sabato 4 ottobre 2008

Le pagelle del dibattito dei vice

di Mark Halperin(TIME)

Sarah Palin

Sostanza: In un dibattito incentrato su questioni generali, ha scelto di non essere mai più specifica del dovuto. E' stata brava nell'andare a segno con alcune considerazioni politiche corrette, ma è successo poche volte e di sfuggita. Ha beneficiato di un format pensato per evitare confronti diretti.
Voto: B-

Stile: Ha scelto di guardare direttamente in camera piuttosto che Biden, la conduttrice o il pubblico in studio. I giorni di preparazione al dibattito si vedevano, ma è stata molto più a suo agio che nelle recenti interviste televisive. E' stata calma e fresca, e ha mostrato la propria spontaneità in diverse occasioni, ma anche il suo fascino appassionato in modo vincente.
Voto: B+

Attacco: Ha sfoggiato una raffica di attacchi a Obama, e in misura minore a Biden, ma non ha creato nessuno slogan e non ha mai scosso il suo avversario. Ha duramente attaccato i Democratici accusandoli di voler "alzare bandiera bianca" in Iraq, e ha cavalcato il tema principale del suo partito riguardo le tasse e il cambiamento. Ha abilmente mostrato la sua conoscenza delle promesse di Obama.
Voto: B

Difesa: Non sempre ha risposto alle domande che le venivano poste, ma le ha sviate disinvoltamente. Raramente ha abboccato agli attacchi di Biden. Ha ripetutamente difeso l'immagine di "ribelle".

Giudizio complessivo: Secondo gli standard di quegli americani che, condizionati dalle parodie, pensavano che la Palin fosse un'idiota incapace di mettere insieme frasi coerenti o di capire le questioni basilari della politica, lei ha trionfato. Ha avuto 90 minuti di discorso fluente e coerente, e ha evitato di diventare la barzelletta delle elezioni.
Ha migliorato la propria immagine e ha parzialmente voltato pagina rispetto alle brutte due settimane di McCain, permettendo al ticket Repubblicano di riprendere ossigeno pur non rivoluzionando la gara. Ha esordito stringendo la mano di Biden e dicendo "Hey posso chiamarti Joe?", e si è trovata ad indulgere in alcune familiarità (chiamando gli insider di Washington "guys", ad esempio), ma per il resto ha lasciato poco materiale alla sua imitatrice Tina Fey.
Voto: B

Joe Biden

Sostanza: E' stato più convincente sui temi di politica estera che non su quelli interni. Ha offerto molti più dettagli rispetto alla Palin ma stranamente non ha mostrato la sua estrema familiarità con le questioni nazionali ed estere.
Voto: B+

Stile: Insolitamente esitante e nervoso, e a volte ha parlato troppo velocemente. In certi momenti è sembrato privo di quella passione che ha animato i suoi migliori dibattiti da candidato presidenziale. E' andato migliorando verso la fine, ma senza molta personalità. Si è mostrato comunque duro e sicuro.
Voto: B-

Attacco: ha continuamente criticato le politiche economiche di Bush-McCain-Palin. E' sembrato più triste che arrabbiato quando ha deriso il suo collega Senatore di lunga data McCain, che ha ripetutamente chiamato "John". Non ha fatto nulla per far cadere in errore la Palin, ma probabilmente era una strategia calcolata.
Voto: B

Difesa: Ha fatto particolare attenzione nel rispondere agli attacchi alle posizioni di Obama sul fisco. Spesso è intervenuto per correggere o chiarire dei punti (anche se il suo uso familiare del nome della conduttrice può aver irritato qualche osservatore, e la conduttrice stessa). E' stato attento anche a fronteggiare la sicurezza della Palin.
Voto: B

Giudizio complessivo: Così come la Palin ha tenuto la testa a distanza di sicurezza dall'acqua, Biden è stato attento a rimanere concentrato sul messaggio senza le sue solite risposte lunghe, condiscendenti e autoreferenziali. Forse più impostato e teso rispetto al solito, ma non ha mai dimenticato chi è al numero 1 del ticket, e quali sono gli obiettivi immediati. Se guarderà la registrazione del dibattito, vedrà alcune occasioni mancate per dare risposte leggermente diverse, in un modo leggermente diverso. Una performance solida senza fuochi d'artificio, che può essere la cosa migliore per i Democratici in questo momento.
Voto: B

