sabato 7 giugno 2008

Il discorso di congedo di Hillary Clinton


Al National Building Museum di Washington si consuma in questi minuti l'ultimo atto della campagna elettorale di Hillary Clinton, che annuncia il suo ritiro dalla corsa e la sua volontà di sostenere pienamente la candidatura di Obama.

"Questa non è esattamente la festa che avevo in mente, ma sicuramente mi piace questa compagnia e oggi voglio iniziare dicendo quanto sia grata a tutti voi, e in particolare a tutte quelle donne di 80 e 90 anni, nate prima che le donne avessero il diritto di voto, e che quest'anno hanno voluto sostenermi. Continuerò a lottare con voi, i sogni che abbiamo condiviso meritano di essere portati avanti. Il mio impegno verso di voi e verso il progresso che cerchiamo è indissolubile.
Il modo di continuare la nostra battaglia ora, di raggiungere gli obiettivi per cui abbiamo lottato, è prendere le nostre energie, la nostra passione, la nostra forza e fare tutto ciò che possiamo affinchè Barack Obama sia il prossimo Presidente degli Stati Uniti.
Oggi sospendo la mia campagna elettorale, mi congratulo con lui per la sua vittoria e per la sua straordinaria corsa. Lo appoggio e gli dò il mio pieno supporto, e chiedo a tutti voi di unirvi a me nel lavorare duro per Barack Obama come avete fatto per me.
Tutti noi sappiamo che è stata una dura lotta, ma il partito Democratico è una famiglia, è adetto è tempo di rafforzare i legami che ci tengono assieme e di radunarci attorno agli ideali che condividiamo, ai valori che abbiamo a cuore, al paese che amiamo. Possiamo aver percorso strade diverse, ma oggi ci incontriamo.
Alle donne dico, non pensate a quello che sarebbe potuto accadere. Ogni momento che sprecate guardandovi indietro ci impedisce di andare avanti. La vita è troppo breve, il tempo è troppo prezioso e la posta in palio è troppo alta per struggerci su quello che poteva essere. Obama può essere il primo presidente afroamericano. Io potevo essere la prima presidentre donna.. Anch'io mi sono candidata per superare i pregiudizi, nei confronti delle donne. Mi sono candidata come madre pensando a sua figlia
Un giorno vivremo in un'America dove tutti avranno un'assicurazione sanitaria. Per questo dobbiamo lottare perchè Obama venga eletto. Sarà un'America più forte in cui tutti avranno più dignità. Per questo dobbiamo aiutare Barak Obama a essere eletto. Per questo ora dico con lui Yes we can"

1 commento:

Anonimo ha detto...

E che farà Hillary? Tutto, meno che scomparire. Fin da ragazza ha voluto essere al centro, la più brillante a scuola, la più esperta come avvocato, la più affidabile delle mogli, la più credibile in politica. Chiamala ambizione, oppure voglia di cambiare il mondo, il fatto è che Hillary ha il talento della capitana coraggiosa. È difficile amarla, perché è troppo dura, determinata, disciplinata, tosta, dentro la sua divisa da battaglia, l’eterno tailleur-pantalone. Ma per le stesse ragioni, è facile ammirarla.
Ora, la donna che voleva diventare l’uomo più potente del mondo medita di presentarsi alle elezioni del 2012. Avrà allora 65 anni, l’esperienza della sconfitta e la rabbia giusta per prendersi la rivincita. E se non ce la farà neppure la prossima volta, ecco pronta per il 2016 la figlia Chelsea, che allora avrà 36 anni. Così ha detto Bill, un po’ scherzando e un po’ no. Ma è già uscita la spilla elettorale "Chelsea 2016", con la scritta: «Il tailleur-pantalone passa alla nuova generazione». Per la dinastia dei Clinton, la Casa Bianca è un vizio di famiglia.
Franca Zambonimi nella sua rubrica "Arrivederci..." su Famiglia Cristiana del 15.06.2008.


Daniele