sabato 3 maggio 2008

Le pagelle dei vicepresidenti - i Democratici

di Vaughn Ververs (CBS News)

Stilare la lista per i Democratici è un po' più difficile, perchè bisogna vedere ancora chi sarà il primo nome del ticket. E' difficile che il candidato sconfitto accetti di fare il numero 2 dell'avversario, ma alla fine potrebbero esserci serie pressioni da parte del partito. Un partito diviso sul versante razziale, economico, sociale e di genere può essere guarito solo con un ticket unitariol, soprattutto visto il carattere storico delle due candidature ancora in corsa, che farebbe storcere il naso agli elettori per qualsiasi altra soluzione.
Se così non fosse, spunterà subito una lista. Ecco alcuni dei nomi che vengono sussurrati.

Ted Strickland: Il Governatore dell'Ohio sarà sulla lista di entrambi i candidati. Vista l'opportunità di conquistare uno stato in cui i Repubblicani sono stati sommersi da una serie di scandali politici, la scelta di Strickland potrebbe affondare le speranze del Gop di conquistare uno stato così fondamentale. Relativamente sconosciuto a livello nazionale, Strickland deve ancora assumere un ruolo importante nel processo di selezione.

Bill Richardson: Essendo stato chiamato "Giuda" da uno dei più importanti collaboratori della Clinton dopo aver appoggiato Obama, Richardson sarebbe una scelta possibile solo per il senatore dell'Illinois, che ha bisogno di conquistare i voti degli ispanici se dovesse ottenere la nomination. Ma la campagna di basso profilo condotta da Richardson suscita seri dubbi sulla sua capacità di affrontare un grande palcoscenico.

Tim Kaine: I Democratici vedono la Virginia come uno stato in cui possono vincere, e inserire il Governatore nel ticket presidenziale sarebbe per entrambi i candidati un colpo gobbo. Inoltre non proviene da Washington, e questo è un altro punto a suo favore sia secondo la Clinton che secondo Obama. Ma se la Virginia è uno stato dato per sicuro alle presidenziali, che bisogno c'è di scegliere Kaine?

Evan Bayh: Sarebbe stato un ottimo candidato presidente se avesse corso per le primarie. Il Senatore dell'Indiana darebbe un grosso aiuto non solo nel suo stato ma in tutto il Midwest. In quanto moderato, sarebbe una risposta alle prevedibili critiche dei Repubblicani verso un nominato Democratico troppo "liberal", chiunque dei due la spunti.

Joe Biden: Con oltre 30 anni di carriera politica passati in Senato, Biden non è esattamente il partner ideale per nessuno dei due, ma potrebbe essere preso in considerazione da Obama. Dopo una campagna elettorale in cui Obama è stato sempre accusato di scarsa esperienza, Biden potrebbe essere proprio il tipo di vecchio uomo politico in grado di mitigare queste critiche.


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