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venerdì 3 ottobre 2008

Resoconto del dibattito vicepresidenziale di St. Louis

Anche il dibattito tra i due candidati alla vicepresidenza è stato frenato dalla paura di sbagliare e, in parte, dalle alte aspettative. Più che duellare con il rivale, ognuno dei due contendenti ha portato avanti una propria sfida con se stesso, la Palin per dimostrare di poter reggere il confronto con uno dei politici più esperti del Congresso, e Biden per dimostrare di poter servire la causa di Obama (ci sono ancora dubbi su questo) senza commettere gaffe imbarazzanti.
Da questo punto di vista, entrambi hanno vinto. La Palin ha mostrato maggiore freschezza, non ha commesso errori e ha saputo tenere testa a Biden, che però dall'alto della sua esperienza trentennale in Senato è apparso più convincente, come testimoniano i sondaggi istantanei effettuati subito dopo la conclusione del dibattito.

Il confronto è iniziato alle 9 di sera ora locale, presentato dalla giornalista Gwen Ifil, presentatasi in stampelle dopo un incidente in cui si è rotta una caviglia. La Ifil è stata contestata dai Repubblicani perchè, avendo scritto un libro su Obama, non è stata ritenuta imparziale.
I candidati salgono sul palco, ed è la Palin a conquistare la scena: va a stringere la mano a Biden e gli dice "Piacere di conoscerti, posso chiamarti Joe?".
Si parla subito di economia: Biden spiega in tono un po' professorale in cosa consiste il piano di salvataggio economico, e quali sono le differenze tra McCain e Obama. La Palin spiega che il piano di salvataggio riguarda le famiglie e loda gli sforzi "bipartisan" di McCain. Biden interviene descrivendo McCain come inadeguato in campo economico.
La Palin rivolta l'argomentazione contro Obama, ricordando che ha votato per il 96% delle volte secondo le linee guida del suo partito anche quando si è trattato di aumentare le tasse e le spese, poi ricorda i sei mandati di Biden "Rispetto i tuoi anni in Senato, ma gli americani hanno bisogno di energtie nuove".
Biden sembra molto meno animato, limitandosi a ricordare che McCain voleva una maggiore deregulation per Wall Street. La Palin polemizza con la Ifil dicendo "Forse non so rispondere alle domande come vorrebbero i giornalisti o i miei avversari, ma io parlo chiaro direttamente agli americani".
Parlando di economia, Biden cita il ceto medio praticamente in ogni frase, e la Palin ricorda continuamente di appartenere al ceto medio.
Biden poi accusa McCain - chiamandolo John - di voler tagliare le tasse per 300 miliardi di $ alle corporation e non alla classe media. La Palin difende McCain ricordando la sua appartenenza a quella classe e poi loda il piano sanitario del Repubblicano, contro quello di Obama che vorrebbe "dare al governo federale il compito di occuparsi di salute".
Biden ha un momento di riscossa provando a mettere la Palin contro McCain. Ricorda che la Governatrice ha proulgato in Alaska una tassa sui profitti delle compagnie petrolifere, mentre McCain ora vorrebbe tagliare le tasse a quelle stesse compagnie. La Palin non replica direttamente, ma parla della necessità degli Usa di essere indipendenti in campo energetico. Biden annuisce.
Come ultima domanda in tema economico, viene chiesto ai due candidati quali sacrifici bisognerà fare per sostenere il piano di salvataggio che costerà 700 miliardi. Biden qui è più convincente, ammettendo che bisognerà rivedere le cifre promesse da Obama in assistenza alle nazioni straniere. La Palin invece non è in grado di fare nemmeno un esempio, e si limita a dire "Non credo che il Senatore McCain abbia fatto promesse che non è in grado di mantenere".

