domenica 20 aprile 2008

MCain è come Dole? / 1

Il seguente post è un riassunto di un articolo ben più lungo scritto da John Heilemann per il New York Magazine. Vista la lunghezza, lo suddividerò in tre parti a cadenza settimanale.
Si tratta di un articolo sicuramente di parte, come potrete leggere, ma che proprio per questo è interessante per capire su quali punti si concentrerà maggiormente la campagna elettorale anti-McCain nei mesi a venire, e per avere un punto di vista diverso sul candidato Repubblicano. Inoltre, nella parte finale, fornisce un'analisi su quale sarà la strategia Repubblicana contro i Democratici nelle presidenziali.


John McCain è Bob Dole o Dwight Eisenhower?
Dipende se Barack Obama è John Kennedy o Mike Dukakis

di John Heilemann (New York Magazine)
E' stata una giornata dura per McCain, specialmente vista la sua età. Eppure non sembra, ripete per l'ennesima volta "amici" alla folla, poi sale sul palco di Dallas. La folla non è oceanica come quella di Barack Obama, ma ugualmente rumorosa ed entusiasta.
I fidi Mark Salter e Steve Schimidt si posizionano in modo da vedere sia il senatore sia lo schermo piatto su cui McCain leggerà il discorso. Sono con McCain da abbastanza tempo per sapere che il senatore e il gobbo elettronico sono nemici mortali. Quando va bene, McCain guarda di traverso lo schermo e i suoi occhi seguono il testo che scorre. Quando va male, si blocca, balbetta, incespica sulle parole.
Per questo il discorso è abbastanza breve. Va tutto bene ma poi...lo schermo si spegne. McCain deve andare a braccio.
Impallidisce, cerca tra le carte che ha in mano, fa l'occhiolino, temporeggia in attesa che lo schermo si riaccenda. Passano 10, 20, 30, 40 secondi senza che McCain dica una parola. La folla comincia a rumoreggiare. Prima che l'incidente diventi qualcosa di abbastanza grosso da finire sui tg nazionali, lo schermo riprende vita e McCain riprende da dove si era interrotto.
Per gli standard della campagna di McCain, non è successo niente di grave. Un anno fa nessuno avrebbe scommesso sulla nomination, figuriamoci se un incidente del genere può preoccuparli, soprattutto visto che la sua popolarità è ai massimi, 67% secondo Gallup.

La resurrezione politica di McCain si deve tanto alla debolezza dei Repubblicani quanto alla sua grinta. Tuttavia gli osanna di questi giorni non devono far dimenticare che McCain è un candidato fondamentalmente debole, un candidato che non è in grado di raccogliere fondi neanche mentre i Democratici sono in stallo, che non riesce ad esaltare la base del Gop, il cui programma è stato sintetizzato dal suo collega di partito Pat Buchanan "Non riavrete i vostri lavori, i clandestini non torneranno a casa, ma in compenso avremo molte altre guerre". Un candidato che un'abile propaganda può facilmente trasformare da eroe di guerra a Nonno Simpson. Un candidato che pone al campo Democratico un serio quesito "Se non siete in grado di battere uno così in un anno come questo, con una guerra impopolare ancora in corso e la recessione dietro l'angolo, cosa avete intenzione di fare?".

Le difficoltà di McCain riguardano soprattutto due punti. Il primo è l'Iraq: McCain deve ancora fare i conti con l'infelice uscita riguardo il fatto che, se necessario, gli Usa rimarranno in iraq 100 anni. Schmidt dice che il popolo americano imparerà ad apprezzare il punto di vista di McCain, ma intando i sondaggi dicono che il 60% degli elettori vede con favore l'ipotesi di fissare una data precisa per il ritiro.
Il secondo punto è anche più problematico: l'economia. In New Hampshire McCain è arrivato a dire "L'economia è un argomento che non sono mai riuscito a capire bene quanto avrei dovuto". Ed è stato Presidente della Commissione Commercio del Senato, non dimentichiamocene. Anche i più leali dei Repubblicani sono preoccupati per le carenze di McCain sul tema. Oltretutto McCain in economia è il gemello di Bush, e questo è un argomento che sicuramente i Democratici non mancheranno di usare in campagna elettorale. E sarà un argomento efficace, perchè gli elettori ancora non si sono accorti bene di questo aspetto di McCain. Mike Podhorzer, vice direttore politico del AFL-CIO, la principale confederazione sindacale degli Usa, ha raccontato "Quando spieghiamo nei focus group le posizioni di McCain su sanità, welfare e stipendi, la gente rimane scioccata e dice di voler riconsiderare il proprio voto".

(continua)

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