La Clinton da venerdì è tornata nella sua residenza di Chappaqua, vicino New York, prima di ritornare nella contea di Westchester già dal pomeriggio di lunedì. La Clinton ha passato la vigilia di Pasqua da sola, o comunque senza suo marito Bill, che è invece rimasto fino a sabato in giro per l'America in campagna elettorale, e in particolare in North Carolina.
Vacanza ai tropici per Barack Obama. Dopo aver ricevuto il prezioso endorsement di Bill Richardson e aver, almeno in parte, respinto le polemiche causate dal Reverendo Wrigth, il senatore dell'Illinois si è recato per una vacanza di qualche giorno a St. Thomas, nelle Isole Vergini, anche se il suo staff non ha fornito indicazioni ufficiali suoi suoi spostamenti.
La campagna di Obama riprende mercoledì con tappa a Greeensboro, in North Carolina.
Il Texas rifiuta i ricorsi
Come preannunciato, la Clinton ha presentato ricorso contro i caucus texani, chiedendo di posticipare le convention di contea previste oer il 29 marzo. La campagna della Clinton ha chiesto di verificare le firme e i voti del 4 marzo prima di assegnare ufficialmente i delegati, sostenendo di aver ricevuto oltre 2000 lamentele riguardo violazioni e brogli, anche a causa dell'enorme affluenza che si è verificata ai caucus. Tra le denunce, si parlerebbe di un caucus iniziato prima della chiusura delle primarie, e di conteggi tenuti a mano senza registri.
I risultati definitivi dei caucus non sono stati resi noti, anche se si sa che Obama si sarebbe attestato sul 56%, conquistando un numero di delegati tale da superare la Clinton nel totale del Texas, compresi quelli assegnati con le primarie.
Dopo aver ricevuto il reclamo, i leader Democratici del Texas hanno fatto sapere che non rimanderanno le convention del 29 giudicando "inutili" le verifiche dei voti "La evidente quantità di problemi avvenuti in Texas non hanno influenzato la correttezza dell'assegnazione dei delegati, pertanto non autorizzeremo processi di verifica che potrebbero dequalificare i delegati eletti" ha detto il Presidente del Partito Democratico texano Boyd Richie.
SNL preoccupato dall'accusa di essere pro-Clinton
Per oltre 30 anni, il Saturday Night Live si è vantato di mettere alla berlina politici di ogni tendenza e partito senza fare distinzioni nè preferenze, dal goffo Gerald Ford reinterpretato da Chevy Chase al sospirante Al Gore di Darrell Hammond. Il produttore esecutivo Lorne Michaels ha spesso ripetuto che la credibilità dello storico show deriva dal fatto di essere indipendente, perciò Michaels si è detto preoccupato dalla recente accusa piovuta addosso al SNL di essere pro-Clinton "Posso assicurare che non c'è un piano di nessun tipo, solo una rilettura di ciò che accade" ha spiegato.
Dopo lo stop forzato a causa dello sciopero degli sceneggiatori, SNL ha dedicato ampio spazio alla campagna elettorale, e a detta di molti alcuni sketch sono stati espressamente a favore della Clinton. E la ex first lady ha anche fatto una breve apparizione con la sua imitatrice Amy Poelher (nella foto) proprio due giorni prima delle vittorie in Ohio e Texas.
"Non pensiamo di aver influenzato gli elettori" sostiene Seth Meyers, uno degli head-writer dello show, dicendosi divertito dall'idea che uno sketch possa invertire una tendenza elettorale. Meyers, che a gennaio ha donato 1.000 dollari alla campagna elettorale di Obama, ha ribadito che non c'è una linea politica dietro i testi "Il nostro ego di autori comici è troppo grande per lasciare che le nostre idee politiche influenzino ciò che scriviamo".
Secondo Michaels, il sospetto di favorire la Clinton può derivare proprio dall'imitazione di Amy Poelher, che però puntualizza "La gente forse si è dimenticata che per due anni la abbiamo ridicolizzata in ogni modo possibile"
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