giovedì 8 maggio 2008

I Democratici chiedono alla Clinton di ritirarsi

Dopo il doppio, interlocutorio voto di martedì, e prima che i prossimi turni portino alla Clinton delle vittorie inutili (ai fini della nomination) che avrebbero l'unico effetto di indebolire ulteriormente Obama, i Democratici fanno pressing sulla senatrice perchè getti la spugna, anche se lei sembra non volerne sapere.
In attesa che i big del partito (e i più influenti dei suoi consiglieri) facciano un passo in questo senso, il dopo-voto di martedì ha portato la netta presa di posizione di uno dei sostenitori della Clinton, l'ex senatore del South Dakota ed ex candidato alle Presidenziali del 1972 George McGovern. In un'intervista alla MSNBC l'ex candidato presidenziale ha annunciato di aver comunicato a Bill Clinton la sua decisione di ritirare l'appoggio ad Hillary in favore di Obama. Ha aggiunto "Terrò sempre il presidente Clinton e Hillary nella massima considerazione. Lei ha condotto una campagna validissima, e rimarrà una voce importante sulla scena politica americana. Tuttavia Obama ha vinto la nomination praticamente sotto tutti gli aspetti. Hillary deciderà se e quando farsi da parte, ma personalmente spero che prenda molto presto una decisione in modo da poterci concentrare tutti uniti sull'obiettivo di conquistare la Casa Bianca a novembre".
Sono attese dichiarazioni, in un senso o nell'altro, di alcuni dei principali sostenitori della Clinton, tra cui Wesley Clark, e i Governatori di New Jersey e Pennsylvania Corzine e Rendell. Se anche questi dovessero seguire l'esempio di McGovern, il destino della Clinton sembrerebbe segnato.

Lei comunque ostenta fiducia e ottimismo, nelle dichiarazioni dopo il voto ha detto "Da adesso andremo a tutta velocità verso la Casa Bianca" e si è subito spostata in West Virginia (dove è in nettissimo vantaggio) per proseguire la campagna elettorale e ha detto di voler "restare in corsa finchè non ci sarà ufficialmente un nominato".

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sarebbe utile che Hillary definisse dei target minimi di vittoria nei prossimi stati, per poter continuare la sua corsa.

In questo senso, qualora non li raggiungesse pur vincendo nei tre stati, dovrebbe ammettere di non avere più chance.


Altro dubbio: un superdelegato che avesse fatto endorsement per uno dei due candidati potrebbe cambiare idea?
Se un numero sufficiente di superdelegati pro-Clinton formalizzassero un cambio di endorsement, la bilancia si sposterebbe ulteriormente e chiuderebbe la partita.

Marco

Anonimo ha detto...

Sui superdelegati.

Ieri Hillary aveva 264 endorsement secondo il NYT. Oggi 263.

O avevano sbagliato la stima e l'hanno corretta o un superdelegato ha cambiato idea.

Marco

G. ha detto...

Sì, i superdelegati possono cambiare idea quanto e quando vogliono

Anonimo ha detto...

Ho paura che la Clinton terrà fino alla fine. E' una donna odiosa, attaccata al potere come le cozze agli scogli. Ma soprattutto è un personaggio vendicativo e astioso, sa che non potrà vincere ma pur di dimostrare la sua forza e indebolire Obama è disposta a continuare le Primarie e vincerà in quegli stati dove è sicura di farcela. Alla fine perderà ugualmente ma avrà la soddisfazione di avere vinto gli ultimi stati dove si terranno le primarie e di avere azzoppato per sempre il senatore nero; a novembre potrà dire che i democratici hanno perso solo perchè non hanno scelto lei.

Questa è l' unica strategia della senatrice di New York.

I Clinton sono capaci di questo e di altro.

Marco non c' è nessun target da stabilire per la vittoria nei prossimi stati. Qualunque sia l' esito elettorale delle prossime primarie non potrà ribaltare i rapporti di forza, tranne che la Clinton non riesca a farsi attribuire i delegati in Michigan e in Florida (sarebbe molto scorretto perchè in quegli stati Obama non ha fatto nessuna campagna elettorale mentre la Clinton scorazzava liberamente) e non riesca, a dispetto del voto popolare, a far cambiare idea ad un numero notevole di superdelegati.


Democratico

Anonimo ha detto...

Caro Democratico,

i target oggettivi sarebbero utili per evitare che, pur vincendo in alcuni stati di misura, mettesse l'accento sulla vittoria e non sul'effetto pratico in numero di delegati.

Per esempio in Indiana ha vinto di così poco che mi stupisco che non sia considerata una mezza sconfitta (visto il margine che aveva nei poll).

Marco