sabato 1 novembre 2008

Gli scheletri nell'armadio: McCain e il Vietnam

Il Vietnam è un buco nero che irrimediabilmente inghiotte le reputazioni di chi ci ha avuto a che fare. John Kerry, decorato con la Purple Hearts, è stato accusato dai suoi ex commilitoni di aver "gonfiato" i resoconti sulle sue azioni militari. Colin Powell è stato accusato di aver fatto carriera nell'esercito per essersi impegnato a coprire la verità sul massacro di civili avvenuto a My Lai, e su cui era incaricato di indagare.
La storia di John McCain è diversa, lui ha passato cinque anni e mezzo da prigioniero di guerra, e ne porta ancora i segni. Ciononostante, le opinioni su quanto gli è accaduto non sono unanimi.
L'aereo di McCain fu abbattuto in Vietnam nel 1967, e già su questo evento ci sono diverse versioni: alcuni commilitoni ricordano che McCain era un pilota eccessivamente spericolato e "spaccone", altri al contrario ricordano che in quei mesi del luglio 1967, a fronte dei numerosi aerei militari abbattuti dai Vietcong, McCain era partciolarmente spaventato tanto da non rispettare le disposizioni dei superiori.
Fatto sta che l'aereo venne colpito, McCain azionò il meccanismo di espulsione del seggiolino ma perse i sensi nell'impatto con l'aria. Precipitò e nell'impatto si fratturò la gamba sinistra in più punti ed entrambe le braccia. Venne recuperato da alcuni civili vietnamiti che lo picchiarono, gli fracassarono una spalla con il calcio di un fucile e gli trafissero il piede con una baionetta, prima di consegnarlo ai soldati. I quali lo avrebbero lasciato morire se non avessero scoperto che era il figlio dell'Ammiraglio McCain, in procinto di assumere il comando della flotta americana nel Pacifico.
A quel punto, secondo la versione ufficiale, McCain sarebbe diventato una preziosa merce di scambio, sarebbe stato curato ma, al suo rifiuto di collaborare, sarebbe stato sottoposto ad anni di prigione dura e torture.
Alcuni compagni di prigionia raccontano però versioni diverse. Sarebbe stato proprio McCain, in fin di vita, a rivelare la sua identità ai carcerieri chiedendo di essere curato, e contravvenendo alle regole previste dall'esercito americano per i soldati fatti prigionieri.
Secondo i detrattori, McCain avrebbe collaborato con i militari vietnamiti fornendo informazioni. Un compagno di prigionia ricorda di averlo sentito fornire ai vietnamiti un elenco di obiettivi che gli americani volevano colpire. Anche sulle torture, McCain avrebbe mentito: dopo essere stato curato, non avrebbe più subito maltrattamenti, e i segni che porta tuttora sarebbero conseguenza delle ferite procuratesi nella caduta dell'aereo, e non delle torture. Uno dei carcerieri, che McCain ha poi incontrato e perdonato, ha recentemente confermato che l'americano non sarebbe mai stato torturato.

Ad avvalorare i dubbi dei detrattori di McCain, c'è il fatto che una volta terminata la prigionia e divenuto membro del Congresso, il Repubblicano avrebbe usato l'influenza sua e della sua famiglia per far secretare tutti i documenti relativi ai cinque anni nelle mani dei vietnamiti, che tuttora sono permanentemente sotto segreto di stato.
Un'altra questione relativa al Vietnam è quella che riguarda gli americani MIA (Missing In Action). Nonostante il Vietnam abbia sempre sostenuto di avere restituito tutti i prigionieri, infatti, sono ancora molti a credere che ne fossero rimasti indietro una notevole quantità. Sono cosi nate delle associazioni che hanno ripetutamente chiesto al Pentagono di rendere pubblica la documentazione sui MIA, ma non sono mai state ascoltate. La Camera approvò però una legge che obbligava gli ufficiali a rivelare tutto quello di cui erano a conoscenza sui MIA, ma la legge fu respinta dal Senato. Tra i più strenui oppositori della legge, c'è stato John McCain. Le associazioni dei familiari e dei veterani chiesero e ottennero allora la nomina di una commissione di inchiesta sui prigionieri e i MIA. McCain riuscì a ottenere la presidenza della commissione e usò ogni mezzo per respingere tutte le richieste di apertura degli archivi riservati relativi al Vietnam. Una volta respinto l’ennesimo attacco dei familiari, McCain pensò bene di presentare lui stesso una legge – poi approvata – che di fatto poneva talmente tanti lacciuoli a una qualunque richiesta di documentazione da scoraggiare anche il più tenace degli attivisti.
Da allora, un piccolo ma agguerrito gruppo di veterani del Vietnam conduce una dura campagna contro McCain. Un piccolo assaggio è sul sito Vietnam Veterans Against McCain in cui McCain è definito "The real Manchurian Candidate", e in cui la foto in cui abbraccia il suo aguzzino vietnamita è accompagnata dall'accusa di aver tradito i suoi commilitoni rimasti indietro.

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