martedì 26 agosto 2008

Il primo giorno della convention Democratica

All'esordio della convention Democratica è già chiaro quale sarà il leit-motiv, ovvero il dualismo Obama-Clinton. Visto che Hillary si porta in dote quasi 2000 delegati conquistati nelle primarie (alla fine, in un gesto di distensione, le delegazioni di Florida e Michigan sono state completamente ristabilite) è inevitabile che l'intento unitario di questa convention abbia un retrogusto polemico. In un incontro con i giornalisti domenica sera, il Governatore della Pennsylvania Ed Rendell, pur assicurando il suo sostegno a Obama, ha accusato i giornalisti di essere stati troppo faziosi verso il Senatore dell'Illinois e contro la Clinton durante le primarie. Lunedì Politico ha parlato di malumori di Bill Clinton, invitato a parlare di sicurezza nazionale mentre lui avrebbe voluto parlare di economica, ritenendo che le sue riforme economiche siano state denigrate durante le primarie. Ma sono stati soprattutto i Repubblicani a piombare sulla convention con uno spot televisivo in cui sono state usate delle dichiarazioni di Hillary Clinton contro Obama.
Hillary Clinton ha diffidato i Repubblicani dall'usare la sua immagine nei loro spot e, parafrasando la caratteristica frase di chiusura degli spot elettorali ha dichiarato "Sono Hillary Clinton e non approvo questo messaggio". Inoltre, circola voce che la Clinton potrebbe "donare" tutti i suoi delegati a Obama trasformando il voto in un plebiscito per il nominato. Quel che è sicuro, è che al momento della votazione la Clinton voterà per Obama.

Venendo alla convention vera e propria, è stata aperta dal discorso del presidente del partito Howard Dean, che davanti ai 4.400 delegati ha spiegato "durante questa convention, dimostreremo a tutti gli americani perchè è necessario che Barack Obama e Joe Biden vadano alla Casa Bianca". Dopo di lui hanno parlato Nancy Pelosi, Jesse Jackson Jr. e Claire McCaskill.
Il primo vero evento è stato però il discorso di Michelle Obama, che ha tenuto un appassionato intervento in cui ha raccontato i 19 anni di vita assieme al Senatore descrivendolo come un uomo legato ai valori della famiglia, alla dignità e al rispetto verso gli altri. Al termine del discorso, Barack Obama, che attualmente fa campagna elettorale in Missouri, si è rivolto ai delegati con un videomessaggio.
Ma in precedenza, la platea di Denver è stata elettrizzata dall'omaggio a Ted Kennedy, presentato dalla nipote Caroline che ha detto "Sono qui stasera per onorare due uomini che hanno cambiato la mia vita e quella del paese, Edward Kennedy e Barack Obama. Le loro storie sono diverse ma entrambi condividono un impegno verso gli ideali americani di giustizia ed equità, servizio e sacrificio, fede e famiglia. Leader così sono rari, ma una o due volte nella vita arrivano proprio quando ne abbiamo più bisogno".
A sorpresa, dopo che per tutto il giorno si erano inseguite voci, il Senatore del Massachusetts si è presentato alla convention nonostante le precarie condizioni di salute (gli è stato diagnosticato un tumore maligno al cervello ed ha sbito da poco un'operazione).
Kennedy ha tenuto un breve ma significativo discorso invitando il partito all'unità "Ho scritto un discorso per questa convention, e voglio pronunciarlo a tutti i costi" aveva detto poco prima di presentarsi a Denver. "La speranza sorge ancora e il sogno continua a vivere. leggendo Obama avremo la garanzia che ogni americano, dal nord al sud, dall'est all'ovest, giovane o vecchio, avrà una qualità dell'assistenza sanitaria come un diritto fondamentale e non come un privilegio".

La festa Democratica è stata parzialmente rovinata dalla notizia che un gruppo di suprematisti bianchi stava preparando un attentato contro Obama. Sono state arrestate quattro persone che hanno confessato che l'omicidio sarebbe dovuto avvenire giovedì, durante il discorso di accettazione della nomination.

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