Si passa ad altri temi: i diritti per le coppie gay. Biden è a favore, la Palin fa una premessa per dire di essere tollerante e comprensiva verso i gay, ma di ritenere che il matrimonio sia solo quello tra uomo e donna. Biden interviene spiegando che anche lui e Obama sono contro i matrimoni gay.
Si parla di Iraq, un tema che tocca entrambi i candidati, che hanno figli in procinto di partire. La Palin ricorda che Biden ha votato a favore della guerra, Biden replica spiegando che lui e Obama metteranni fine alla guerra, mentre McCain ha detto "non c'è nessuna fine in vista". La Palin riprende l'argomentazione di McCain affermando che il piano dei Democratici equivale a una bandiera bianca. Ricorda poi che Biden ha definito in passato Obama "impreparato", e che Obama ha votato contro l'aumento di fondi per le truppe. Biden, che appare punto sul vivo, replica che anche McCain ha votato nello stesso modo. Entrambi sembrano riluttanti a parlare dei loro figli.
La Palin dice di essere più pro-Israele di Biden, che si rivolge alla conduttrice e dice "Gwen, nessuno nel Senato degli Usa è stato più amico di Israele di Joe Biden".
Biden poi dice di essere a favore di un intervento americano in Darfour, e la Palin è inaspettatamente preparata sull'argomento rispondendo in modo competente.
La Ifil chiede ai candidati come si comporterebbero se dovessero subentrare alla presidenza. Biden appare inorridito "Dio non voglia, sarebbe una tragedia di proporzioni storiche per l'America". La Palin segue la stessa linea, ma aggiunge che continuerebbe il lavoro di McCain.

Il dibattito poi scivola su argomenti più personali. I candidati parlano dei rispettivi punti deboli, e Biden ammette che la sua mancanza di disciplina è causata dalla passione. Poi si parla di sessismo, e Biden ricorda con commozione di essere stato un genitore single e di potersi mettere nei panni di una donna.
Si torna infine a parlare di McCain, il candidato nominato più spesso durante il dibattito. Biden tenta di mettere in dubbio la fama di "ribelle" del Repubblicano, la Palin invece lo difende a spada tratta.
Alle 10.35 il dibattito termina, e i due candidati sono invitati a spiegare come vorrebbero cambiare Washington. Biden assicura rispetto per le idee degli avversari, la Palin dice di non voler aumentare le tasse, al contrario dei Democratici.

Secondo un sondaggio istantaneo della CBS, il 46% degli spettatori del dibattito ha ritenuto vincente Biden, contro il 21% della Palin e il 33% che ha visto un pareggio.
Secondo la CNN, Biden ha vinto per il 51% degli intervistati, la Palin per il 36$.

giovedì 2 ottobre 2008

Divisi tra il dibattito vicepresidenziale e il voto al Senato

Il voto del Senato sul piano di salvataggio dell'economia proposto da Bush e dal Segretario al Tesoro Paulson ha costretto McCain, Obama e Biden ad interrompere la campagna elettorale per tornare a Washington e votare. Tutti e tre hanno votato a favore ed hanno ripetutamente invitato i colleghi Senatori a fare altrettanto.
Il piano è passato con 74 voti a favore e 25 contrari, in parte perchè i Senatori sono interessati in misura minore dalle elezioni di novembre, e in parte perchè la bocciatura della Camera ha suscitato reazioni preoccupate sia dagli Usa che dall'Europa, e in generale l'opinione pubblica è sembrata più consapevole della necessità del piano. Ad ogni modo, adesso il piano dovrà tornare alla Camera dove l'esito rimane incerto anche se persiste un cauto ottimismo.

I sondaggi, intanto, mostrano chiaramente che la posizione di Obama sull'economia, sia durante il dibattito che nei giorni successivi, è apparsa molto più convincente di quella di John McCain, il quale ha dovuto anche fronteggiare diversi mal di pancia all'interno del proprio partito. Gli ultimi sondaggi dagli stati chiave danno Obama in netto vantaggio, al di sopra del 50%, non solo in Ohio e Pennsylvania, ma anche in Florida dove generalemnte era McCain il favorito.
Ma le buone notizie per Obama non sono finite: la corte federale dell'Ohio, anche se controllata dai Repubblicani, e il segretario di Stato locale, una Democratica, hanno dato il via libera ad una legge che permette agli elettori di iscriversi nelle liste elettorali e votare nello stesso momento, dall'1 al 6 ottobre. Inutile sottolineare che un voto ancitipato in questo momento favorisce Obama in quello che è considerato lo "swing state" per eccellenza in queste elezioni.

