sabato 7 giugno 2008

Il team di McCain è pronto per le elezioni presidenziali?

di Michael Scherer (TIME)

John McCain sa come vincere con poco. Nessun candidato lo sa fare meglio: dategli un microfono e un pullman a noleggio e conquisterà uno stato con personalità e sincerità, qualche battuta e un po’ di confidenze. Quando ha conquistato la nomination a marzo, il suo team era composto da 90 persone. Un po’ come i Bad News Bears che vincono il campionato nazionale.

Ma la grinta e la fortuna ti portano solo fino a un certo punto. La campagna elettorale autunnale per le presidenziali richiede un’organizzazione massiccia. In più, McCain dovrà fronteggiare il più grande e agguerrito team su piazza. Barack Obama già da sei mesi conduce l’equivalente di una campagna elettorale nazionale, in un mese spende il doppio di quanto McCain riesce a raccogliere nello stesso periodo, ha finora 700 collaboratori e copre già alcuni dei maggiori swing states.
McCain invece sta ancora cercando gli argomenti principali per la campagna elettorale e non ha ancora formato un team. E sta anche provando a creare una campagna elettorale per vincere su larga scala, e i precedenti non lo aiutano: il suo tentativo di presentarsi come il candidato ufficiale del GOP nello scorso luglio si concluse con uno spettacolare fallimento che compromise in maniera quasi irrimediabile la sua corsa nelle primarie.
Tuttavia McCain ostenta fiducia “Sono contento di come sta andando la campagna elettorale” ha detto prima del Memorial Day “stiamo andando molto bene”. Ma anche mentre parlava i problemi spuntavano da tutte le parti.

Quello stesso pomeriggio, McCain è stato costretto ad annunciare il rifiuto dell’endorsement di due discussi pastori evangelici, John Hagee del Texas e Rod Parsley dell’Ohio, il cui appoggio era stato in precedenza cercato, difeso e celebrato come una pietra miliare dell’accordo con la base conservatrice cristiana del partito. Il giorno dopo, la moglie Cindy ha reso pubblica la sua dichiarazione dei redditi dopo aver ribadito per molte settimane di non volerlo fare. Cinque consiglieri di McCain, compreso l’ex rappresentante al Congresso Tom Loeffler, sono stati sollevati dall’incarico per legami con le lobby, e altri probabilmente li seguiranno.
Lo staff sembra in cerca di stabilità. A metà maggio, McCain ha chiesto l’aiuto dell’ex consigliere Mike Murphy, che tra le altre cose ha suggerito di ammorbidire i toni nei confronti di Obama. Inoltre lo staff è stato costretto a indire una conferenza stampa per rassicurare i finanziatori dopo la fuoriuscita di Loeffler.
E le preoccupazioni sono molteplici anche nel partito, in particolare sulla capacità di McCain di reggere quando il gioco si farà duro, e di fronteggiare l’umore del paese, che sicuramente non migliorerà nei prossimi mesi.

Uno dei problemi di McCain sarà trovare l’equilibrio rispetto a George Bush: da un lato deve assicurarsi il consenso dei conservatori lodando la strategia del Presidente in Iraq, ma contemporaneamente deve condannare i risultati di quella strategia. Ora appoggia la politica fiscale del Presidente, che prima osteggiava. Quando Bush, la scorsa settimana, è volato a Phoenix per raccogliere fondi per McCain, i due si sono incontrati lontano dalle telecamere per non essere immortalati insieme.
A questo vanno aggiunti altri scandali minori, come quello riguardante due assistenti di McCain che in passato hanno lavorato per la giunta militare della Birmania. E ci sono perplessità riguardo la strategia adottata da McCain con la stampa. Il Repubblicano è solito invitare i giornalisti dovunque vada, rispondendo a tutte le domande, ma questo lo espone al rischio di commettere qualche gaffe "McCain è l'unica persona che pensa di poter vincere le elezioni in questo modo. Obama tiene la stampa a distanza. Perchè? Perchè vuole vincere" ha detto un consigliere di McCain.
Ma già in passato McCain ha sfidato le convenzioni e vinto. I suoi indici di gradimento tra indipendenti e Repubblicani sono alti, e nei sondaggi è appaiato ad Obama. Un consigliere di un ex rivale di McCain nelle primarie ha così sintetizzato "Senza raccogliere fondi, senza eccitazione nella base, con la tossica eredità di Bush, McCain sembra in grado di vincere. Sarebbe tipico di John McCain".

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