mercoledì 30 luglio 2008

Sondaggi: McCain in testa, ma anche no

Emerge un quadro contraddittorio e di grande incertezza dagli ultimi sondaggi di luglio, rilasciati nei passati due giorni e svolti mentre si era nel pieno del tour internazionale di Obama.
Il dato più clamoroso è senz'altro quello che emerge dal sondaggio Gallup/USA Today condotto tra il 25 e il 27 luglio: per la prima volta dalla fine delle primarie - e per la prima volta in assoluto con questi numeri - John McCain è in testa, e non di poco.
Secondo la ricerca, il Repubblicano ha guadagnato ben 10 punti dall'ultimo sondaggio e conduce per 49 a 45 su Obama. Un sondaggio non fa primavera, ma unito al calo già subito da Obama nell'ultimo poll di Newsweek, si ouò dire che la spinta data al Democratico dal conseguimento della nomination a giugno si è ormai esaurita.
Per la precisione, va anche detto che il sondaggio di Gallup è stato condotto su un campione diverso da quello degli elettori registrati, ovverosia su un sottocampione di elettori che hanno già deciso di andare a votare a novembre. Il campione è piuttosto ristretto, 791 persone, e come si vede cala il numero di indecisi. A quanto pare coloro che prima erano indecisi oggi propendono per McCain, ma i sondaggisti fanno notare che questi elettori stanno iniziando solo ora a raccogliere informazioni su cui basare il proprio voto a novembre, e sono quindi ancora soggetti a cambiamenti. La massiccia copertura mediatica del viaggio di Obama può avere inoltre rappresentato un boomerang, causando un effetto di saturazione nel pubblico americano.
Lo stesso sondaggio Gallup è stato comunque condotto anche sul campione primario di elettori registrati (900 persone) e in questo campione Obama è ancora in vantaggio, sia pure di poco: 47 a 44.

Di tutt'altro avviso Research 2000, che ha condotto un sondaggio nello stesso periodo di Gallup, su un campione di elettori LV (cioè che probabilmente andranno a votare) composto da 1100 persone, e tenendo in considerazione anche i candidati Nader e Barr. In questo sondaggio Obama si attesta al 51%, McCain al 39%, Barr al 3% e Nader al 2%. Obama è in testa in tutte le zone del paese tranne che nel Sud, e i sondaggisti fanno notare che in generale Obama ha dai due ai quattro punti in più rispetto a quanto aveva John Kerry quattro anni fa in questo stesso periodo, ovvero quando i sondaggi lo davano in testa.
In ogni caso, gli esperti sono d'accordo nel dire che il mese di agosto presenterà percentuali piuttosto "ballerine", e che solo dopo le convention i numeri cominceranno ad attestarsi su cifre vicine a quelle definitive.

6 commenti:

Unknown ha detto...

I sondaggi possono essere una buona chiave di lettura soprattutto quando vengono offerti da fonti diverse e con metodologie diverse, ma credo si debba sempre ricordare che è il singolo stato quello che conta come insegna il duello Bush - Gore del 2000.

Complimenti per il blog!

Giovanni

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con Giovanni.

Io conterei le stime in termini di Grandi Elettori, non il totale degli elettori USA per quanto possa essere interessante.

Marco

P.S. Comunque la conferma che i sondaggisti in USA sono poco affidabili. Peggio dei nostri exit poll.

Anonimo ha detto...

In effetti guardando gli ultimi sondaggi nazionali si nota un preoccupante assottigliamento del vantaggio di Obama su McCain (ridotto a meno di 3 punti). Mi aspettavo, dopo l'ottima performance estera di Obama, un crollo di McCain e invece le cose stanno andando esattamente il contrario.
La verità è che questi statunitensi, cittadini della più grande potenza mondiale, sono molto più provinciali e chiusi nel loro " piccolo " mondo di quanto crediamo.

Democratico

G. ha detto...

Dalla prossima settmimana comincerò ad aggiornare la mappa dei Grandi elettori, visto che ormai ci sono sondaggi praticamente su tutti gli stati

Anonimo ha detto...

Per fortuna c'è la CNN :-)
http://www.cnn.com/2008/POLITICS/07/30/campaign.poll/index.html

Democratico

Anonimo ha detto...

Gli americani sono così chiusi in se stessi che sono notoriamente ignoranti in geografia...

Da noi solo un parlamentare è stato beccato ignorante sul Darfur, chissà da loro.

Il viaggio di Obama è stato al momento giusto nelle aree calde, ma...
forse gli americani ora si interessano meno di Iraq e Afghanistan (argomenti imbarazzanti) e sono più sensibili al prezzo del petrolio o delle case.

La politica estera USA è funzionale agli interessi interni (v. WTO, etc).

Marco