E stasera sarà la volta del primo e unico dibattito tra i candidati alla vicepresidenza, un dibattito che a detta degli esperti sarà tra i più seguiti della storia, e su cui si concentra un'enorme curiosità (tanto è vero che le principali emittenti hanno sospeso la regolare programmazione, fatto abbastanza inedito per un dibattito tra i n° 2). Biden ha dalla sua l'esperienza e la pratica in migliaia di dibattiti televisivi, ma la Palin può contare sull'effetto outsider, oltre che sulla naturale propensione del Democratico per le gaffe (ma anche lei ha dimostrato di non essere da meno).
Secondo i sondaggi, gli americani si aspettano che vinca Biden ma che la Palin risulti più simpatica. Anche se la Governatrice dell'Alaska non ha l'esperienza e la pratica del rivale, chi l'ha affrontata nei dibattiti in Alaska invita Biden a non sottovalutarla, perchè ha la risposta pronta e non ha paura di attaccare a testa bassa. Biden deve oltretutto cercare di non prenderla troppo alla leggera ma al tempo stesso di non attaccarla in maniera troppo pesante per non apparire il "cattivo" della situazione.

mercoledì 1 ottobre 2008

Si cerca ancora una soluzione per la crisi, ma Wall Street recupera

Altra giornata di fuoco per l'economia americana, e la politica è ancora alle prese con la ricerca di una soluzione per la crisi.
Il presidente Bush ha parlato alla nazione ed è apparso visibilmente frustrato per lo stallo creatosi tra Casa Bianca e Congresso. Il no della Camera è definitivo, quindi l'amministrazione Bush deve per forza presentare un piano diverso da quello su cui erano andate avanti le trattative per una settimana, e che prevedeva un investimento di 700 miliardi di dollari. Anche le autorità europee hanno chiesto all'America di fare in fretta, perchè un altro crack di un colosso finanziario potrà avere ripercussioni serie anche sull'economia del resto del mondo.
Wall Street, dopo aver perso 700 punti di Dow Jones dopo il voto della Camera, ha recuperato ieri 300 punti, nel momento in cui sono ripartite le trattative politiche.
Sia Obama che McCain hanno parlato al telefono con Bush e poi hanno pubblicamente invitato il Congresso ad agire. Durante un comizio Obama ha proposto un piano concreto, che prevede di innalzare a 250.000 dollari la franchigia entro la quale la FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation, la corporazione che tutela i risparmi bancari) possa intervenire, franchigia che oggi è a 100.000 dollari. In questo modo si tutelerebbero i risparmi non solo delle famiglie ma anche delle piccole imprese, scongiurando in parte il rischio di bancarotta nel mercato americano.
Anche McCain, pur non parlando di cifre, si è posto sulla stessa linea chiedendo al governo di intervenire sulla FDIC e di stabilizzare i tassi.
Tutto questo, mentre la polemica politica ha continuato a divampare, con una guerra di spot in cui i due candidati si sono accusati reciprocamente di aver fatto fallire il piano, e con veleni tra i due partiti. Newt Gingrich, uno dei leader Repubblicani, è stato accusato dai Democratici di aver finto di appoggiare il piano salvo poi dire ai suoi di votare contro.

Un sondaggio di ABC e Washington Post chiarisce le posizioni degli americani sulla crisi. Per il 25% degli intervistati la colpa della crisi è di Bush, e per il 18% delle istituzioni finanziarie.
L'88% è preoccupato che il fallimento del piano di salvataggio possa peggiorare la situazione, ma il 47% si oppone al piano di Bush, mentre il 45% lo appoggia. Per il 44% la colpa della mancata approvazione è dei Repubblicani, per il 21% dei Democratici.

Intanto, tutto è pronto per il dibattito di domani tra Joe Biden e Sarah Palin. Dopo aver evitato di comparire in interviste televisive nella scorsa settimana, la Palin è tornata in tv con una intervista alla CBS. Dopo le controverse dichiarazioni della Governatrice a proposito di un intervento contro la Russia, ed altre gaffe, lo staff di McCain aveva messo un freno alle apparizioni della Palin. I conservatori hanno però protestato, chiedendo a gran voce che McCain lasciasse che "la Palin facesse la Palin", e così è stato, anche se la candidata sembra sia stata sottoposta ad un duro "allenamento" con i consiglieri di McCain in vista del dibattito.

martedì 30 settembre 2008

Respinto il piano di salvataggio dell'economia. E ora?

