giovedì 18 settembre 2008

Le due facce di McCain: dentro e fuori Washington

di Glen Johnson (Associated Press)

John McCain abbraccia e respinge Washington come un suonatore di fisarmonica fa con il suo strumento.
Entra a Washington e difende la sua vasta conoscenza della capitale. Esce, e si proclama un riformatore pronto a cambiarla da cima a fondo.
E' una dicotomia che riecheggia in tutto l'establishment Repubblicano, visto che il partito che ha occupato la Casa Bianca negli ultimi otto anni sta cercando di riconquistarla in quella che è diventata l'elezione del cambiamento.

Nessuno, tranne il fratello dell'attuale Presidente, ha mostrato la volontà del Gop di rinnegare il passato per guardare al futuro.
"Le riforme sono contagiose" ha detto l'ex Governatore della Florida Jeb Bush ad un comizio di McCain a Orlando. "Se comincia a sognare in grande e a sfidare le tradizioni, puoi cambiare le cose, come abbiamo fatto in Florida, e Dio sa quanto ne abbiamo bisogno a Washington, e John McCain è l'uomo giusto al momento giusto".
Dio sa che abbiamo bisogno di riformare Washington?
George W. Bush ha disconosciuto il suo fratello minore dopo le elezioni thrilling del 2000? Forse Jeb cova del rancore perchè si dice che la famiglia Bush si aspettasse che fosse lui - e non George - a seguire le orme presidenziali del padre? I Democratici hanno occupato la Casa Bianca per gli ultimi otto anni e i due rami del Congresso dal 2000 al 2006?
No, sono stati i Repubblicani.

McCain si è a lungo considerato un ribelle, e non c'è dubbio che il Senatore dell'Arizona ha sfidato il sistema - soprattutto negli ultimi anni di carriera.
Un uomo così vicino all'establishment da essere coinvolto nello scandalo Keating Five nel tempo ha sfidato le istituzioni del Congresso a proposito di legislazione finanziaria e riforme.
Un personaggio così prominente da poter correre nelle primarie Repubblicane nel 2000 ed essere considerato come possibile vice dal Democratico John Kerry nel 2004.
Ultimamente, però, McCain ha una duplice immagine: l'outsider interno. Veterano da 25 anni nel Congresso, bianco come tutti i presidenti dalle origini ad oggi, sta sfidando un 47enne senatore al primo mandato che aspira a diventare il primo afro-americano nello Studio Ovale.

Da un lato si proclama la guida di Sarah Palin a Washington. "Non vedo l'ora di farla arrivare a Washington DC" ha detto lunedì scorso.
Dall'altro lato, sembra non aver mai messo piede nella capitale. "Si sta spargendo la voce, amici. E' ora di cambiare, due ribelli stanno per arrivare a Washington per cambiare tutto".
Da un lato ha i crismi di Washington per affrontare i problemi di Wall Street
"Sono stato presidente della Commissione Commercio al Senato per sei anni, la commissione che supervisiona la nostra economia"
Dall'altro lato, prende le distanze dall'amministrazione Repubblicana del Presidente che lo appoggia.
"Troppe società a Wall Street hanno beneficiato delle maglie larghe delle agenzie di controllo. E ce ne sono talmente tante che le responsabilità sono confuse e inefficaci".
Ci sono anche casi in cui McCain unisce i due personaggi in una volta sola.
"So come risolvere i problemi di corruzione" ha detto alla NBC "L'ho fatto per tutto il tempo passato al Congresso".

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