giovedì 30 ottobre 2008

Si prepara il passaggio di consegne

Anche se la scaramanzia vieta di parlarne in pubblico, gli staff dei due candidati stanno mettendo a punto il programma per l'insediamento alla Casa Bianca, che avverrà ufficialmente a gennaio ma che prevede una serie di passaggi obbligati nei 77 giorni a partire dalle elezioni. E soprattutto, molti preparativi devono partire già dalle settimane precedenti l'Election Day, visto anche che questa è la prima transizione in tempo di guerra da 40 anni a questa parte.
Barack Obama ha affidato l'organizzazione del possibile insediamento a John D. Podesta, già capo dello staff di Bill Clinton. Per McCain, la transizione sarà invece curata da William E. Timmons, un lobbysta vicino alla Freddie Mac che, in caso di vittoria, potrebbe essere affiancato da John Lehman, Segretario alla Marina nell'amministrazione Reagan. I rappresentanti dei due candidati hanno già avuto incontri con l'organizzazione della Casa Bianca.
Un aspetto di prima importanza nella fase di transizione, è la scelta dei membri dell'Amministrazione, a partire dai ruoli chiave del Segretario di Stato e del Segretario al Tesoro.
In questi giorni, i consiglieri dei candidati stanno valutando i pro e i contro dei molti nomi papabili per le posizioni. E' un'operazione più delicata per Obama, mentre McCain dovrebbe voler portare con sè i colleghi e i collaboratori di lunga data.
Il New York Times ha provato a stilare una lista per il "toto-gabinetto" dei due nominati.
Per quanto riguarda Obama, non a caso, è ancora in alto mare la decisione riguardante il Segretario di Stato, e i nomi che si fanno sono ancora estremamente ipotetici: si parla di Richard Lugar (che ha la particolarità di essere Repubblicano), l'ex candidato presidenziale John Kerry o l'ex Ambasciatore Usa all'ONU dell'amministrazione Clinton, Richard Holbrooke.
Per quanto riguarda il posto di Capo dello staff (il vero braccio destro del Presidente), si fanno insistenti le voci riguardanti Tom Daschle, ex leader della maggioranza al Senato, e in seconda battuta l'ex Segretario al Commercio William Daley o lo stesso Podesta. Per quanto riguarda il delicato posto di Segretario al Tesoro, Obama vedrebbe con favore Timothy F. Geithner, presidente della Federal Reserve Bank di New York. Per il ruolo di consigliere per la Sicurezza Nazionale, altro ruolo delicatissimo, si fanno i nomi di James Steinberg o di Susan Rice, entrambi consiglieri sotto la presidenza di Bill Clinton. I "guru" della campagna elettorale, Plouffe e Axelrod, entrerebbero come consiglieri o addetti alle comunicazioni. Nell'ottica di uno sforzo bipartisan, Obama potrebbe chiedere all'attuale Segretario alla Difesa, Robert M. Gates, di rimanere al proprio posto, come aveva annunciato nei mesi passati.
Anche McCain potrebbe chiedere a Gates di rimanere al suo posto, o potrebbe anche lui guardare al partito avversario (più o meno) affidando l'incarico al Senatore Democratico Joe Lieberman, che comunque dovrebbe entrare a far parte dell'amministrazione in ogni caso, forse addirittura come Segretario di Stato. Per il posto di Segretario al Tesoro, McCain potrebbe rivolgersi all'amministratore della banca Merril Lynch John A. Tain o al presidente della World Bank Robert B. Zoellick. McCain porterebbe con sè anche buona parte del suo attuale gruppo di collaboratori più stretti, e quindi il ruolo di Capo dello staff potrebbe andare a Lehman, o a Rick Davis, Mark Salter o Randy Scheunemann, tutti nomi che comunque entreranno alla Casa Bianca come consiglieri.

Fonte: New York Times

1 commento:

Anonimo ha detto...

Quello di Lugar potrebbe essere un nome assai probabile, qualora il Senatore diventasse Presidente. Qualche mese fa Obama dichiarò senza mezzi termini che Lugar sarebbe stato uno degli uomini che lo avrebbero seguito alla Casa Bianca in caso di vittoria (lo stesso Lugar ha fatto "endorsement" per il candidato democratico, non molti giorni fa). Oltre al Senatore dell'Indiana, immagino che la Clinton (magari grazie ad un ruolo nel partito o come Giudice Supremo) e probabilmente anche Colin Powell non finirebbero nel dimenticatoio se il Partito Democratico dovesse tornare alla Casa Bianca.

m.