venerdì 9 maggio 2008

Conoscere John McCain

di Karl Rove (Wall Street Journal)

Mi è capitato quando ero a cena con Doris Day. No, non quella Doris Day, ma la moglie del Colonnello Bud Day (nella foto con McCain), pilota, medaglia d'oro, prigioniero di guerra in Vietnam e compagno di prigionia di John McCain ad Hanoi.
Mentre cenavamo nella loro tenuta in Florida, poco tempo fa, ho sentito cose su McCain al tempo stesso commoventi e problematiche. Commoventi perchè mi hanno raccontato cose su di lui che gli americani dovrebbero conoscere. Problematiche perchè John McCain è uno degli individui più riservati che abbiano mai corso per la presidenza.

Quando devono scegliere il loro presidente, gli Americani vogliono sapere dai candidati molto più delle loro posizioni politiche. Vogliono conoscere il loro carattere e i loro valori. Nel caso di McCain, significa che vorranno sapere molto più di quanto lui ha intenzione di rivelare.
Day mi ha raccontato una di queste storie che gli americani dovrebbero ascoltare. Riguarda ciò che accadde al colonnello Day dopo essere fuggito da una prigione vietnamita durante la guerra. Quando venne catturato di nuovo, uno dei suoi aguzzini gli ruppe un braccio e gli disse "Te l'avevo detto che ti avrei reso uno storpio".
Quel gesto aveva lo scopo di spezzare la volontà di Day. Era sopravvissuto alla prigionia con la speranza che un giorno sarebbe tornato in patria e avrebbe volato di nuovo. Per uccidere quella speranza, il vietnamita lasciò la frattura scomposta e gli chiuse il braccio un un gesso deformato. In quel modo sarebbe rimasto deforme e non avrebbe più potuto volare.
Se ciò non accadde fu merito di John McCain. Rischiando severe punizioni, McCain e Day raccolsero pezzi di bambù nel cortile della prigione e li usarono come stecche. McCain mise Day sul pavimento della loro cella e, usando mani e piedi, ricompose la frattura mettendo l'osso di Day a posto. Poi, prendendo le bende della sua stessa ferita e i usando pezzi di bambù, steccò il braccio.
Anni dopo, i chirurghi dell'aeronautica esaminarono Day e si complimentarono con i suoi carcerieri. Mr Day li corresse: il merito era del Dr. McCain. Day tornò a volare.

Oggi, Day è un 83enne che ricorda vividamente i sermoni di McCain. In uno di questi, McCain citò la frase di Gesù "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" per spiegare ai suoi compagni di prigionia che non dovevano chiedere a Dio di liberarli, ma di aiutarli a diventare persone migliori mentre erano in prigione. Era stato Cesare a farli imprigionare e Cesare li avrebbe fatti uscire. Il loro compito era di agire con onore.
Day ricorda che l'unica persona che McCain volle rivedere quando tornò in Vietnam fu uno dei carcerieri che si era mostrato benevolo con lui. E ricorda con orgoglio che McCain rifiutò testardamente di avere un trattamento di favore, anche quando era in pericolo di vita. Sapeva che i vietnamiti volevano usarlo per la propaganda militare, dal momento che avevano saputo che era il figlio e il nipote di importanti ammiragli "Per lui era inconcepibile. Ed è rimasto incorruttibile come allora".
Tutti sanno che McCain e sua moglie nel 1991 visitarono un orfanotrofio in Bangladesh e adottarono la piccola Bridget, che senza cure sarebbe morta. Ciò che molti non sanno è che portarono via anche un'altra bambina, che venne poi adottata da una coppia di assistenti dei McCain.

McCain non racconta mai le sue storie in campagna elettorale, neppure quelle presenti nelle sue biografie ufficiali. Questa sua reticenza è ammirabile, ma deve superarla. C'è un motivo se in politica sono poche le persone riservate: chi è a disagio nel mostrare la propria vita interiore perde appeal. McCain deve aprirsi se vuole vincere le elezioni.
Gli americani devono conoscere non solo le sue visioni politiche, ma anche i momenti della sua vita che lo hanno reso ciò che è. McCain non deve incentrare la sua campagna solo su di sè, ma di certo non può permettersi di ignorare la propria biografia. Se non lo farà, molti elettori ignoreranno le esperienze di vita che lo hanno reso così integro e onesto.

Queste esperienze sono state importanti per il primo presidente così come lo saranno per il quarantaquattresimo.


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1 commento:

Anonimo ha detto...

Ottimi questi articoli su McCain nel blog.

E' il momento di concentrarsi sulla prossima puntata, ovvero le vere e proprie presidenziali.

Marco