletto alla presidenza degli Stati Uniti.
Analisi sul grado di cambiamento portato da questi indimenticabili 12 mesi ne sono state fatte tante, e non è questa la sede. Qui voglio solo dire quanto sono contento di aver seguito con questo blog questi 12 mesi, e di aver fornito, per quanto possibile, un utile approdo a tutti coloro che avevano la mia stessa curiosità e che non erano soddisfatti del tipo di informazioni fornite dai media italiani, o che non potevano seguire tutte le varie fonti d'oltreoceano.
Il contatore di Shinystat ha certificato più di 22.5000 visite per un totale di oltre 35.000 pagine viste, ma è lo stesso contatore che nei giorni delle elezioni è andato in tilt perchè le visite hanno superato il limite delle 600 visite al giorno, oltre il quale il contatore gratuito si ferma. Quindi posso supporre che le visite siano state di più, ma non importa, perchè sono state comunque molto di più di quanto mi sarei aspettato a gennaio del 2008. Così come non mi sarei aspettato di scrivere quasi 600 post, nè, e scusate la presunzione, di essere il primo in Italia ad annunciare ufficialmente la vittoria di Obama (mentre sulle tv italiane cercavano di tenere alto l'audience creando una suspence che sui media americani era finita da ore).
Adesso quel percorso è arrivato a conclusione, mi sembrava giusto continuare a tenere aperto il blog fino all'insediamento per dare conto delle ricadute e delle conseguenze delle elezioni, ma ora che il 44° Presidente è insediato, è il momento di chiudere.
I ringraziamenti d'obbligo vanno a tutti i lettori, e in particolare a chi ha ravvivato la sezione dei commenti, dagli amici Antonio e Gregorio, a chi si è aggiunto strada facendo, e cito a memoria Marco, Democratico, m., peter, Daniele, i vari anonimi e altri che sicuramente sto dimenticando.
See you in 2012 (forse).

mercoledì 21 gennaio 2009

Il fotoracconto dell'insediamento


Obama e Bush a colloquio prima dell'inaugurazione. Bush ha lasciato un biglietto di auguri privato nello Studio Ovale

Fine del mandato doppiamente triste per Dick Cheney, costretto sulla sedia a rotelle da uno strappo muscolare mentre si preparava a traslocare.

Momenti di relax prima del giuramento: c'è Aretha Franklyn che canta.

Il giuramento di Biden...

...e quello di Obama...

...sulla Bibbia di Lincoln...

...davanti a 2 milioni e passa di persone.

Obama accompagna Bush a prendere l'aereo che lo porterà in Maryland e da lì in Texas.

L'aveva promesso quando i medici gli avevano dato pochi mesi di vita, ed ha mantenuto la parola: Ted Kennedy ha partecipato all'insediamento. Poco dopo però ha avuto un malore ed è stato ricoverato.

Presenti i Clinton, anche se il voto definitivo per la conferma di Hillary al Dipartimento di Stato è slittato ad oggi per l'ostruzionismo dei Repubblicani.

Il saluto con l'ex avversario.

Il ballo di gala

E il cambiamento arriva anche sul sito della Casa Bianca.