La Camera degli Stati Uniti ha respinto il piano presentato dal Presidente Bush e dal Segretario al Tesoro Paulson per il salvataggio dei colossi finanziari e per far uscire il paese dalla crisi economica. Il piano prevedeva un investimento di 700 miliardi di dollari da parte del governo federale per salvare e risanare gli istituti di credito e assicurativi che rischiano con la bancarotta di mandare in fumo i mutui e l'assistenza sanitaria di milioni di americani.
Dopo una settimana di convulse trattative tra la Casa Bianca, la Speaker della Camera Nancy Pelosi, il leader della maggioranza al Senato Reid, il Presidente della Commissione Finanza del Senato Chris Dodd, e la partecipazione di Barack Obama e John McCain come convitati di pietra, sembrava si fosse giunti ad un accordo che aveva stravolto il piano iniziale di Paulson ma che aveva raccolto il consenso bipartisan della Camera, condizione necessaria per poter passare.
Alla prova dei fatti, la proposta è invece stata bocciata per 228 voti contro 205. Ad affossare la legge sono stati soprattutto i Repubblicani, anche se il voto ha spaccato entrambi gli schieramenti: 95 Democratici hanno votato no, e 140 hanno votato sì, 133 Repubblicani hanno votato no e 65 sì.
Per capire bene i motivi di questo voto, bisogna ricordare che il 4 novembre oltre al nuovo Presidente, gli elettori americani saranno chiamati a rinnovare la Camera e un terzo del Senato. Poichè l'iniziativa di Bush è fortemente impopolare tra gli americani, molti deputati hanno preferito non avallarla. Il risultato è che però Wall Street ha perso 777 punti in mezza giornata, e perderà ancora nei prossimi giorni. Difficile immaginare cosa possa accadere ora, anche se è certo che Bush proverà a stilare un nuovo piano per evitare il disastro.

Il fallimento della proposta bipartisan ha anche provocato una dura polemica politica. Anche se i Repubblicani sono stati i più accesi denigratori della legge - i conservatori hanno definito il piano di Bush "socialista", visto che prevedeva l'ingresso dello stato in società di credito private - sul banco degli imputati sono finiti i Democratici, accusati di non aver sostenuto fino in fondo l'accordo.
John McCain ha accusato senza mezzi termini Obama e i leader del DNC di aver bloccato deliberatamente lo sforzo bipartisan della Camera "infondendo politiche di parte". "Speravo che i nostri leader - tutti - mettessero da parte gli obiettivi politici a breve termine per concentrarsi sul bene degli americani".
Il portavoce di Obama ha replicato che "dichiarazioni superfaziose come quelle di McCain sono esattamente il motivo per cui gli americani sono disgustati da Washington".
Da Denver, Obama ha invece invitato Democratici e Repubblicani a mettersi d'accordo subito pensando al bene degli investitori, e ha ironizzato sulla passione di McCain per i casinò "Non possiamo giocare d'azzardo con la nostra economia per altri quattro anni".

