Nella prima conferenza stampa da Presidente eletto, Obama ha ribadito che la sua priorità sarà un piano di risanamento economico che rimetta in sesto il sistema paese e crei nuovi posti di lavoro. Ora però il neo-presidente e i suoi consiglieri stanno riflettendo su quale delle (dispendiose) promesse elettorali debba avere la precedenza e quale possa essere rimandata. In particolar modo, si parla di copertura sanitaria, misure per l'ambiente e per l'indipendenza energetica. Nel team c'è chi vorrebbe una strategia del "big bang", ovvero affrontare tutti questi temi in un unico momento per rivoluzionare il sistema, e c'è chi propende per un approccio più pragmatico, passo dopo passo.
Questo dibattito interno si sta facendo molto acceso man mano che ci si avvicina al momento delle decisioni "Tutti i Presidenti sono tentati dall'idea di fare tutto insieme" ha detto al New York Times un consigliere di Obama rimasto anonimo "d'altronde ci sono gli esempi di Roosevelt e Johnson, che suggeriscono che un Presidente straordinario può farcela. Perciò la domanda è: è troppo rischioso essere ambiziosi?".
Molte delle scelte di Obama sono condizionate dal piano di risanamento finanziario, di 700 miliardi, che porterà alle stelle il deficit "Il pover'uomo ha le mani legate dal disastro finanziario che abbiamo ora. Non so quali opzioni avrà, ma so che saranno molto limitate" ha detto John Tuck, ex consigliere di Ronald Reagan.
L'approccio aggressivo che si richiama a F.D. Roosevelt e a Lyndon Johnson vuole che il sistema sanitario, l'energia e l'educazione facciano parte del sistema economico e debbano quindi essere affrontate tutte insieme. Ma i Democratici stanno pensando anche a una strategia ibrida, che consisterebbe in un forte programma di rilancio economico che comprenda anche alcuni elementi chiave del programma di Obama, ma che ne lascerebbe fuori altri più importanti.
I leader del Congresso vorrebbero che già a gennaio la Casa Bianca mettesse in campo una versione aggiornata dello State Children's Health Insurance Program, su cui Bush aveva messo il veto, come primo passo per la copertura sanitaria universale promessa da Obama. Contemporaneamente, i Democratici approverebbero i tagli fiscali per il ceto medio, e Obama potrebbe aumentare gli investimenti sulle fonti energetiche alternative.
Il team di Obama è consapevole della necessità di mostrare subito in cosa consiste il cambiamento, e perciò nei primi giorni di amministrazione Obama potrebbe cancellare molte leggi volute da Bush, come le restrizioni sull'aborto terapeutico e i tagli di fondi alla ricerca sulle cellule staminali.
Il "transition team" sta studiando le mosse fatte dagli altri Presidenti nei primi mesi di mandato, e probabilmente l'esempio che seguiranno è quello di Reagan, che concentrò nei primi mesi tutti i provvedimenti economici. Il rischio è però che provvedimenti più complessi possano essere rimandati a un momento in cui l'approvazione diventa meno scontata: l'esempio ricorrente è quello del piano sanitario di Clinton, che fu rimandato all'infinito e poi sacrificato per far posto all'accordo sul NAFTA.
Fonte: New York Times, Washington Post
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