Foto: Getty e Reuters

martedì 20 gennaio 2009

Il discorso di insediamento



Sottotitoli by subsfactory

In diretta l'insediamento di Obama


Inauguration Day

E' il giorno dell'insediamento del 44° Presidente degli Stati Uniti. Circa 2 milioni di persone sono attese nelle strade di Washington, tanto da costringere la polizia a chiudere i ponti e due delle arterie principali della città.
L'evento sarà aperto da uno spettacolo musicale ad opera della Banda della Marina, seguita dal coro delle ragazze e dei ragazzi di San Francisco.
Nel frattempo, il Presidente e il vice presidente eletto e le rispettive mogli si incontreranno alla Casa Bianca e si dirigeranno assieme al Campidoglio per la cerimonia di giuramento.
Qui la Senatrice Dianne Feinstein della California pronuncerà il discorso di benvenuto, mentre il pastore episcopale Rick Warren pronuncerà l'invocazione. Alla cerimonia assisteranno tutti i membri del governo tranne uno: la tradizione vuole che, quando il Presidente e la linea di successione partecipano ad un evento pubblico, un Segretario resti in un luogo sicuro per assicurare continuità di governo in caso di attentato. In questo caso l'onore/onere spetterà al Segretario alla Difesa Robert Gates.
Sarà poi la volta di uno spettacolo musicale con esibizione di Aretha Franklyn. Successivamente il vice presidente Joe Biden presterà il giuramento davanti a John Paul Stevens, giudice associato della Corte Suprema.
Seguirà un nuovo intermezzo musicale, dopo il quale Barack Obama si insedierà ufficialmente pronunciando il giuramento davanti a John G. Roberts jr. giudice capo della Corte Suprema, e utilizzando la stessa Bibbia di Abramo Lincoln.
Il giuramento del Presidente è previsto nella Costituzione: "Giuro solennemente che svolgerò con fede i doveri di Presidente degli Stati Uniti, e che al meglio delle mie abilità preserverò, proteggerò e difenderò la Costituzione degli Stati Uniti". La frase "Che Dio mi aiuti" non è prevista dalla Costituzione ma è stata sempre pronunciata al termine del giuramento.
Subito dopo, Obama pronuncerà il discorso di insediamento, uno dei momenti più importanti e caratterizzanti dell'inaugurazione. Seguirà la benedizione e l'esecuzione dell'inno nazionale.
A seguire, il Presidente uscente Bush abbandonerà il Campidoglio scortato da un cordone militare. Con una mossa inedita, Obama accompagnerà il suo predecessore Bush ad una cerimonia di commiato, prima di partecipare al pranzo in suo onore al Campidoglio. Il menù sarà a base di piatti tipici degli stati di origine del Presidente e del vice. Dopo il pranzo, il Presidente e il suo vice guideranno la parata inaugurale lungo Pennsylvania Avenue. Una volta giunti alla Casa Bianca con le consorti e i loro ospiti, Obama e Biden osserveranno il transito del resto della parata, inclusi i reggimenti militari e la banda musicale. La giornata termina con il ballo inaugurale. In realtà, a dispetto del nome, non è mai uno solo: Clinton nel 1997 ne ebbe 14, Bush nel 2005 ne ebbe 9. Quest'anno saranno 10: quello principale, cinque regionali, uno riservato ai residenti di Washington DC, uno per i giovani, uno organizzato da Hawaii e Illinois, uno da Delaware e Pennsylvania.

lunedì 19 gennaio 2009

Il ritratto ufficiale di Obama

Ecco il ritratto ufficiale del Presidente Obama. Per la prima volta per il ritratto presidenziale è stata usata una fotocamera digitale. Per la precisione, si è trattato di una Canon EOS 5d Mark, usata dal fotografo ufficiale della Casa Bianca Pete Souza.