lunedì 29 settembre 2008

Il giorno dopo: il dibattito sul dibattito

C'è una sola cosa più importante che fare bella figura in un dibattito: fare bella figura dopo il dibattito. Molto spesso, decidere chi ha "vinto" un dibattito è molto soggettivo, ed entrambi i candidati possono aspirare ad emergere come vincitori ex post se sanno giocare bene le proprie carte.
La campagna di Obama è sembrata, nelle ore successive il dibattito, quella più attiva già a partire dalla notte tra venerdì e sabato, a criticare con alcuni spot McCain per il fatto di non aver mai citato il ceto medio. Non è chiaro se questi spot fossero destinati al grande pubblico oppure agli opinionisti che avrebbero commentato il dibattito nei giorni successivi.
Dal canto suo, la campagna di McCain ha prodotto alcuni video in cui vengono citate le numerose volte in cui Obama si è detto d'accordo con le posizioni del rivale, un punto che era emerso già nel corso del dibattito.
Questo sforzo, si basa su una convinzione molto diffusa nel mondo politico, e cioè che il giudizio degli spettatori non è indfluenzato tanto da ciò che vedono durante il dibattito quanto da ciò che vedono dopo il dibattito.
McCain, sabato mattina, ha detto al deputato del Mississippi Charles Pickering Jr "Sono un po' deluso dal fatto che per i media sia stato un pareggio, ma immagino che se parlano di pareggio significa che abbiamo vinto noi".
Obama è tornato sull'argomento durante un comizio: "McCain non ha mai detto le parole 'ceto medio' e 'classe operaia'".
Ma le due campagne sono già proiettate al dibattito di giovedì prossimo tra Joe Biden e Sarah Palin e al secondo dibattito presidenziale del 7 ottobre. David Plouffe, manager della campagna di Obama, con la stampa ha cercato di abbassare le aspettative per i prossimi due dibattiti, ricordanto che la Palin è dotata di grande grinta, e che il format del dibattito del 7 ottobre (town-hall meeting) è il preferito di McCain "Sarei felice se ne uscissimo relativamente intatti".

In un ormai tradizionale rito quadriennale, le due campagne hanno passato al setaccio il video del dibattito per cercare un presunto errore fatale da evidenziare: nel 2000 furono gli sbuffi di Gore mentre Bush parlava, nel 1992 fu George H. Bush che guardava di continuo l'orologio durante il dibattito con Clinton. In questo caso, la campagna di McCain si è concentrata sul riferimento fatto da Obama su un braccialetto donatogli dalla madre di un soldato ucciso in Iraq. Obama ha fatto una pausa prima di dire il nome del soldato, come se non lo ricordasse.
La campagna di Obama punta invece su dipingere McCain come rabbioso, e accusandolo di essere stato scortese e irrispettoso verso il suo avversario, non ricambiando i convenevoli.
A prima vista sembrano critiche sciocche e triviali, ma sono proprio il tipo di cose che influenzano l'opinione pubblica e possono condizionare il comportamento di un candidato nei prossimi dibattiti.
Riguardo i rispettivi candidati, le due campagne sono state altrettanto attive: la campagna di Obama ha proclamato che il candidato Democratico ha superato il test da comandante in capo, mentre quella di McCain ha dichiarato che il Repubblicano è riuscito a mettere in evidenza l'impreparazione dell'avversario.
In generale, però, tutti i commentatori sono d'accordo nel dire che il dibattito non sembra aver modificato le dinamiche di queste elezioni.

Tra gli sforzi dei due candidati di apparire vincitori, c'è anche stato un momento particolarmente comico. La campagna di McCain ha prodotto in anticipo un banner Internet con la scritta "McCain ha vinto": il banner è stato pubblicato per errore sul sito del Wall Street Journal già venerdì mattina alle 10, prima che il dibattito avesse luogo e prima anche che McCain decidesse di partecipare, e facendo il giro della rete.

Fonte: New York Times, Washington Post

domenica 28 settembre 2008

Le pagelle del dibattito

di Mark Halperin (TIME)

John McCain

Sostanza: le sue argomentazioni all'inizio sono state difficili da seguire, ma nel corso del dibattito ha trovato il suo stile anche se non è mai sembrato pienamente a suo agio. Aveva molte cose da dire su Iraq, Afghanistan, Russia ed economia, ma spesso ha finito per svalutare le sue stesse risposte con battute e slogan. Sui temi economici si è fermato agli slogan, e anche se in politica estera è stato un po' più dettagliato, è rimasto al suo solito livello di astrazione. Se davvero ne sa più di Obama, in questo dibattito non l'ha dimostrato. Voto: B-

Stile: confuso, nervoso e spesso disordinato. Frequenti colpi di tosse non hanno aiutato nè le sue argomentazioni nè la sua immagine. Battute sulla sordità e aneddoti su Normandia e George Shultz sono stati fuori luogo - persino la sua penna era vecchia. La sua immagine è stata oltretutto peggiorata dall'inutile discussione sulle differenti altezze tra Nord e Sud Corea e su quanto bene conosca Henry Kissinger. E' caduto nel tipico errore di inserire frasi ad effetto in attesa di applausi - che non sono arrivati perchè il moderatore Lehrer ha catechizzato gli spettatori. Consapevole dell'occasione, McCain ha provato ad essere rispettoso e dominante, ma è sembrato goffo e teso. Voto: C-

