Neanche il tempo di riprendere il fiato dal turno azzoppato di martedì, e la macchina delle primarie si rimette già in moto, e sabato 19 sarà la volta del Nevada per entrambi i partiti e del South Carolina solo per i Repubblicani.
Si tratta di un turno non decisivo, ma nella attuale fase, in cui i candidati dei due schieramenti si distanziano per una manciata di delegati, un buon risultato prima del Super Tuesday del 5 febbraio può essere importantissimo.
Scoppia la pace tra Hillary e Obama
Dopo le dure polemiche degli ultimi giorni scoppiate dopo le parole della Clinton a proposito di Martin Luther King, e la veemente reazione dello staff di Obama, i due candidati democratici si sono riconciliati davanti alle telecamere nel corso di un dibattito a Las Vegas.
La Clinton e Obama hanno sotterrato l'ascia di guerra, minimizazando i loro scontri e addossando la responsabilità delle polemiche ai loro sostenitori, definiti "esuberanti e talvolta incontrollabili". La ex first lady approfittato della tregua per sferrare un duro attacco contro George W. Bush, accusato di aver mendicato dagli sceicchi sauditi un ribasso del prezzo del petrolio.
Dal canto suo, Obama ha cercato di fare tesoro delle recenti incomprensioni della rivale con la comunità ispanica, e infatti la sua campagna elettorale si è spostata proprio fra i latini, imitando così la Clinton, che giorni fa è stata vita a Los Angeles fare incetta di tacos.
Il senatore nero dell'Illinois ha ricevuto intanto l'appoggio dell'influente senatore del Vermont Patrick Lehay, che si va ad aggiungere a quello di John Kerry. Evidentemente qualcosa si sta muovendo nei piani altri dei Democratici, i cui pezzi grossi cominciano a credere nella possibilità di sostenere Obama. Ma proprio nello stesso frangente, i sondaggi della Msnbc riportano che la Clinton, per la prima volta dalle votazioni in Iowa, vede crescere il proprio consenso a discapito di Obama, la cui corsa sembra essersi arrestata.
Dopo l'ottima performance del dibattito del Nevada, le quotazioni della Clinton rischiano di schizzare da domani sera, quando andrà in onda l'intervista-confessione della ex-first lady nel talk show di Tyra Banks. Come spiega Marcello Foa, dopo le lacrime della settimana scorsa, la Clinton ha sfruttato un altro asso nella manica parlando nientemeno che del caso Lewinsky.
Romney insidia McCain nei sondaggi
La prevedibile ma larga vittoria nel Michigan fa spiccare definitivamente il salto di qualità alla campagna di Mitt Romney, che altrimenti sarebbe finita ancora prima di cominciare.
I sondaggi, come già accaduto per i Democratici, sono abbastanza ballerini, e proprio il voto in Michigan ha dimostrato la loro scarsa affidabilità. In ogni caso, il sondaggio giornaliero condotto dalla Rasmussen Report vede McCain perdere due punti negli ultimi due giorni e scendere al 22%, mentre Romney sale dal 13 al 15%, ma secondo questo sondaggio in testa c'è Huckabee, con il 23%. Il sondaggio della Quinnipiac University per il New York Times è invece più cauto: in testa c'è McCain con il 22%, seguito da Giuliani con il 20%. Romney e Huckabee sono appaiati al 19%.
Non c'è dubbio che nello staff di McCain c'è una certa apprensione, se è vero che si sta puntando con tutte le forze su una vittoria nel doppio voto di sabato, come vedremo nella guida al voto che pubblicherò domani.
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