domenica 18 gennaio 2009

Vademecum: il Presidente degli Stati Uniti


Il Presidente degli Stati Uniti, familiarmente soprannominato POTUS, è la più alta carica politica e il comandante in capo delle forze armate.
Con i trattati di Parigi del 1783, gli USA ottennero l'indipendenza ma l'accordo non prevedeva nessun tipo di struttura governativa. Nell'impossibilità di trovare una formula stabile all'indomani della rivoluzione, e con una situazione economica e sociale molto grave, il Congresso creò una Assemblea Costituente per scrivere la nuova Costituzione e creare il nuovo sistema di governo. Il Presidente dell'Assemblea divenne quindi la più alta carica governativa pur avendo pochi poteri esecutivi, ma la Costituzione approvata nel 1788 stabilì la nuova figura del Presidente degli Stati Uniti, con maggiori poteri esecutivi, ma attenuati dalla separazione dei poteri legislativo e giudiziario.
Con la Seconda Guerra Mondiale, il Presidente degli USA ha assunto il ruolo di "leader del mondo libero".
L'articolo II, sezione 1, comma 5 della Costituzione stabilisce che è eleggibile alla carica chi è cittadino nato negli USA, ha almeno 35 anni di cui 14 passati sul suolo degli USA. In origine, non era previsto che il Presidente dovesse essere nato sul suolo statunitense. La Costituzione stabilisce che il Senato ha il potere di rimuovere il Presidente (impeachment). Il Ventiduesimo emendamento, ratificato nel 1951, stabilisce che nessuno può essere Presidente per più di due mandati, anche non consecutivi. Inoltre, chiunque serve per più di due anni come Presidente o Presidente facente funzioni in un mandato per cui è stato eletto qualcun altro, può poi essere eletto per un solo mandato.
Poichè prima del 1792 non esistevano partiti politici nel governo, la Costituzione non li cita, e d'altronde fino a buona parte del XIX secolo ricoprirono un ruolo minore nell'elezione di un Presidente: nel 1824 tutti i candidati provenivano dallo stesso partito, e anche se Andrew Jackson ottenne la maggioranza di Grandi Elettori, non avendo raggiunto il quorum non divenne Presidente. L'elezione fu decisa dalla Camera, che elesse John Quincy Adams.
Dopo la Guerra Civile, la spaccatura nel paese portò alla nascita dei due partiti, Democratico e Repubblicano, da cui provengono tutti i Presidenti eletti da allora. Non sono comun que mancati importanti candidati di terzi partiti, tra cui l'ex Presidente Theodore Roosevelt, che uscì dal partito Repubblicano per fondare il Progressive Party, Harry F. Byrd che pur non essendo candidato ottenne 15 voti elettorali nel 1960, e Ross Perot, che ottenne il 19% dei voti nel 1992 ma nessuno stato.
Nonostante i Presidenti siano 43 (Barack Obama sarà il 44°), sono solo 42 le persone che hanno ricoperto l'incarico. Infatti Grover Cleveland ha servito per due mandati non consecutivi, ed è quindi stato calcolato sia come 22° che come 24° Presidente.
L'elenco non include i Presidenti facenti funzione (Acting President). Prima dell'approvazione del 25° emendamento non esisteva una figura giuridica simile, anche se in molti casi, a partire da George Washington, alcuni Presidenti si sono fatti sostituire temporaneamente. Dall'approvazione del 25° emandamento solo per tre volte si è avuto un Acting President: nel 1985 (George H. Bush sostituì per un giorno Reagan, che doveva sottoporsi a un intervento chirurgico in anestesia totale), nel 2002 e nel 2007 (Dick Cheney ha sostituito per circa due ore George W. Bush, che doveva sottoporsi a colonoscopia in anestesia totale).
Tra i Presidenti degli USA, tutti sono stati di religione cristiana, tutti protestanti tranne John F. Kennedy, cattolico. Tra i protestanti, la maggior parte sono stati episcopali, ma ci sono stati anche unitariani e due quaccheri (Hoover e Nixon). Dwight Eisenhower nacque come Testimone di Geova ma divenne presbitariano subito dopo l'elezione, nel 1953.
Il Presidente eletto con il maggior numero di voti elettorali du George Washington (unanimità). Franklyn Roosevelt è stato Presidente per il maggior tempo (12 anni, l'unico ad essere eletto per più di due mandati), mentre William Henry Harrison ha il poco invidiabile primato della presidenza più breve: 32 giorni. Ronald Reagan è stato il Presidente più anziano ad essere eletto al primo mandato (69 anni, 11 mesi e 14 giorni). Il più giovane Presidente al primo mandato è stato Theodore Roosevelt (42 anni, 10 mesi e 18 giorni), che però subentrò a William McKinley, assssinato. Il più giovane Presidente al momento dell'elezione popolare è stato John Kennedy (43 anni, 7 mesi, 22 giorni). 4 Presidenti sono morti per cause naturali mentre erano in carica, quattro sono stati assassinati e uno si è dimesso (Nixon). Due (Andrew Johnson e Bill Clinton) sono stati sottoposti ad impeachment, che però non è stato approvato dal Senato (Johnson si salvò per un solo voto)