venerdì 18 aprile 2008

Puerto Rico...di delegati

Nonostante il voto a Porto Rico sia previsto solo per il 1 giugno, due giorni prima della chiusura della stagione delle primarie, è già cominciata la campagna elettorale perchè questo territorio liberamente associato agli Usa è, dopo Pennsylvania, North Carolina e Indiana, lo stato con il maggior numero di delegati in palio tra quelli ancora da assegnare, 63. Non c'è quindi da meravigliarsi che, con quasi due mesi d'anticipo, Bill Clinton sia sbarcato sull'isola per un inedito tour elettorale in una terra in cui Hillary gode già di un forte vantaggio nei sondaggi.

La storica visita - è la prima volta che si fa campagna elettorale per le presidenziali a Porto Rico - è stata accompagnata dal tipico folklore locale, e il Washington Post riferisce che già dalla mattina alcuni camion attraversavano le strade ripetendo dagli altoparlanti "Sì! Bill Clinton està aquì". Bill ha fatto tappa a Barceloneta, accompagnato da una banda di suonatori di secchi d'acciaio dell'immondizia, ballerine di salsa e guardie del corpo con camicie hawaiiane.
Bill Clinton, che da Presidente non si era mai recato sull'isola, ha spiegato ai portoricani che potranno essere decisivi nella nomination, assicurando che la moglie Hillary onorerà sempre il supporto che le verrà dato dagli elettori dell'isola.

Questa non è solo una delle tante promesse elettorali: gli abitanti di Porto Rico, quasi 4 milioni di persone, non votano alle elezioni presidenziali poichè hanno un capo dello stato locale. Tuttavia, come stato associato, Porto Rico dipende dagli Usa su molti temi, come il sistema sanitario e gli stipendi, e da più parti si chiede una migliore regolamentazione dei rapporti con gli Stati Uniti. Queste primarie sono un'occasione irripetibile per far sentire la propria voce, ed è importante per i candidati impegnarsi in modo credibile con la popolazione.

La visita di Bill Clinton all'università di Barceloneta non è però filata del tutto liscia, soprattutto per motivi di lingua. L'intero convegno si è infatti tenuto in spagnolo, lingua con cui Clinton ha dimostrato una scarsa familiarità. Senza inteprete al seguito, il dialogo con i rappresentanti locali è stato alquanto complicato. Le cose non sono migliorate durante il discorso dell'ex Presidente, che ha parlato in inglese senza interprete, suscitando il malcontento di una ampia fetta dei partecipanti, che parlavano solo lo spagnolo.

Il WP riferisce che a Porto Rico la politica è vista come uno "sport nazionale", giocato da tre fazioni: una vuole che l'isola diventi uno stato dell'Unione, una vuole l'indipendenza e una vuole rimanere uno stato associato. Perciò sia la Clinton che Obama hanno il delicato compito di rimanere neutrali sul tema dello statuto dell'isola, tentando di conquistare voti da tutte e tre le fazioni senza sbilanciarsi sul tema. I portoricani hanno tuttavia tentato di interpretare le posizioni espresse in merito dai due candidati: la Clinton ha promesso una soluzione sullo status dell'isola, parlando della possibilità di un referendum popolare, mentre Obama ha detto di considerare tutte le possibilità ma di prediligere lo stato di commonwealth con gli Usa.

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