lunedì 1 dicembre 2008

What if: la campagna che poteva essere

Di Michael Scherer (TIME)

Cosa sarebbe successo se la campagna di McCain avesse prodotto spot usando le immagini di Barack Obama che balla con Ellen DeGeneres per dimostrare la sua vicinanza alle celebrità? O avesse proseguito sulla linea dello spot con Paris Hilton con altri come Donald Trump e Jessica Simpson? Tutto questo era nell'agenda di Fred Davis III, il guru della comunicazione di McCain e uno dei più abili comunicatori conservatori d'America. E sì, aveva in programma anche uno spot su Internet che avrebbe attaccato Obama associandolo a Oprah Winfrey. Ma alla fine ci ha rinunciato "Abbiamo deciso che non puoi lottare contro Babbo Natale o contro Oprah" ha spiegato.
In un'intervista con TIME, Davis ha spiegato nei dettagli cosa sarebbe potuto accadere nella guerra degli spot, e quanta auto-censura si è imposto lo staff di McCain sulla questione della razza. Per quasi tutta la campagna, Davis è stato il socio silenzioso di McCain. Mentre i giornalisti davano la caccia ai consiglieri principali di McCain, come Steve Schmidt, Mark Salter e Rick Davis (nessuna parentela), Fred Davis lavorava nell'ombra. Ha ideato e spesso scritto gli slogan degli spot di McCain - lo spot in cui si dipingeva Obama come un messia, quello in cui si suggeriva che volesse insegnare educazione sessuale all'asilo, e i molti altri in cui si metteva in discussione la preparazione di Obama.
"Il mio spot preferito è quello più semplice" ha detto Davis "Comincia con qualcosa del tipo 'Molto tempo prima che il mondo conoscesse John McCain o Barack Obama, uno di loro passava cinque anni all'inferno per aver rifiutato un rilascio anticipato per onorare gli altri prigionieri, mentre l'altro non sarebbe uscito da una chiesa in cui per vent'anni un uomo spargeva odio verso l'America'. E la chiusura era 'Il carattere è importante, specialmente quando non c'è nessuno ad assistere'".
Lo spot però non è mai andato in onda perchè McCain scelse di evitare l'argomento del predicatore Jeremiah Wright.

Davis appare malinconico per quell'opportunità persa, e per le altre "Ho fatto una lista, che nessuno vedrà mai, delle ragioni per cui ho avuto le mani legate in questa campagna. E non ho mai fatto una lista così lunga". Una delle difficoltà maggiori è stata quella di fare attacchi negativi contro un candidato come Obama senza scontrarsi con dei tabù.
Davis ha rivelato, ad esempio, che erano stati preparati molti spot negativi in cui si attaccava Obama riguardo la lotta al crimine, ma nessuno di questi è mai andato in onda "Il reverendo Wright? Non puoi farlo, direbbero che siamo razzisti. William Ayers? Non puoi farlo, direbbero che siamo razzisti." racconta Davis.
Davis racconta anche che c'era talmente tanta paura di sembrare razzisti, che le fotografie di Obama da usare per gli spot negativi venivano scelte sempre tra quelle in cui il Democratico era venuto meglio, sorriso e disteso.
"Quante volte negli spot di Obama hanno usato una foto di McCain venuta in modo decente?"
Tuttavia la campagna di McCain è stata ugualmente accusata di razzismo, ma ovviamente Davis ha la sua idea "Non ho mai visto nessuno usare la questione razziale come la campagna di Obama".

Dopo le elezioni, Davis ha partecipato ad un incontro che vedeva protagonisti anche personagg di Hollywood. Quando è stato presentato come l'ideatore dello spot "Celebrity" l'accoglienza è diventata molto fredda. Mentre lasciava la conferenza, l'attore Jason Alexander gli è corso dietro per discutere con lui "Sostanzialmente voleva sapere come facessi a dormire la notte".
Ma nonostante tutto, Davis non ha sentimenti negativi verso Obama "La campagna di McCain stava andando bene fino alla crisi finanziaria, ma opi basta guardare a quello che successo e ti rendi conto che era destino che vincesse Obama. E' un candidato estremamente dotato, e io spero, e spero di avere ragione, che sia anche un presidente dotato. E spero che sarà inclusivo con i Repubblicani. Se lo farà, potrebbe essere uno dei più grandi presidenti della storia".
Queste parole possono suonare strane da parte dell'uomo che voleva distruggere mediaticamente Obama, ma Davis non è il tipo da covare sentimenti di odio personale verso gli avversari politici. Anche perchè deve ancora vivere in mezzo a loro.

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