lunedì 15 dicembre 2008

In cerca del posto ideale per un discorso

Lo staff di Obama è già al lavoro sull'agenda del neo-Presidente per i primi mesi di governo. Oltre all'agenda legislativa, sarà molto importante organizzare una serie di eventi internazionali per fissare le nuove basi della politica estera americana.
Così, è già certo che il prossimo 2 aprile Barack Obama sarà a Londra per partecipare al prossimo vertice dei G-20, dopo quello tenutosi a Washington il 14 e il 15 novembre.
Tra i desideri di Obama ci sarebbe però quello di tenere un importante discorso sulla politica estera da una grande capitale islamica, possibilmente nei primi 100 giorni di governo. I consiglieri di Obama sono quindi all'opera per trovare la città che meglio si adatta alle esigenze. La lista di capitali è lunga, da quelle più ovvie - Riyadh, Kuwait City, Islamabad - a quelle meno ovvie - Male (Maldive, Ouagadougou (Burkina Faso), Tashkent (Uzbekistan). Qualcuno, non si sa quanto seriamente, ha persino suggerito Dearborn, in Michigan, che conta una vasta comunità araba.
Oltre a Dearborn, Obama sarebbe propenso ad escludere anche Male e Ouagadougou, che per quanto islamiche non semrabo rientrare nel profilo richiesto.
Secondo il New York Times, la scelta potrebbe quindi ricadere su un'altra capitale, fuori dalla lista di cui sopra, ovvero Il Cairo. La capitale egiziana sarebbe scelta per esclusione: scegliere Damasco potrebbe sembrare una sorta di ricompensa per il governo siriano, e sarebbe troppo presto. Ramallah, in Palestina, è fuori discussione per motivi diplomatici e di sicurezza.
Giakarta, capitale dell'Indonesia, il paese a maggioranza musulmana più popoloso del mondo, sarebbe la più indicata, ma il fatto che Obama abbia vissuto e studiato lì per alcuni anni la farebbe sembrare una scelta di comodo.
Anche Baghdad è da escludere, sceglierla significherebbe dare l'dea di appoggiare la guerra in Iraq. Beirut è sconsigliata per motivi di sicurezza, e poi la presidenza del Libano va sempre a un cristiano.
Teheran? Neanche a parlarne. Amman? Non sarebbe una novità. Islamabad? Troppo pericoloso. Ankara? Troppo sicura, e i turchi non sarebbero entusiasti di essere usati come esempio del mondo islamico mentre cercano di entrare nell'Unione Europea. Riyadh? La sicurezza nazionale dice di no. Kuwait City, Abu Dhabi? Doha? "Non penso si terrà nel Golfo Persico" spiega un consigliere di Obama.
Resta solo Il Cairo. L'Egitto è sufficientemente musulmano, è alleato degli Usa ma ci sono tensioni che potrebbero essere risolte con un rafforzamento delle relazioni. Ci sono anche problemi di democrazia, così Obama potrebbe fare anche riferimento alla necessità di un nuovo modello politico. I servizi segreti non gradiranno, ma dal punto di vista della sicurezza ci sono parecchie differenze rispetto a Islamabad, e i diplomatici egiziani hanno già fatto sapere che Obama sarà il benvenuto in ogni momento.

Fonte: New York Times

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