sabato 27 dicembre 2008

La tradizione dei Presidenti interrogati

di Peter Baker (New York Times)

Ogni Presidente, da più di tre decenni, ha dovuto essere interrogato dai federali, prima o poi. Barack Obama sembra aver voluto stabilire un piccolo record parlando con gli inquirenti prima ancora di aver prestato giuramento.
La scorsa settimana, ma la notizia è stata resa nota solo ora, Obama ha parlato con quattro inquirenti riguardo il caso Blagojevich, in qualità di testimone.
"Non ha ancora preparato il vestito per l'inaugurazione e già ci sono dei magistrati che vogliono interrogarlo. E' un segno dei tempi" ha commentato Robert Bennett, uno dei maggiori avvocati di Washington e difensore di Bill Clinton.
Un'altra riflessione è che Obama e il suo team stanno collaborando pienamente con gli inquirenti, mentre in passato alcuni Presidenti hanno collaborato con riluttanza, rimandando gli interrogatori o mettendo dei paletti. D'altronde, mancando una qualsiasi accusa nei suoi confronti, per Obama è stato molto più facile collaborare, e la sua volontà di portare trasparenza a Washington non gli lasciava molta scelta.
Inoltre un Presidente eletto ha più difficoltà nel voler coprire conversazioni riservate, piuttosto che un Presidente in carica. Il concetto di privilegio esecutivo, anche se mai esplicitamente menzionato nella Costituzione, è stato riconosciuto dai tribunali nel corso degli anni.
Obama è stato interrogato nel suo ufficio di Chicago da due assistenti del procuratore distrettuale e da due agenti dell'FBI, ed era accompagnato dal suo avvocato personale Robert Bauer e da un suo associato, ma non da Gregory Craig, designato avvocato della Casa Bianca. Era assente anche il Procuratore Patrick Fitzgerald. L'interrogatorio non è stato registrato, nè Obama ha dovuto prestare giuramento (ma mentire a degli investigatori federali è reato in ogni caso). Obama ha risposto a tutte le domande e l'avvocato non ha posto obiezioni. Separatamente sono stati interrogati anche Rahm Emanuel, capo dello staff entrante, e Valerie Jarrett, la candidata segnalata da Obama per sostituirlo al Senato.

Il primo Presidente a essere interrogato dalle autorità giudiziarie fu addirittura Thomas Jefferson, che testimoniò nel processo per tradimento contro il suo ex vice presidente Aaron Burr. Anche Monroe e Grant si trovarono in situazioni simili, che però rimasero eccezionali fino al Watergate.
Da allora, ogni Presidente è stato chiamato dalle autorità, o come testimone o come oggetto di indagini. Gerald Ford fornì una testimonianza registrata nel processo contro una donna che aveva provato ad assassinarlo. Jimmy Carter testimoniò diverse volte in processi di varia natura contro altre persone. Ronald Reagan, dopo aver lasciato la Presidenza, rilasciò una testimonianza videoregistrata sullo scandalo Iran-contra, e George Bush sr. venne interrogato sullo stesso argomento.
Bill Clinton ha testimoniato sotto giuramento almeno 10 volte. La sua testimonianza al gran Giurì per il caso Lewinsky divenne la base per il tentativo di impeachment approvato dalla Camera ma respinto dal Senato. L'attuale Presidente Bush è stato interrogato dal Procuratore Fitzgerald per 70 minuti a proposito della fuga di informazioni sul nome di un'agente della CIA

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