La lunga marcia di Obama verso la presidenza degli Stati Uniti è stata caratterizzata da una insolita assenza di gaffe ed errori imbarazzati da parte dello staff del candidato. Questo è accaduto perchè Obama, non a caso soprannominato "No drama Obama", si è sempre contraddistinto per una grandissima prudenza nella scelta delle strategie delle persone.
La stessa meticolosità è presente anche nella selezione della squadra di governo, ma a detta di alcuni osservatori questo potrebbe pregiudicare la presenza di moltissime personalità qualificate ma che non soddisferebbero i criteri della più rigida selezione della storia presidenziale.
Oltre ai dossier dell'FBI, il team di Obama ha sottoposto a tutti i possibili candidati un questionario di sette pagine in cui si chiedono informazioni su praticamente ogni aspetto della vita privata. Oltre alle normali domande sulla fedina penale, ai candidati viene chiesto di diari personali, interventi su Internet e investimenti finanziari di tutta la famiglia.
L'analista politico della CNN ed ex consigliere di Nixon, Ford, Reagan e Clinton, David Gergen ha accusato il questionario di essere troppo invasivo, ed esprime dubbi sulla possibilità di riuscire ad esaminare in così breve tempo la mole di documenti richiesta ai candidati.
La vittima più illustre della scure del team di Obama è, a quanto pare, l'imprenditrice di Chicago Penny Pretzker (nella foto), amica e finanziatrice del presidente eletto e possibile scelta per il Dipartimento del Commercio.
La Pritzker ha rinunciato all'offerta, annunciando pubblicamente che non avrebbe fornito nessuno dei documenti richiesti in quanto "ho diversi obblighi a Chicago che mi impedirebbero di svolgere questo compito". In molti rintengono che il vero motivo sia la indisponibilità della Pretzker a rivelare i complessi legami finanziari suoi e della sua famiglia, una delle più importanti di Chicago.
Secondo molti esperti, la severità della selezione potrebbe tagliare fuori dai posti chiave dell'economia molte persone qualificate che provengono però dal settore privato ed hanno quindi più legami finanziari rispetto a chi ha passato una vita nel settore pubblico.
Ma per quanto la selezione possa essere dura, gli assistenti di Obama preferiscono perdere qualche persona qualificata piuttosto che andare incontro a qualche incidente o scandalo nei primi mesi di governo, che potrebbe mettere in dubbio le capacità di leadership del Presidente.
Sembrano quindi aver fatto tesoro di quanto accadde nel 1992 a Clinton, che appena eletto nominò due Procuratori generali - Zoe Baird e Kimba Wood - che dovettero farsi da parte quando si scoprì che avevano assunto immigrati irregolari. L'imbarazzante incidente capitò nel momento peggiore per il nuovo Presidente, che fu accusato di non aver saputo gestire il processo di transizione.
Anche George W. Bush ha subito un incidente simile quando assunse l'ex capo della Polizia di New York Bernard Kerik come Segretario alla Sicurezza Nazionale. Kerik era stato fortemente raccomandato da Rudy Giuliani e apparentemente l'amministrazione Bush non fece indagini su di lui. Kerik dovette dimettersi poco dopo la nomina: anche per lui si parlò di possibile impiego di immigrati irregolari, ma anche di alcuni investimenti finanziari e di una relazione con l'editrice Judith Reagan.
La severità dei criteri di Obama è stata invece lodata da Stephen Hess, assistente di Eisenhower e Nixon e autore del libro "Cosa facciamo adesso? Una guida per il presidente eletto". Hess ha detto "La transizione di Clinton è stata la peggiore della storia, non mi sorprende che Obama abbia assunto proprio alcuni degli assistenti di Clinton. Può stare sicuro che eviteranno di fare gli stessi errori".
Fonte: CNN
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