Come da tradizione, all'avvicinarsi dei momenti decisivi delle primarie i grandi opinion leader sciolgono la riserva a favore di un candidato. Si tratta di una consuetudine anche per i giornali indipendenti, che non ha nulla a che vedere con l'obiettività delle stesse testate ma che è basata su motivazioni specifiche.
Il New York Times con due editoriali ha ufficialmente fatto endorsement a favore di Hillary Clinton e John McCain.
Ecco la traduzione di alcuni dei passaggi più significativi dei due articoli:
Il NY Times descrive la Clinton come "brillante ma severa", Obama come "incandescente ma ancora indefinito" mentre Edwards ha "ravvivato la corsa con una buona dose di puro populismo".
"In vista delle primarie del 5 febbraio nei più grandi stati, gli editorialisti del NY Times raccomandano fortemente di votare per Hillary Clinton [...] Ci è piaciuta la fiera arte oratoria di John Edwards, ma non possiamo appoggiare la sua candidatura. L'ex senatore dell North Carolina ha ripudiato così tante delle sue posizioni precedenti, così tanti dei suoi voti al Senato che non possiamo essere sicuri di dove si collochi ora. [..] Scegliendo la Clinton non neghiamo l'appeal di Obama e i suoi pregi.Nell'articolo su McCain, potete notare un violentissimo attacco del NYTimes contro l'ex sindaco della città, Giuliani.
L'idea che possa essere il primo afro-americano candidato alla presidenza è entusiasmante quanto la prospettiva della prima donna candidata. Ma non è
questa la ragione della scelta. [..] Per quanto riguarda i grandi temi, non c'è una grande distanza tra i due. Si sono impegnati a terminare la guerra in Iraq, a rendere la tassazione più equa, a tagliare le spese, a preoccuparsi dei temi sociali e delle libertà civili e a mettere fine alle divisioni politiche. Obama ha incentrato la campagna elettorale su un eccitante concetto di cambiamento, ma non ha il monopolio delle idee su come migliorare il governo. Mrs. Clinton a volte esagera l'importanza del suo curriculum. Sentendola però parlare della presidenza, delle sue politiche e delle risposte ai problemi dell'America, siamo colpiti dalla sua profonda competenza, dalla sua intelligenza e, sì, dalla sua esperienza.[...]
Obama mostra ai suoi elettori di capire quanto siano desiderosi di una rottura e di un cambiamento rispetto agli anni di Bush. Anche noi ne siamo desiderosi, ma abbiamo bisogno che sia più specifico delle sue vaghe promesse, e che chiarisca come
vorrebbe governare. La prospettiva di una grande presidenza di Obama è attraente, ma questo paese deve fronteggiare enormi problemi, e senza dubbio ne dovrà fronteggiare altri che non possiamo prevedere. Il prossimo presidente deve iniziare
immediatamente a proporre soluzioni concrete, e Mrs. Clinton, al momento, è la
più qualificata per farlo.
Eravamo contrari alla decisione di Bush di invadere l'Iraq e alla decisione della
Clinton di votare a favore, ma adesso non si sta parlando di questo, ma di come mettere fine alle guerra. Mrs. Clinton non solo sembra più consapevole di Obama delle conseguenze del ritiro, ma sta già pensando a quali passi diplomatici e strategici fare per contenere il caos in Iraq dopo che le truppe americane si saranno ritirate. [...]Così come abbiamo raccomandato fortemente la sua candidatura, spingiamo
affinchè Mrs. Clinton cambi il tono della sua campagna".
"Siamo in forte disaccordo con tutti i candidati Repubblicani in corsa per la presidenza. I principali candidati non hanno piani per uscire dall'Iraq [...] e non sanno affrancarsi dall'eredità di Bush. Tuttavia bisogna fare una scelta ed è semplice. Il senatore John McCain è l'unico repubblicano che ha promesso di mettere fine allo stile di governo di Bush.[...]
Ci hanno fatto rabbrividire gli occasionali e strategici tentennamenti verso destra, perchè sappiamo che McCain è molto fermo sui suoi principi. E' stato uno dei primi a battersi contro il riscaldamento globale e ha messo a repentaglio il suo consenso nel dibattito sull'immigrazione.[...]
Perchè, da principale giornale di New York, non appoggiamo Giuliani? Perchè non appoggiamo l'uomo che si è contraddistinto l'11 settembre mentre tutti gli altri erano altrove? [...] Perchè quell'uomo non è candidato. Il vero Giuliani, che molti newyorkesi conoscono e disistimano, è un uomo vendicativo e ossessivo che non ha voluto limitare i poteri della polizia.[...] Quando parla di prudenza fiscale noi tutti ricordiamo l'enorme deficit che ha lasciato al suo successore. Ha licenziato il capo della polizia William Bratton, il fautore della lotta al crimine, perchè non voleva dividere le luci della ribalta.[...] Rudolph Giuliani ha trasformato la tragedia dell'11 settembre in un businness.[...]
Gli altri candidati non sono meglio. [...] E' difficile trovare un argomento su cui Mitt Romney non si sia spostato a destra. E' impossibile immaginare cosa farà se dovrà guidare la nazione.[...]
McCain è stato uno dei primi repubblicani a denunciare quanto male veniva
gestita la guerra in Iraq.[...] Non siamo d'accordo sulle sue posizioni riguardo le unioni gay, ma nel 2006 si è battuto per i diritti umani dei prigionieri di guerra e per vietare le torture [...] e ha lavorato con Ted Kennedy sulla riforma dell'immigrazione.
Ciò non fa di lui un moderato, ma lo rende la migliore scelta possibile per la presidenza"
1 commento:
Purtroppo nulla di nuovo.
Ennesima dimostrazione che la Clinton è appoggiata dai poteri forti e
da chi, negli States, conta veramente in termini di potere economico, politico, mediatico e sociale
E come sempre accade le minoranze svantaggiate, in questo caso gli ispanici, dimostrano di essere solo delle marionette nelle mani delle classi dirigenti.
Democratico
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