E' buona norma nelle campagne elettorali prendere con le molle i sondaggi, specialmente - nel caso americano - quelli che prendono in considerazione l'intera nazione e non i singoli stati. L'attendibilità spesso lascia a desiderare, e in ogni caso le recenti esperienze dimostrano che all'elettorato basta poco per cambiare idea.
I sondaggi rilasciati nell'ultima settimana tracciano però un quadro piuttosto netto e al tempo stesso sorprendente. Dalla fine delle primarie, e dall'uscita di Hillary Clinton dalla corsa, Obama ha preso il volo.
Il sondaggio della FoxNews (network vicino ai Repubblicani) è quello più favorevole a McCain, che viene dato al 39%, 3 punti sotto Obama, al 42%.
Più equilibrato il risultato del sondaggio di Washington Post e ABC: 48% a 42% per Obama (4 anni fa, WP e ABC davano John Kerry con un identico vantaggio su George Bush). Questo sondaggio mostra come McCain sia leggermente preferito dall'elettorato indipendente, e abbia il sostegno di 9 Repubblicani su 10. Obama ha invece il sostegno di 8 Democratici su 10.
McCain è però penalizzato dall'eredità di Bush: il 57% degli elettori ritiene che proseguirebbe le politiche del Presidente in carica. Inoltre il 73% dei sostenitori di McCain si dicono entusiasti della sua candidatura, contro il 91% dei supporter di Obama. In particolare, solo il 13% dei conservatori sono molto entusiasti di McCain.
Un sondaggio Wall Street Journal / NBC (nell'immagine) mostra un risultato simile: 47% a 41% per Obama. Il distacco contrasta però con l'opinione comune degli elettori che, alla richiesta di scegliere il partito vincente senza pensare ai candidati, ha scelto per il 51% i Democratici e per il 35% i Repubblicani. Una buona notizia per Obama viene invece dagli ispanici e dai sostenitori della Clinton, che dopo il ritiro della senatrice lo appoggiano in stragrande maggioranza.
Per quanto riguarda i potenziali vicepresidenti, sono in testa Hillary Clinton (51%) e Mitt Romney (42%)
Gli ultimi due sondaggi in ordine di tempo si sono invece rivelati degli outlier, come in statistica vengono definiti i risultati che rappresentano delle anomalie. Rispetto a tutti gli altri, questi sondaggi danno a Obama un vantaggio in doppia cifra.
Newsweek dà a Obama un distacco di ben 15 punti, 51% contro 36%. Il Democratico vincerebbe in tutte le categorie di elettori, tra gli indipendenti come tra i bianchi e gli anziani. Obama ha un indice di gradimento del 62%, McCain del 49%. Il sondaggio ha preso in considerazione anche le potenziali First Lady: Michelle Obama riscuote un consenso del 49% contro un dissenso del 22%, Cindy McCain è invece a 33 contro 19, con un 36% di persone che non ha un'opinione su di lei.
Il grado di soddisfazione degli americani per l'andamento del loro paese è al 14%, lo stesso registrato nel 1992, quando Bill Clinton sconfisse George H. Bush.
Anche il sondaggio Los Angeles Times - Bloomberg conferma questo distacco. Tenendo in considerazione una corsa a due, Obama ha un vantaggio di 12 punti, 49% contro 37%. Il sondaggio prende però anche in considerazione gli altri due candidati Ralph Nader e Bob Barr. In questo secondo scenario il vantaggio di Obama diventa di 15 punti, 48% a 33%, perchè Barr danneggerebbe McCain più di quanto farebbe Nader con Obama. Curiosamente, però, Nader è accreditato al 4% contro il 3% di Barr, quindi anche Nader pescherebbe soprattutto nell'elettorato indipendente orientato verso il Repubblicano.
La leadership di Obama è dovuta alla preoccupazione degli americani per l'economia, tema su cui il candidato Democratico è visto come di gran lunga il più affidabile. McCain è visto come più adatto a fronteggiare il terrorismo, che però è piuttosto in basso tra le preoccupazioni degli americani, in questo momento. Il consenso di McCain tra i conservatori è del 58%, con un 15% intenzionato a votare Obama, mentre il consenso tra gli evangelici e la destra religiosa è al 60%.
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