domenica 24 agosto 2008

Speriamo che sia Biden

Il giorno prima della nomina ufficiale di Biden, l'opinionista del New York Times David Brooks ha scritto un editoriale per caldeggiare fortemente la scelta del Senatore del Delaware.

di David Brooks (NY Times)

Barack Obama ha deciso il suo candidato alla vicepresidenza, e anche se non so ancora il nome, spero sia Joe Biden.
Le debolezze di Biden sono note. Ha detto una quantità di idiozie nel corso degli anni, e nei giorni successivi alla sua nomina queste gaffe saranno mandate in onda a ciclo continuo.
Ma questo non sarà un problema perchè gli elettori sono abbastanza intelligenti da perdonare i genuini difetti di una persona genuina. E Biden dà a Obama quello di cui necessita:

Radici nella classe operaia: Biden è un Democratico proletario. Suo padre era ricco da giovane - giocava a polo, possedeva yacht, guidava auto di lusso. Ma per una serie di cattivi affari e decisioni sbagliate andò in bancarotta quando Joe stava crescendo. Abitarono da alcuni parenti a Scranton, in Pennsylvania, poi si trasferirono in una sperduta area operaia di Wilmington, in Delaware. Il vecchio Biden si ridusse a pulire caldaie nei giorni feriali e a vendere cianfrusaglie al mercato nel fine settimana.
Suo figlio crebbe con l'orgoglio della classe operaia - secondo cui nessuno è migliore degli altri. Una volta Biden sr. lavorava in una concessionaria di automobili, e durante una festa natalizia il proprietario gettò delle monete d'argento a terra per vedere i meccanici e i venditori che si accapigliavano per prenderle. Biden sr. si licenziò all'istante.
Anche oggi, dopo aver servito per decenni nel luogo più pomposo del mondo, il Senatore continua a mantenere queste maniere semplici, e fa campagna elettorale con un piccolo esercito di Biden che sembrano usciti dal vicinato di Scranton.
I Democratici in generale, e Obama in particolare, hanno difficoltà a capire le classi operaie, soprattutto quelle cattoliche. Biden sarebbe il ponte.

Onestà: il tratto più famoso di Biden è la sua parlantina. Ma da giovane balbettava, e al liceo veniva preso in giro da compagni e insegnanti. Sviluppò uno strano sorriso per rilassare i muscoli della faccia e ha passato tutta la sua età adulta a recuperare il tempo perduto in gioventù.
Oggi, lo stile di Biden per alcuni è fastidioso, ma ha l'eccezionale caratteristica di essere diretto. Non importa chi tu sia, lui ti dirà esattamente ciò che pensa, e più di una volta.
I Presidenti hanno bisogno di qualcuno così diretto. Obama, che attira gli adulatori, ne ha bisogno più di tutti.

Lealtà: Subito dopo essere stato eletto in Senato nel 1972, sua moglie Neilia e sua figlia Naomi persero la vita in un incidente stradale. La carriera politica di Biden è stata contrassegnata da molte crisi. La sua campagna presidenziale del 1988 finì per un'accusa di plagio, lui per poco non morì di aneurisma.
Le nuove amministrazioni sono dominate da giovani arroganti, e c'è bisogno della presenza di chi se l'è vista brutta e sa guardare le sfumature da un'altra prospettiva.
In più, ci sono momenti in cui un Presidente annuncia decisioni che chiunque altro nel suo team contesta. In quei momenti, ha bisogno di un vice presidente che gli dia assoluto supporto. Questo tipo di lealtà è più facile che venga da persone che hanno vissuto momenti di crisi e hanno dovuto fare affidamento sugli altri.

Esperienza: Quando Obama dice di voler superare le divisioni di parte, intende un movimento che spazzi via la vecchia politica. Quando ne parla McCain, intende una riunione di saggi che cerchino vie di compromesso.
La visione di Obama è più romantica, quella di McCain più realistica.
Quando Joe Biden era un giovane Senatore, i suoi maestri erano Hubert Humphrey e Mike Mnsfield. Ha appreso le procedure politiche in un momento di minore contrapposizione tra partiti. Se Obama vuole far passare le sue proposte su energia e sistema sanitario, avrà bisogno di qualcuno che abbia quel tipo di conoscenza legislativa capace di unire i vecchi senatori.

Ci sono altri nomi per la vicepresidenza. Tim Kaine è una brava persona, ma sceglierlo sarebbe disastroso. Enfatizzerebbe tutte le preoccupazioni degli elettori sull'inesperienza.
Evan Bayh ha impeccabili credenziali centriste, ma il paese non è in un momento adatto per una spassionata cautela.
Biden è quello giusto. L'unica domanda è se Obama sia abbastanza saggio e consapevole da capirlo.

Copyright 2008 The New York Times Company

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Molto interessante ed "istruttivo". Ora attendiamo la scelta di McCain, anche se da quanto rivela la stampa, il VP designato dovrebbe essere Romney. Confermi Guido?

G. ha detto...

I media americani sono abbastanza sicuri su Romney. Certo che, avendo il vantaggio di conoscere già la scelta di Obama, McCain potrebbe anche decidere di scegliere qualcun altro, qualcuno che porti entusiasmo. Romney è tranquillizzante per il partito, ma certo non è "elettrizzante".

Unknown ha detto...

Per la prima volta ieri ho pensato che Obama non possa farcela. Da qui a Novembre è tutto in salita, vedremo se Biden potrà essergli di aiuto.