venerdì 25 gennaio 2008

Verso il voto: le primarie democratiche in South Carolina

L'immagine “http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/82/South_Carolina_state_flag.png/120px-South_Carolina_state_flag.png” non può essere visualizzata poiché contiene degli errori.

L'ultima tappa della corsa democratica prima del Super-martedì 5 febbraio (visto che le votazioni in Florida del 29 gennaio non hanno delegati in palio) si svolge in South Carolina, il primo stato a ratificare la prima costituzione degli USA nel 1778 ma anche il primo stato a tentare la secessione.
Oggi la Carolina del Sud è uno stato composto da una vasta percentuale di neri e ispanici, ma anche di nativi americani, ed è un territorio in cui si fanno sentire i contrasti inter-etnici non solo con i bianchi, ma anche tra le stesse minoranze, costrette da una situazione economica non florida e basata in buona parte sull'agricoltura a contendersi i posti di lavoro poco qualificati, in una lotta tra poveri che porta inevitabilmente a tensioni fra le varie minoranze, tensioni di cui la campagna elettorale non può non tenere conto.

I delegati in palio nella South Carolina sono in tutto 54, 45 eletti e 9 super-delegati.
Dei 45 eletti, 29 sono distribuiti in base ai risultati nei 6 distretti elettorali in cui è diviso lo stato, metre gli altri 16 sono distribuiti proporzionalmente ai voti ottenuti dai candidati in tutto lo stato. I 9 super-delegati verranno nominati nella convention statale che si terrà il 3 maggio. Nel 2004 qui vinse John Edwards, ma la South Carolina è stata anche una tappa cruciale nella corsa di Al Gore nel 2000 e di Bill Clinton nel 1992.

La Clinton è fortemente penalizzata dal consenso della popolazione nera nei confronti di Obama, consenso aumentato dopo la gaffe di Hillary riguardo Martin Luther King. Nell'ultima settimana la Clinton, il marito e la figlia Chelsea hanno partecipato a numerose commemorazioni dell'anniversario della nascita di King, ma la candidata ha fatto campagna elettorale soprattutto fra la popolazione ispanica, contando sul fatto che la rivalità tra neri e ispanici porta solitamente ad una diversa indicazione di voto da parte delle due minoranze.
Per la Clinton è importante contenere le perdite, mentre per Obama è necessario totalizzare il miglior risultato possibile per arrivare al Super-Tuesday con un buon bottino di delegati eletti.
I sondaggi mensili della RealClearPolitics davano la Clinton favorita a novembre, ma già a dicembre il recupero di Obama era evidente, per diventare decisivo a gennaio.
I sondaggi delle ultime settimane danno il candidato nero ad un vantaggio medio di più del 10% rispetto all'avversaria: Reuters lo dà addirittura a +15%, così come Rasmussen, mentre Mason e SurveyUsa lo danno rispettivamente a +9 e + 10%, in netto recupero rispetto alla scorsa settimana quando, secondo Rasmussen, il vantaggio era di +5%.
I bookmakers danno la vittoria di Obama al 94,5% di probabilità.
La Clinton, consapevole della sconfitta praticamente inevitabile, ha già lasciato lo stato della South Carolina per spostarsi a fare campagna elettorale nei 4 stati più ricchi di delegati: la California, New York, New Jersey e Arkansas, dove è la favorita assoluta.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Obama, secondo l'ultimo sondaggio, in Georgia batterebbe la Clinton con 13 punti di vantaggio
http://www.realclearpolitics.com/epolls/2008/latestpolls/index.html
Vantaggio importante, e ancora più importante il fatto che nei sondaggi precedenti la Clinton batteva il senatore dell'Illinois di diversi punti.
E' solo un sondaggio impazzito o un cambio di tendenza nello stato della CNN ?

Purtroppo però, al di là della Georgia, nulla cambia negli altri stati.
Notizie non incoraggianti (per i sostenitori di Obama) dall'Alabama (la Clinton sopra di ben 15 punti) e dal Massachusettes dove il vantaggio della senatrice di NY è talmente forte (37% in più) da non mettere in discussione la sua vittoria.

Democratico

Anonimo ha detto...

Su realclearpolitics.com i sondaggi riportati sono i più attendibili. Salvo miracoli, non credo che Obama abbia qualche chance. Anche se avesse un grande exploit a sud e nel Midwest (e nel secondo caso la l'impresa sembra sempre più ardua), alla Clinton rimangono gli stati del nord-est e la California, oltre ai vari delegati. Salvo colpi di scena (e me ne rammarico visto che Hillary mi mette i brividi) credo che l'esito delle primarie democratiche potrebbe essere molto più scontato di quanto non ci si attendesse nelle settimane successive ai caucus dell'Iowa.

G. ha detto...

La Georgia è un altro stato con forte presenza afroamericana, la cosa strana era il sondaggio precedente, non questo ;-)
A parte scherzi, all'inizio della campagna la Clinton era accreditata di un buon gradimento anche tra i neri, ma dopo le discussioni su Martin Luther King ha perso tutto il consenso

Anonimo ha detto...

Peccato però che negli Stati Uniti il voto dei neri è minoritario sopratutto negli stati più grandi :-(

Democratico