lunedì 6 ottobre 2008

McCain vuole lasciare il Michigan, il Gop no

Per gli ultimi 30 giorni di campagna elettorale, lo staff di McCain ha deciso una serie di riposizionamenti sul territorio, per ottimizzare le forze. Il più clamoroso di questi riposizionamenti prevede un sostanziale "ritiro" della campagna di McCain dal Michigan per concentrarsi su Ohio, Pennsylvania e Maine.
Il Michigan, con i suoi 17 Grandi elettori, ha rappresentato per i Repubblicani la sfida di settembre. Nel momento di massimo gradimento di McCain, subito dopo la convention del Gop, sembrava che la leadership di Obama fosse seriamente in bilico, e d'altronde il target dell'elettorato del Michigan - democratici appartenente alla classe operaia bianca - è proprio quello in cui il Senatore nero incontra più problemi. Dopo un paio di settimane, i sondaggi sono tornati a sorridere ad Obama, che mantiene una leadership più che salda, di 7 punti secondo la media RCP e di 5 secondo Pollster.
Perciò, dopo aver fatto campagna intensamente per un mese nel "Wolverine state", McCain ha deciso di concentrare gli sforzi dove il distacco è più abbordabile.
La decisione, repentina e imprevista, tenuta in sordina fin quando un consigliere di McCain non ha dovuto ammetterla alla CNN, ha indispettito non solo il partito, ma anche Sarah Palin, che ha confessato in un'intervista televisiva alla Fox "Mi piacerebbe continuare a fare campagna in Michigan, . Voglio tornarci e provare" aggiungendo che quando ha saputo della decisione ha mandato un e-mail dicendo essenzialmente "Ma dobbiamo davvero farlo?".
I repubblicani del Michigan vedono questa mossa come una resa "Quando il generale lascia il campo di battaglia nel mezzo del combattimento, si crea sempre il caos" ha detto il presidente della contea di Oakland L. Brooks Patterson.
Saul Anuzis, presidente del partito Repubblicano in Michigan, ha detto ai sostenitori che la decisione di McCain è stata "un colpo basso". "La campagna di McCain ha annunciato che vogliono spostarsi in stati che "oggi" offrono maggiori opportunità. Non siamo d'accordo" ha scritto Anuzis sul suo blog.
Mike Dukhaime, il direttore politico della campagna di McCain, ha spiegato la decisione come una necessità tattica "E' il peggiore di tutti gli stati ancora indecisi. Dal mio punto di vista, è ovvio che sia il primo a uscire dalla lista".

Ma i Democratici non hanno intenzione di cantare vittoria. "Chi annuncia con tanta fanfara che se ne sta andando, se non per far pensare che se n'è andato? ha detto il vice governatore John D. Cherry, spiegando che questo annuncio può preludere a una serie di spot anti-Obama ad opera di sedicenti gruppi indipendenti. "Penso che questo annuncio sia un invito per i gruppi indipendenti a entrare in scena e fare quel tipo di cose".
Il sondaggista Bernie Porn spiega che il calo di McCain nei sondaggi è dovuto al riemergere della crisi economica, che ha portato tutti gli indipendenti verso Obama, che continua comunque a non sfondare tra i maschi bianchi più anziani.

Fonti: CNN, Politico

1 commento:

Anonimo ha detto...

Per McCain il Michigan sembra ormai perso ma a questo punto i repubblicani avranno un problema serio e cioè in quale stato concentrarsi visto e considerato che ne stanno perdendo uno dietro l' altro.
Oggi è il turno del Missouri che grazie agli ultimi sondaggi passa, per la prima volta, con Obama
http://www.realclearpolitics.com/epolls/2008/president/mo/missouri_mccain_vs_obama-545.html
portando il senatore nero a 364 collegi contro i 174 di McCaina.
La cartina di Realclearpolitics è un gran bel colpo d' occhio con l'azzurro che avanza.
Ora mi aspetto un sfondamento in Indiana.
La repubblicana Florida invece (l'ultimo sondaggio dà Obama al 7%) sembra diventata terra dei democratici.
Più incerto il dato in Ohio, anche qui Obama è avanti ma ogni tanto spunta qualche sondaggio che dà vincente McCain.

Democratico