Oggi Hillary Clinton sosterrà l'audizione confermativa per la sua nomina a Segretario di Stato. I bene informati sostengono che nel corso dell'audizione al Senato, Hillary Clinton parlerà per minimizzare sia le divergenze di opinioni con Obama in politica estera, sia i legami del marito con istituzioni estere. Tuttavia nessuno ha grossi dubbi sul fatto che uscirà dal Senato con la conferma della nomina a Segretario di Stato, a meno di clamorose rivelazioni dell'ultim'ora. Ciononostante l'audizione davanti alla Commissione Esteri nasconde qualche insidia.
"Se qualcuno andrà sul personale, tirando in ballo gli scandali del passato, o le questioni riguardanti Bill, lei reagirà di conseguenza" spiega un suo consigliere, rimasto anonimo "La preoccupa il riemergere del suo aspetto non-politico. La parte più difficile è quella in cui dovrà spiegare le divergenze con Obama. Non potrà smentire il Presidente, e non potrà dare l'idea di proporre una sua propria politica estera".
Il compito della Clinton è però favorito dal fatto che Obama ha accolto alcune delle posizioni più oltranziste della ex rivale, dopo la fine delle primarie. E il suo cammino potrà essere facilitato anche dal fatto che il nominato Procuratore Generale Eric Holder, la cui audizione è prevista per giovedì, è diventato il principale bersaglio del Gop. "Holder è diventato il centro dell'attenzione della destra", spiega Steve Clemens, vice presidente della New America Foundation "Lei è diversa, è una Senatrice rispettata, e chi la attacca passerà per rancoroso e crudele, come se attaccasse gli stessi principi diplomatici americani. E anche i Democratici useranno i guanti bianchi".
A conferma di questo, la Commissione è talmente sicura della conferma della Clinton da aver fissato l'audizione per un solo giorno, mentre di solito le audizioni confermative per i Segretari di Stato possono occupare diversi giorni (nel 1981 Al Haig affrontò una maratona di cinque giorni).
"Ci aspettiamo una conferma rapida e senza intoppi" conferma il portavoce di John Kerry, presidente della Commissione.
Per stare tranquilla, la Clinton ha comunque messo in piedi una imponente task force con cui si è "allenata", formata da suoi consiglieri di lungo corso e da un nuovo staff di esperti di politica estera scelti con Obama, tra cui ex ambasciatori e funzionari veterani del Dipartimento di Stato.
Inoltre, la Clinton ha parlato con tutti i suoi predecessori ancora in vita, in particolar modo Madeleine Albright, e con molti membri importanti della Commissione, come il Repubblicano Richard Lugar, che aveva spiegato di essere preoccupato per i legami affaristici di Bill Clinton ma di essere favorevole alla nomina di Hillary.
Non tutti i Repubblicani della Commissione sono così condiscendenti, i membri più conservatori stanno indagando sui possibili conflitti di interessi in ballo, e il fatto che le possibili obiezioni non riguarderanno questioni ideologiche ma economiche rappresenta una preoccupazione non da poco,
Fonte: Politico
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