lunedì 7 luglio 2008

McCain in cerca di un rilancio

Gli ultimi sondaggi, anche quelli più favorevoli, non possono non preoccupare il Gop. Anche se era prevedibile un exploit di Obama all'indomani del conseguimento della nomination, la facilità con cui il Democratico è balzato in testa a tutti gli indici di gradimento ha superato le attese. Non va dimenticato che McCain ha conquistato la nomination con più di tre mesi di anticipo, e ha potuto fare campagna elettorale indisturbato mentre Obama e la Clinton giocavano a distruggersi a vicenda. Un enorme e irripetibile vantaggio che però McCain sembra non aver sfruttato a dovere. Per correre ai ripari, McCain ha effettuato un rimpasto nel suo staff, in cerca di un rilancio che sia il più rapido possibile, esattamente a metà strada tra la conquista della nomination e le elezioni di novembre.
Dopo aver compiuto un viaggio in Sudamerica presso i leader amici di Washington (sempre meno, per la verità) McCain passerà le prossime settimane parlando di economia, e ripetendo quei concetti che finora sembrano essere passati inosservati.
L'obiettivo è quello di cercare un messaggio convincente che faccia breccia negli elettori, ciò che è mancato di più finora. L'abilità di tenere viva per un intero ciclo di notiziari una storia è vista come una delle chiavi per il successo nella politica moderna, come dimostra anche Obama.
L'esempio più lampante degli errori nella campagna di McCain si può notare dal modo in cui ha gestito il suo annuncio in favore del trivellamento nel Golfo del Messico: lunedì ha indetto una conferenza stampa all'ultimo minuto per dire che aveva cambiato idea sull'argomento e per annunciare un intervento il giorno successivo, non riuscendo quindi a sfruttare l'onda lunga causata dalla notizia.
Il giorno dopo ha ripetuto la sua proposta davanti ad un'associazione di petrolieri texani, una pessima associazione, soprattutto verso gli ambientalisti. In più, lo stesso giorno Bush ha espresso il suo favore per la stessa linea. I Democratici hanno quindi avuto gioco facile nell'accostare McCain al presidente in carica.

McCain ha finora adottato una politica vecchio stile, ma sembra si sia convinto che è ora di cambiare, anche se non è facile.
Le lunghe conversazioni con gli spettatori negli incontri in giro per l'America, le chiacchierate con i giornalisti passando da un argomento all'altro, l'impossibilità di fissarsi su un unico obiettivo sono caratteristiche innate di McCain, e i suoi collaboratori dovranno trovare il modo di conciliare questi due modi di fare politica.
Finora, il tipico "town hall meeting" di McCain è consistito in un discorso inaugurale standard riguardante un po' tutti gli argomenti. D'ora in poi in ogni città McCain seguirà un copione scritto concentrandosi sull'argomento del giorno. Risponderà poi alle domande dell'auditorium, ma anche in quel caso continuerà a rimanere focalizzato sull'argomento caldo.
Infine, sul charter su cui McCain effettua i suoi spostamenti, il candidato potrà conversare con i reporter, una caratteristica che lo differenzia da Obama.

Per quanto riguarda il rimpasto nella campagna, il ruolo di responsabile è passato a Steve Schmidt, già consigliere di Bush-Cheney nel 2004 e di Schwarzenegger.
Il suo predecessore Rick Davis, pur mantenendo nominalmente il ruolo, si occuperà dei progetti a più lunga scadenza, come i discorsi alla convention.
Schmidt ha avviato un processo di centralizzazione del potere, assumendo nuovi responsabili statali e nazionali e accentrando su di sè le decisioni importanti.

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