giovedì 8 maggio 2008

I consiglieri della Clinton vedono nero

di Perry Bacon Jr. and Anne E. Kornblut (Washington Post)

Dopo aver fallito la decisiva doppietta in North Carolina e Indiana, che avrebbe cambiato il corso delle primarie, i disillusi assistenti della Clinton ammettono che sarà praticamente impossibile per lei rimontare su Obama nel computo dei delegati o nel voto popolare da qui alla fine delle votazioni.
Il risultato di martedì ha fatto sì che la candidata e il suo staff abbiano intensificato il loro pressing sul partito affinchè vengano inclusi i risultati del Michigan e della Florida. Il Comitato Rules and Bylaws del DNC è previsto per il 31 maggio, quando si deciderà se, e come, includere alla convention i delegati dei due stati.
"A meno di un qualche miracolo il 31 maggio, per noi sarà dura" ha detto uno dei maggiori consiglieri della Clinton, con la condizione di rimanere anonimo "abbiamo perso a febbraio, ora stiamo facendo tutto il possibile ma è una battaglia ardua".
Dopo il voto di ieri, la Clinton ha detto che rimarrà in corsa finchè non ci sarà un nominato ufficiale, ma ha anche detto che il "magic number" non è 2.024, ma 2.209, comprendendo cioè anche i delegati di Florida e Michigan. "Sarebbe strano avere un nominato da 48 stati anzichè da 50" ha detto dopo il voto di martedì.
Lo staff della Clinton tuttavia sta ancora facendo pressing sui superdelegati, puntando soprattutto sulla questione dell'eleggibilità "I superdelegati devono decidere chi sarà il candidato migliore per affrontare John McCain, e queste ultime settimane dimostrano che questo candidato è la Clinton" ha detto Terry McAuliffe.
Ma nello staff della senatrice c'è molta preoccupazione per il fatto che diversi superdelegati che in precedenza supportavano la Clinton, nelle ultime settimane hanno spostato il loro appoggio a Obama per arrivare prima ad una nomination.

Gli exit poll dell'Indiana e della North Carolina fanno segnalare un elemento nuovo rispetto alla Pennsylvania: in questo caso, infatti, rispettivamente il 64% e il 69% degli elettori della Clinton hanno dichiarato che sarebbero soddisfatti anche se la nomination andasse a Obama.
La Clinton sa che nei restati sei stati potrà ancora puntare sulla classe operaia bianca, ma sarà una gara contro i mulini a vento. Obama è favorito in Montana, South Dakota e Oregon, mentre la Clinton dovrebbe vincere a Porto Rico, in West Virginia e Kentucky.
L'unica chance per la Clinton sarebbe una convincente vittoria di rimonta in Oregon, ma è improbo in una gara che uno dei suoi consiglieri definisce "demograficamente polarizzata".

© 2008 The Washington Post Company

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ritiro Hillary a inizio giugno?


CHARLESTON, Usa, 9 maggio (Reuters) - Hillary Clinton potrebbe abbandonare a inizio giugno la sfida per aggiudicarsi la candidatura democratica se al termine delle primarie si trovasse ancora in svantaggio nei confronti del rivale Barack Obama, secondo quanto riferito oggi dal responsabile della sua campagna elettorale.

Terry McAuliffe ha detto che Clinton e suo marito, l'ex presidente Bill Clinton, appoggeranno Obama nel caso in cui vincesse la nomination democratica per correre nelle elezioni presidenziali del prossimo novembre contro il candidato repubblicano John McCain .

Il responsabile della campagna di Clinton ha sottolineato che non avrebbe senso che la senatrice
di New York si ritirasse prima del 3 di giugno, giorno in cui si voterà nelle ultime primarie.


E anche sul ticket a Hillary

"Non c'è dubbio che (Hillary Clinton) sia qualificata per il ruolo di vice-presidente, non c'è dubbio che sia qualificata per fare il presidente", ha detto oggi Obama a Nbc News.

Marco

Anonimo ha detto...

La Clinton è proprio una furbastra. Invece di ritirarsi prima delle prossime primarie vuole farlo solo dopo. Motivo ? Indebolire Obama. Lei non ha nessuna speranza di vincere quindi presentarsi alle prossime primarie è solo un attacco chiaro ed evidente contro Obama.

Alla sentrice di New York non frega nulla delle sorti del suo partito. Vuole solo la vendetta e il potere.


Questa persona mi fa davvero pena.

Democratico.

G. ha detto...

Oggi Obama ha rilasciato un'intervista in cui ha detto che secondo lui tutto si deciderà dopo il voto del 20 maggio in Oregon. Potrebbe essere un messaggio trasversale, un tentativo di accordo. Sicuramente il clima è cambiato, gli ultimi spot della Clinton non sono più contro Obama, e Obama ha spostato il tiro solo su McCain