A poco più di una settimana dall'Election Day, la tensione latente tra John McCain e Sarah Palin, o meglio tra i rispettivi staff, è in procinto di esplodere, tanto che gli assistenti di McCain non si trattengono dal riferire alla CNN che la Palin ha "preso la sua strada".
Il fatto che i due candidati Repubblicani, dopo l'iniziale concordia, abbiano condotto quelle che sembravano due campagne elettorali separate e per certi versi contraddittorie, aveva già dato adito a voci sui dissidi interni, ma adesso sembra l'ora di una anticipata resa dei conti. E anche gli assistenti della Palin non esitano ad esporsi, accusando lo staff di McCain di essersi intromesso troppo nella campagna della Palin cercando di manipolarla e farla apparire diversa da com'è.
Il sospetto che sottende al comportamento dello staff della Palin è che il campo di McCain voglia addebitare alla Governatrice dell'Alaska la colpa di una possibile sconfitta elettorale.
In effetti, dopo l'iniziale boom nei sondaggi, seguente alla scelta della Palin come vicepresidente, il consenso verso il ticket Repubblicano è andato costantemente in discesa, e non solo a causa della crisi economica. E se McCain sembra essere ancora in corsa secondo molti sondaggi, il consenso per la Palin, soprattutto tra le donne, è molto basso.
Se in un primo momento la Palin era sulle prime pagine per la sua storia personale e il suo carattere originale, quando ha iniziato a comparire nelle interviste televisive, sono passate in primo piano le sue affermazioni avventate sulla politica estera (la frase riguardo il fatto che da casa sua in Alaska vede la Russia è entrata negli annali delle gaffe elettorali) e sulla Costituzione (la sua definizione delle funzioni del vicepresidente, che a suo avviso si occupa anche della fase legislativa, ha fatto saltare sulla sedia i legislatori e ha fatto eblla mostra di sè nei telegiornali e nei programmi di approfondimento).
Ai primi di ottobre, alcuni Repubblicani avevano chiesto alla Governatrice di farsi da parte, ma questo sarebbe stato un colpo troppo duro per la campagna elettorale, oltre a suscitare i malumori dei conservatori.
Per correre ai ripari, lo staff di McCain ha iniziato a controllare più strettamente la campagna della Palin, istruendola su cosa dire, facendole un lungo training prima del dibattito di Biden e intervenendo sui testi dei suoi discorsi. Ma dopo pochi giorni la Palin si è ribellata, alcuni suoi sponsor conservatori hanno protestato invitando McCain a lasciare che "la Palin facesse la Palin", e lei è ritornata quella di sempre, all'attacco contro Obama e anche contro una parte del paese, definita anti-americana.
La settimana scorsa, sulla campagna elettorale si è abbattuto lo scandalo riguardante i soldi spesi dalla Palin per il proprio guardaroba e per far viaggiare la sua famiglia, il tutto a spese dei contribuenti. Da parte del campo di McCain non è arrivata nessuna difesa, se non un comunicato di circostanza, e la Palin deve essersi sentita "scaricata".
Allo staff di McCain non è andato bene che la Palin abbia pubblicamente criticato la scelta di abbandonare il Michigan. "Fa la diva, non accetta consigli da nessuno e non ha rapporti di fiducia con nessuno di noi" spiega un consigliere di McCain alla CNN "Inoltre pensa solo a se stessa e al suo futuro, probabilmente si vede come il prossimo leader del partito".
Da parte del campo della Palin giungono ovviamente difese a spada tratta della candidata, minimizzando i dissidi con McCain, anche se si riconoscono alcuni errori "Sappiamo che in alcuni casi si sarebbe potuta comportare diversamente" ammette un consigliere della Palin "ma non ci sembra giusto processarla per questo". Intanto la portavoce della Palin, Tracey Schmitt, le ha vietato di tenere conferenze stampa improvvisate, come quella svoltasi la settimana scorsa in Colorado.
Le tensioni tra un candidato e il suo vice non sono insolite. Quattro anni fa John Edwards e il suo staff misero pubblicamente in discussione le strategie decise da Kerry e dai suoi assistenti, i quali d'altronde accusarono Edwards di pensare più al suo futuro che a quello del ticket. Nel 1996 ci fu una vera e propria rottura tra lo staff di Jack Kemp e quello di Bob Dole, e non mancarono tensioni neppure tra Gore e Clinton e tra Quayle e Bush sr.
Ovviamente, in una situazione di svantaggio secondo tutti i sondaggi, è normale che sia già iniziata la ricerca del capro espiatorio da una parte, e l'organizzazione del proprio futuro dall'altra "La Palin non sta più correndo per il 2008, sta correndo per il 2012" spiega il sondaggista Democratico Peter Hart.
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