Per la prima volta, quindi, dallo schieramento di uno degli avversari di McCain viene utilizzato il fattore-età, che secondo molti è la vulnerabilità più evidente del Repubblicano, anche se ci sono pareri discordanti sull'efficacia di questi messaggi, tanto che non più di dieci giorni fa il presidente del DNC Howard Dean aveva sconsigliato i candidati dall'attaccare McCain sull'età, ritenendolo un argomento controproducente.
Intanto, sondaggi condotti tra i Repubblicani mostrano che McCain sta recuperando terreno tra i conservatori, che non avevano apprezzato la sua nomination. Anche se viene visto ancora con sospetto, ha gli stessi rating di George W. Bush nel 2000: il 18% dei conservatori, secondo un sondaggio CBS NEws/New York Times, ha un'opinione negativa su McCain (la stessa cifra totalizzata da Bush 8 anni fa). Tra questi, tuttavia, solo in pochi hanno detto che si asterranno a novembre, la maggior parte afferma che seguirà la scelta del partito. "Tra noi e McCain ci sono delle differenze" ha detto il Rappresentante Repubblicano dell'Indiana Mike Pence, che sta per fare endorsement per McCain "ma lui si sta avvicinando alla destra e la destra si sta avvicinando a lui". Infatti McCain sta sottolineando le sue posizioni anti-abortiste e ha promesso di non aumentare le tasse.
Phil Gramm, consigliere di McCain, ha detto "Gli indipendenti amano McCain, i Democratici apprezzano McCain. I conservatori non amano particolarmente McCain, ma lo rispettano, e il rispetto dura più dell'amore".
Le perplessità tra alcuni conservatori "duri e puri" comunque restano. Il noto conduttore radiofonico Mark Levin, uno dei maggiori oppositori di McCain, spiega che alla fine prenderà "una decisione pragmatica" ma "Comunque vada, i conservatori sono attesi da 4 anni difficili. Ma cosa dobbiamo fare? Molti conservatori voteranno McCain ma non ne sono per niente entusiasti".
Tony Perkins, presidente dal Family research Council, è ancora più duro "Noi conservatori non dobbiamo chiederci 'cosa dobbiamo fare per far eleggere McCain?' ma dobbiamo chiederci 'cosa dobbiamo fare?'".
La preoccupazione per i Repubblicani viene dalla possibile candidatura di Bob Barr per il Libertarian Party, che potrebbe rappresentare ciò che è stato Ralph Nader per i Democratici nel 2000.
Barr attirerebbe i voti dei più conservatori. Pochi voti ma nei testa a testa, pochi voti sono decisivi, come sa bene Al Gore, che perse la Florida e la presidenza per 537 voti.
Barr non ha ancora sciolto la riserva, ma ha detto di stare prendendo seriamente in considerazione l'ipotesi di candidarsi.
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