venerdì 5 settembre 2008

McCain: "Sono io il cambiamento"

La convention Repubblicana si è chiusa con il discorso di accettazione della nomination da parte di John McCain, presentato sul palco dalla moglie Cindy che ha assicurato agli elettori "Potete stare tranquilli se lui è al comando".
Il discorso di McCain non è stato trascinante quanto quello di Obama - e d'altronde lo scenario era molto più modesto dell'Invesco Field di Denver - ma è apparso convincente e rassicurante. McCain non si è fatto mancare niente, nè i riferimenti alla sua fama di "ribelle" del partito nè alla sua prigionia in Vietnam.
"Farò tutto il possibile per lavorare con chiunque voglia migliorare questo paese. Le mie cicatrici sono qui a provarlo. Io non lavoro per il partito, non lavoro per interessi speciali, non lavoro per me. Lavoro per voi. Dobbiamo combattere per ciò che è giusto, non ci nascondiamo dalla storia, facciamo la storia".
Per Obama ha avuto parole di stima "Obama ha il mio rispetto e la mia ammirazione, nonostante le differenze sono più le cose che ci uniscono di quelle che ci dividono, siamo americani". Cosa prevedibile, visto che il ruolo di "cani da attacco" era già stato giocato da Sarah Palin e Rudy Giuliani.
Ricordando sempre il suo passato di prigioniero di guerra, ha detto che proprio la sua esperienza lo porta ad amare la pace, se duratura, ed ha subito lanciato un duro monito alla Russia.
McCain non ha mai nominato Bush, preferendo citare i grandi presidenti Repubblicani, come Lincoln, Theodore Roosevelt e Reagan.

Il discorso di McCain è stato interrotto per un paio di volte da alcuni contestatori, tra pacifisti e veterani di guerra che lo accusano di averli traditi. "Per favore, non fatevi distrarre dai rumori di sottofondo" ha risposto il candidato.

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