martedì 22 luglio 2008

Il tour estero di Obama: Iraq

Si è svolta subito dopo l’Afghanistan la tappa più delicata (per motivi diplomatici) e riservata (per motivi di sicurezza) del tour estero di Barack Obama. Il Senatore Democatico è arrivato in Iraq lunedì mattina con primo scalo alla base militare di Bassora, dove assieme ai suoi compagni di viaggio, i senatori Jack Reid e Chuck Hagel, si è incontrato con gli ufficiali americani, inglesi e iracheni. Poco dopo ha lasciato Bassora per recarsi a Baghdad, dove ha passato il resto della giornata, e si è incontrato con il Primo Ministro Nuri Kamal al-Maliki, in partenza per l’Europa, e successivamente con il presidente iracheno Jalal Talabani. A entrambi Obama ha dovuto spiegare il suo piano di disimpegno dal paese.

Prima dell’incontro con al-Maliki, Obama ha dichiarato di aspettare dalle autorità irachene dei suggerimenti per migliorare il suo piano di ritiro delle truppe americane. Proprio al-Maliki, nei giorni precedenti, si era ritrovato al centro di polemiche politiche dopo aver rilasciato delle dichiarazioni che facevano pensare ad un suo endorsement per Obama, o quantomeno per il suo piano di ritiro. Il premier aveva infatti detto, in risposta ad una domanda di un giornalista, di apprezzare l’idea di un ritiro graduale della presenza statunitense in Iraq, da completarsi entro 16 mesi, come proposto da Obama. Successivamente un portavoce del governo ha specificato che il premier “sostiene in linea generale l’idea di un ritiro graduale delle truppe USA, e non ha inteso appoggiare Barack Obama. I suoi commenti in merito non sono stati riportati accuratamente e sono stati fraintesi".

I due incontri, come quello con Karzai in Afghanistan, sono coperti dal riserbo a proposito dei contenuti, ma sia da parte di Obama che delle autorità irachene la discussione è stata definita "costruttiva".
Come previsto, il viaggio ha avuto una copertura mediatica spropositata in patria, tanto da lasciare ben poco spazio ad altri argomenti. Obama, intervistato dalla CBS, ha dichiarato che le discussioni con i leader dei paesi in guerra hanno confermato la sua posizione "Non ho alcun dubbio sul mio piano".
Dopo un'ultima tappa in Medio Oriente in Israele e Cisgiordania (dove finalmente terrà una conferenza stampa, cosa che finora ha sempre evitato), Obama è atteso dall'Europa, e la strada sarà tutta in discesa vista la ben nota benevolenza europea verso i leader Democratici.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Curiosa invece la scarsa copertura mediatica in Italia.

Evidentemente parlare di presidenziali USA (e in particolare con associato Iraq e Afghanistan e non uno scandalo) non fa audience.

Marco

Anonimo ha detto...

Forse perchè i servili tg nazionali sono troppo impegnati a fare le lodi del Governo Berlusconini e a raccontare che in Italia ora va tutto bene (vedi la balla sulla spazzatura che sarebbe sparita dalle strade di Napoli)

Democratico