mercoledì 7 maggio 2008

Situazione di stallo, ma per quanto?

Ormai tutti gli analisti concordano nel dire che alla Clinton non resta che farsi da parte: la significativa vittoria in Indiana non porta un significativo vantaggio in termini di delegati (solo 6), e in North Carolina la ex first lady non rispetta le previsioni che la davano sconfitta con un distacco inferiore ai 10 punti.
La situazione, a questo punto, è riassunta ottimamente da una dichiarazione di un consigliere della Clinton "Hillary non può ottenere la nomination e Obama non può farsi eleggere alla Casa Bianca".

La Clinton può sperare solo in una ripetizione del voto in Florida e Michigan, che ormai appare improbabile a meno che il DNC non mandi all'aria tutte le sue regole, stabilendo oltretutto un precedente pericoloso.
Le domande in queste ore si accavallano: la Clinton si ritirerà? Cosa faranno i superdelegati? Quanto ci vorrà per chiudere la partita? I Democratici ritroveranno l'unità?

Per quanto riguarda la prima domanda, la Clinton non sembra intenzionata a farsi da parte, tanto da aver aggiunto al suo calendario nuovi incontri in West Virginia, dove si voterà fra una settimana.
Poco fa, però, il noto giornalista George Stephanopoulos ha anticipato che tra oggi e domani Obama annuncerà il sostegno di un gran numero di superdelegati "Ne verranno fuori due, tre, quattro, cinque alla volta, e la partita sarà chiusa".

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Non è tanto strano che si vada a rivotare in Florida e Michigan.
Sono stati importanti e Obama non può dire di non aver fatto campagna elettorale al tempo delle consultazioni fatte in questi stati. Ora il tempo ce l'ha.

Se il voto deve rappresentare la volontà popolare (come qualcuno diceva tempo fa quando i superdelegati sceglievano la Clinton), allora è giusto che anche Florida e Michigan dicano la loro e non sia il Partito a decidere di escluderli.

Che rivotino pure in agosto, come sui siti Web si ipotizzava questa mattina.

Questa è democrazia.

Marco

G. ha detto...

Tutto giusto, però se c'è questa situazione è perchè quei due stati hanno violato un regolamento accettato invece da tutti gli altri. Il partito ha sbagliato ad attuare una penalizzazione che non poteva non avere conseguenze, ma Florida e Michigan sono in torto e non possono pretendere ora di avere un trattamento di favore, come sarebbe appunto una ripetizione del voto così in ritardo.
Posto che comunque il problema è solo del Michigan, perchè il risultato della Florida è perfettamente omologabile se venisse accolto il ricorso

Anonimo ha detto...

G, in che senso differiscono i due stati?

Perché FL è omologabile?

Per FL in effetti Obama perderebbe qualcosa nel vantaggio dei delegati, ma non tanto da sovvertire sensibilmente il totale.


Grazie

Marco

G. ha detto...

In Florida tutti e due i candidati erano presenti sulla scheda elettorale, e l'affluenza è stata buona, quindi se si decidesse di riammettere lo stato non ci sarebbe bisogno necessariamente di un nuovo voto (al limite si potrebbero dimezzare i delegati, come hanno fatto i Repubblicani). In Michigan invece non c'erano nè Edwards nè Obama, e l'affluenza è stata piuttosto bassa: ovviamente Obama non accetta l'omologazione di quel risultato ma la Clinton non accetta una ripetizione