giovedì 17 aprile 2008

Resoconto del dibattito di Philadelphia


La stagione del voto sta per ricominciare dopo la pausa di oltre un mese, e ricomincia da dove la avevamo lasciata: la Clinton e Obama che si affrontano in un dibattito televisivo nel prossimo stato in cui si voterà.
Nel confronto in Pennsylvania la Clinton ha giocato d'attacco, costringendo Obama a stare sulla difensiva come da alcune settimane a questa parte. Tuttavia, rispetto al passato, la Clinton ha rinunciato a giocare la carta dell'eleggibilità.
Dopo le dichiarazioni iniziali, il moderatore del dibattito ha chiesto ai due candidati di esprimersi sulla proposta di Mario Cuomo di un deam ticket con il perdente dei due che accetta di fare il vice dell'altro. Entrambi hanno però evitato di rispondere, ed è stata una delle poche cose su cui hanno concordato.
Poi il moderatore è passato al tema caldo della settimana: le frasi di Obama sugli abitanti "inaspriti" della provincia. Obama si è detto sorpreso per la reazione alle sue dichiarazioni, affermando di essere stato frainteso, e che la gente è "frustrata e arrabbiata". La Clinton ha ricordato che suo nonno era un fattore della Pennsylvania e che lei capisce meglio di chiunque altro lo stato d'animo della provincia americana.
E' stato chiesto alla Clinton se ritenga che Obama possa vincere contro McCain: dopo aver glissato per qualche minuto, alla fine la senatrice ha risposto "Sì, sì, sì". Quando gli è stato chiesto se la Clinton potrebbe battere McCain, Obama ha risposto subito "Assolutamente".
Altro tema caldo sono i legami di Obama con il Reverendo Wright e con William Ayers, attualmente docente universitario ma negli anni '70 aderente di un movimento terrorista. Obama ha ricordato il passato di Wright nei marines e ha giustificato la sua rabbia, negando però che la questione-Wright potrebbe essergli fatale alle presidenziali. Obama ha poi ricordato che quando Ayers era un terrorista, lui aveva 8anni. La Clinton non ha messo il dito nella piaga, ma ha fatto notare le amicizie discutibili di Obama, citando anche Louis Farrakhan.
La Clinton si è poi dovuta giustificare per la gaffe sulla Bosnia, ma in questo caso Obama ha preso le sue difese, dicendo che una campagna elettorale così importante non dovrebbe concentrarsi su queste sciocchezze.
Altro punto su cui i due candidati concordano è la politica estera: vogliono il ritiro delle truppe dall'Iraq ma appoggerebbero una risposta decisa contro l'Iran se questo attaccasse Israele (su questo punto Obama è stato più risoluto, mentre la Clinton ha parlato di generiche "rappresaglie" contro l'Iran).
Sulla politica fiscale, la Clinton ha ribadito il suo impegno ad abolire gli sconti fiscali decisi da Bush per i grandi redditi. Obama si è impegnato a tagliare le tasse per i redditi al di sotto dei 200.000 o dei 250.000 dollari.
Il moderatore stuzzica i candidati a proposito delle loro posizioni sul controllo delle armi: entrambi sono per norme più restrittive, ma in questa fase della campagna non ne parlano perchè è una posizione impopolare nella provincia americana. La Clinton risponde "Molti possessori di armi da fuoco chiedono che siano tenute lontane dalle mani sbagliate", mentre per Obama "Su questo argomento dobbiamo andare oltre le divisioni politiche e cercare una soluzione efficace".
La Clinton è decisamente più a suo agio quando parla della necessità di abbassare i costi del gas, accusando il mercato di essere manipolato.
L'ultima domanda riguarda, neanche a dirlo, i superdelegati. Il moderatore chiede di lanciare un appello ai big del partito ancora indecisi, la Clinton parla per prima e dice che "C'è bisogno di un combattente alla Casa Bianca. Potete contare su di me, sapete chi sono". Obama invece torna a puntare sulla sua forza inspiratrice "Siamo ad un momento decisivo della nostra storia, e dobbiamo essere capaci di arrivarci con una nuova coalizione politica".

In conclusione, forse a causa del suo status di front-runner, forse perchè i moderatori non volevano essere accusati come al solito di essere più cattivi con la Clinton, questo è stato il dibattito in cui Obama è stato messo maggiormente sotto pressione su molteplici argomenti (non solo Wright e le dichiarazioni sulla provincia americana, ma anche il fatto che non indossi una spilla con la bandiera americana). Il senatore ha messo a segno un paio di punti evidenziando l'elitarismo della Clinton a proposito di suoi commenti risalenti al 1992 (in cui sembrava snobbare le casalinghe) e riguardo la grazia concessa da Bill Clinton ai terroristi del gruppo a cui apparteneva Ayers. La Clinton è sembrata non voler esagerare negli attacchi, preoccupata forse di danneggiare oltremodo l'eleggibilità del suo avversario nel caso fosse Obama ad ottenere la nomination.

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