Attacco: Ha enfatizzato la sua politica severa su tasse e spese, e ha attaccato Obama sulle sue mancate visite in Iraq e sulla volontà di incontrare i dittatori. Ma le battute sul suo avversario, pur palesando una mancanza di rispetto verso Obama, non sono state adeguatamente acute e precise. E' stato tuttavia molto fiducioso nella propria esperienza e competenza. Un unico problema: l'ovvia preparazione di Obama e le sue risposte precise hanno contraddetto le frequenti affermazioni di McCain sul fatto che il Democratico non fosse abbastanza informato. Voto: C+

Difesa: ha deciso di ignorare la maggior parte degli attacchi di Obama, ma alla fine ha abboccato nel dare una lunga risposta sulle sue differenze con Bush, dopo che Obama ha ripetutamente menzionato il supporto alle politiche del Presidente. Era chiaramente irritato durante gli scambi di battute su Iraq e spesa nazionale. Ha anche scelto di citare Sarah Palin (pur non nominandola), anche se, dopo la prima settimana, non può più essere il suo asso nella manica. Voto: B-

Giudizio complessivo: McCain è stato McCain - evocativo, intenso, emotivo e al tempo stesso vago, ellittico e atono. Ha fallito nell'enfatizzare il suo messaggio "La nazione prima di tutto vs. Obama prima di tutto", anche se ne ha avuto l'opportunità. A sorpresa, non ha citato il cambiamento, cedendo virtualmente l'argomento dominante della campagna. Voto: B-

Barack Obama

Sostanza: immerso nei dettagli passati presenti e futuri delle sue politiche, e ansioso di spiegare il suo punto di vista, che si è espanso e solidificato in 18 mesi di campagna elettorale. Ha citato temi generali e si è rivolto alla classe operaia, pur senza presentare il tipo di proposte specifiche che questi elettori stanno aspettando. Voto: B+

Stile: pulito, sicuro, concentrato. Molto preparato ed abile nel mostrare una reale conoscenza dei fatti. E' stato calmo e raramente ha perso il filo del discorso anche quando il dibattito è deragliato - e ha proferito poche volte il suo tipico "um". Al tempo stesso, però, Obama ha mostrato il livello della propria preparazione barcollando su una domanda ripetuta. E' sembrato che si concentrasse deliberatamente sul moderatore e sul pubblico, e solo in seconda battuta su McCain - tranne che durante gli attacchi. Ha scelto di evitare le battute in favore di un tono più secco, e ne è uscito bene. Voto: A

Attacco: Collegando McCain a Bush sin dalla prima risposta ha reso chiara la sua linea di attacco. Ha forzatamente accusato McCain per il suo sostegno alla guerra in Iraq. Tuttavia non ha mai affondato i colpi, limitandosi a scuotere McCain soprattutto citando recenti dichiarazioni. Voto: B

Difesa: aveva una risposta ragionevole per ogni accusa - con poca rabbia, proteste o ansia. Spesso ha interrotto gli attacchi di McCain con rapide spiegazioni, ed è stato chiaro che la risposta all'accusa di essere troppo liberal era accuratamente preparata. Ha offerto una goffa alternativa alla ben nota e commovente storia del braccialetto donato a McCain dalla madre di un soldato, dicendo di averne uno anche lui. Senza timore, ha anche provato la graziosa mossa di congratularsi con McCain su alcuni temi, anche a suo discapito. Voto: A-

Giudizio complessivo: ha fornito una solida performance per presentarsi al paese. Non è sembrato nervoso o intimidito, e ha evitato gli errori fatti durante i dibattiti delle primarie (tono professorale e risposte troppo lunghe). In piedi e a suo agio sul palco, ha ricordato l'atteggiamento di Reagan. Era così a suo agio che alla fine ha ricordato al più vasto pubblico finora raggiunto che suo padre era del Kenya. Altre due performance così e sarà difficile da battere nell'Election day. Voto: A-

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