domenica 13 aprile 2008

Karl Rove spiega come vincere la convention / 2

Ed ecco la seconda e ultima parte del prontuario che Karl Rove, ex braccio destro di George W. Bush e stratega delle sue vincenti campagne presidenziali, ha scritto per Newsweek in previsione di una convention Democratica aperta ad ogni possibile esito. Sulla base di 180 anni di storia delle convention, Rove traccia una serie di regole d'oro per ottenere la nomination. Qui trovate la prima parte.

Come vincere una sfida all'arma bianca

Regola #3: I delegati sono tutto. I delegati sono l'ultimo anello della catena alimentare della politica. Ma la convention è il loro momento di gloria. Non dateli per scontati, fate ogni sforzo per venire incontro a tutti i loro legittimi (e legali) bisogni. Sin da ora gli staff dovrebbero già avere un database con ogni informazione possibile sui delegati - date di compleanno, allergie, hobby, interessi. In caso contrario, bisogna darsi una mossa.
Esercitate il controllo sulle delegazioni statali e anche sui gruppi all'interno di ogni delegazione. Fateli soggiornare, mangiare e bere con i loro capi, e stabilite un efficace e rapido sistema per riferire ogni problema, perchè in un testa a testa anche i piccoli gruppi di delegati contano. Nella convention Repubblicana del 1952, Eisenhower ricevette un sostegno decisivo da parte di 19 delegati del Minnesota vincolati al suo rivale Harold Stassen, al secondo dei suoi nove tentativi di elezione. I 26 delegati di John Edwards potrebbero risultare decisivi in questa occasione.
Inoltre assicuratevi che la vostra organizzazione riesca a comunicare istantaneamente e prendere decisioni rapide. Nella convention del Gop del 1976 il team di Ford si accorse subito dell'insoddisfazione dei delegati del Mississippi per la scelta del vicepresidente di Reagan. I collaboratori di Ford convinsero perciò il Mississippi ad accantonare il winner-take-all dando a Ford una piccola ma decisiva quota di delegati.

Regola #4: Ci vuole una strategia per vincere. Qualsiasi combinazione di endorsement, annunci, dichiarazioni e apparizione riusciate a mettere in piedi, fatelo. Nelson Polsby, uno dei maggiori esperti di convention, ha scritto che i delegati "si comportano in modo da massimizzare il loro potere politico...I delegati scambieranno i loro voti per accedere al candidato che ritengono possa ottenere la nomination". Perciò date l'idea di una comitiva per il vostro candidato, e invitate i superdelegati a bordo.
Ma non fate cose che mettano in difficoltà il vostro candidato. Nel 1976, Ronald Reagan provò a dare uno scossone alla situazione nominando il suo candidato vice alcune settimane prima della convention. La scelta cadde sul senatore Richard Schweicker, un moderato della Pennsylvania, che portò a Reagan qualche delegato in più. Ma la scelta indispettì i conservatori (da qui nacque la rivolta dei delegati del Mississippi).
Inoltre conservate qualche sorpresa, e trattenete alcuni voti. Bisogna avere buone notizie in ogni giornata della convention, specialmente in quella del voto. Nel 1940 Sam Pryor, capo dello staff di Wendell Wilkins, portò via costantemente i sostenitori degli avversari, ma li aggiunse tra quelli del suo candidato pochi alla volta, così in ogni votazione le quotazioni di Wilkins salivano mentre quelle degli avversari crollavano.
Poichè la convention di quest'anno avrà probabilmente un solo voto, fate in modo che qualche superdelegato si esprima a vostro favore appena prima o durante la convention.

Regola #5: Attenzione all'immagine. Le convention sono elaborate produzioni pensate per la Tv. Viviamo nella società dell'immagine, ogni momento e ogni evento deve essere preparato. I media si lamenteranno, ma pensate a quali messaggi e a quando volete mandarli. La sceneggiatura deve essere sufficientemente efficace e interessante da trattenere gli obiettivi sul candidato e non altrove. Il bacio tra Al e Tipper Gore, ad esempio, fu un'ottima mossa. E fornite contenuti freschi in continuazione. Nell'era di YouTube c'è sempre qualcuno che guarda. E se non create contenuti in tutti i canali disponibili, lo farà qualcun altro.
Le convention nazionali sono in parti uguali luna park, soap opera, lezioni di politica e feste. Sono spesso caricaturali e anacronistiche. Ma sono un elemento importante nella liturgia della democrazia. E se negli ultimi decenni le convention sono diventate asettiche, prevedibili e spesso ignorate dalla stampa, quest'anno per i Democratici potreebbe essere diverso.

Certamente a giugno uno dei due candidati potrebbe prevalere. Ma se a separarli ci saranno solo pochi delegati, e molti superdelegati saranno ancora indecisi, e le questioni di Michigan e Florida non saranno risolte, beh allora per la costernazione dei Democratici Denver potrebbe diventare lo scenario di una tragedia o di una vendita di cavalli. Per l'ultimo anello della catena alimentare politica, vale sempre la pena di seguire una convention. Quest'anno più del solito.



© 2008 Newsweek, Inc.

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