martedì 8 luglio 2008

Obama diventa attendista sull'Iraq

Nel tentativo di conquistare i voti dei moderati, e di allinearsi alle notizie positive che arrivano dal Medio Oriente, Obama inizia ad allontanarsi dalle sue posizioni iniziali sulla guerra in Iraq. Il suo programma prevedeva inizialmente che il primo atto da presidente sarebbe stato dare il via al ritiro delle truppe, da completare al massimo entro 16 mesi, mentre la Clinton era più attendista e intendeva avviare il ritiro in accordo con il governo iraqeno.
Ma già durante le primarie la consigliera per la politica estera Samantha Power (quella che si è dovuta dimettere per aver definito Hillary "un mostro") aveva affermato che Obama non si sarebbe fatto legare le mani dalle posizioni prese in campagna elettorale qualora il quadro fosse cambiato.
Riaspetto allo scorso invero, effettivamente il quadro è un po' cambiato. Nonostante le violenze e l'anarchia continuino a prevalere, la violenza e il numero dei morti militari e civili sono al livello più basso degli ultimi 4 anni, giungono segnali credibili di riconciliazione tra gli sciiti al potere e i gruppi sunniti opposti ad Al Qaeda, mentre il ricostruito esercito iracheno si concede, con l'aiuto alleato, perfino la riconquista di Bassora.
In questo scenario, gli attacchi di McCain - che lo accusa di volersi arrendere e di rinunciare alla concreta possibilità di vittoria - rischiano di fare molto male, ed ecco che Obama apre alla possibilità di una diversa soluzione.
"Dobbiamo essere tanto prudenti nel lasciare il paese quanto siamo stati imprudenti nell'andarci" Obama ribadisce che metterà fine alla guerra in Iraq, ma parlando del suo imminente viaggio in Medio oriente sottolinea che andrà ad ascoltare i comandanti militari per capire come il ritiro si possa fare in modo sicuro e in tempi corretti. "Sono sicuro che sul campo raccoglierò ulteriori informazioni e potrò così definire meglio la mia politica" ha detto il Senatore, che nei mesi scorsi aveva evitato di polemizzare con il Generale Petraeus, comandante delle truppe Usa in Iraq, che si era espresso in favore del piano di McCain.
I piani del ritiro entro 16 mesi rimangono, ma la nuova parola d'ordine è "flessibilità", che lascerebbe un più ampio spazio di manovra a Obama se venisse eletto. D'altrone il aprile uno dei suoi consulenti politici, Colin Kahl, ha scritto un memorandum che proponeva che gli Usa lasciassero nella regione da 60 a 80 mila soldati, fra cui unità speciali anti-terrorismo, una parte delle quali dovrebbero essere però dislocate in Kuwait, pronte a rientrare in caso di crisi. Si tratterebbe di meno della metà delle truppe attuali, e con compiti diversi, ma comunque troppe per quei Democratici che osannano Obama come colui che metterà fine alla guerra in Iraq.

John McCain ha ovviamente colto al volo l'occasione per attaccarlo duramente: "Fin dall'inizio della sua campagna nel 2007 - si legge in un comunicato- il punto centrale del programma di Obama era l'impegno a ritirare immediatamente le truppe dall'Iraq. Ora ha cambiato radicalmente posizione adottando quella di McCain e dimostrando che per lui le parole non contano. Ci congratuliamo con lui per aver cambiato idea, certo se fosse andato in Iraq prima avrebbe cambiato la sua posizione da tempo".
Successivamente Obama si è fermato a parlare con i giornalisti per chiarire il suo punto di vista "Questa è la stessa posizione che avevo quattro mesi fa ed è la stessa posizione che avevo otto mesi fa e dodici mesi fa. Nel mio primo giorno da presidente convocherò una riunione di tutti i comandanti per dire loro che la missione è cambiata: mettere fine a questa guerra.

Nel frattempo al miglioramento in Iraq fa da contraltare la ripresa delle violenze in Afghanistan, con un numero record di feriti tra i militari statunitensi, l'evasione in massa di centinaia di terroristi e la riorganizzazione di Al Qaeda e dei Talebani.
Obama, che ha sempre visto l'Afghanistan come il fronte più importante di guerra, ha dichiarato che ha intenzione di spostare in Afghanistan i militari fatti ritirare dall'Iraq, per avviare una rapida operazione contro le forze talebane.
McCain invece continua a ritenere l'Afghanistan come un fronte secondario rispetto all'Iraq, e che i talebani e Al Qaeda debbano essere contrastati dalle forze NATO e dal governo pakistano

3 commenti:

Anonimo ha detto...

per un Democratico credo sia inevitabile ritirare appena possibile le truppe.
I soldati si possono arruolare nelle varie polizie.
I soldi usarli per la polizia, la magistratura o il welfare.

Daniele

Anonimo ha detto...

G., che tu sappia, c'è un blog nel quale dare qualche consiglio ad Obama? O commentare le sue decisioni.
Grazie.

G. ha detto...

C'è il blog ufficiale www.barackobama.com, su cui c'è anche la possibilità di aprire un proprio spazio web http://my.barackobama.com/