martedì 25 marzo 2008

I tre grossi problemi di Barack e Hillary

di Mark Halperin (TIME)


L'immagine “http://markhalperin.files.wordpress.com/2008/03/oindy1.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori. Obama


I media amano la lotta - Sarebbe molto meglio per Obama se i media smettessero di descrivere le primarie democratiche come "a un punto morto" o "un testa a testa", visto che lui prova ad accreditarsi come l'indiscusso frot-runner con manifesta superiorità tra i delegati e nel gradimento popolare. (Basti pensare alla lotta Bush-Gore nel 2000, quando i media hanno descritto il minuscolo margine di vantaggio di Bush in Florida come una chiara leadership, delegittimando di fatto la richiesta di un riconteggio da parte di Gore).


Ama o combatti - Obama e il suo staff non hanno ancora trovato un punto di equilibrio retorico e strategico tra la promessa di un nuovo tipo di politica e il dover lottare ogni giorno. Lo status quo lo può far sembrare ipocrita ed inefficace.


Il blues dei grandi stati - Con la Pennsylvania in arrivo (uno stato fatto su misura della Clinton) Obama potrebbe finire nel mirino per un'altra sconfitta in uno degli stati più importanti, riproponendo la fatidica domanda (soprattutto per i superdelegati): perchè continua a perdere nei grandi stati, e cosa potrebbe significare nelle elezioni generali?



L'immagine “http://markhalperin.files.wordpress.com/2008/03/cindy1.jpg” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori. Clinton


Il divario tra i delegati eletti - Non può recuperare, e, alla fine dei conti, molti superdelegati indecisi saranno influenzato da questo fatto più che da ogni altra cosa.


Superdelegati in stallo - Dalla vittoria in Ohio e Texas, ha ottenuto solo un paio di endorsement (mentre Obama ha continuato ad accumulare appoggi senza sosta). Deve mostrarsi ancora in grado di combattere e deve beneficiare di qualche sostegno fresco.


Se sarà vittoria, sarà una brutta vittoria - Se la Clinton otterrà la nomination sarà solo perchè (1) userà i superdelegati per guadagnare la leadership e (2) sconfiggerà e possibilmente screditerà uno storico candidato che ha esaltato milioni di persone. Una vittoria è una vittoria, ma come la Clinton e i suoi supporter sanno bene, battere Obama avrà dei costi enormi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Secondo me i problemi di Obama sono:

1) L'entusiasmo per il nuovo di questi mesi potrebbero scemare quando si voterà in autunno

2) Ha più fondi di Clinton e li sta usando ora... E dopo?

Per Hillary il problema è di fatto uno solo (e non da poco): Molto difficile recuperare nel numero di delegati.


Per entrambi (ma soprattutto per Obama) nel confronto con McCain:

1) McCain è indipendente e trova consensi anche fuori dal GOP.

2) Vincere i grandi stati è fondamentale. L'approccio "operaio" di Obama (tanti piccoli stati e sconfitte di misura contro Hillary) potrebbe non bastare.

3) L'incognita Nader che ruba voti ai democratici.

Marco

G. ha detto...

Quello dei fondi è il problema minore, appena si deciderà la nomination ci saranno nuove raccolte.
Sul resto hai ragione,e ogni giorno che passa la situazione non migliora certo.
L'unico precedente che può far sperare bene i Democratici è quello del 1960: i Repubblicani avevano incoronato Nixon praticamente subito, mentre Kennedy ottenne la nomination solo dopo una convention combattutissima

Anonimo ha detto...

Vincere una nomination combattuta può aiutare psicologicamente per la successiva battaglia.

Se tutti parlano di te, sei comunque famoso e McCain potrebbe anche fare la fine di Edwards.

Se Hillary non vince ampio il 22 aprile, potrebbe anche chiudersi là. Manca meno di un mese.
O al più due settimane dopo (6 maggio.

Marco