Il Comitato Rules and Bylaws, composto da 30 membri incaricati di interpretare e far applicare le regole del partito, si riunirà il 31 maggio per decidere cosa fare dei 366 delegati di Michigan e Florida. Dalle voci di corridoio registrate da Associated Press, le possibilità che la commissione riammetta senza condizioni i due stati sono quasi nulle, ma anche se lo facesse non basterebbe alla Clinton per superare Obama nel computo dei delegati.
L'anno scorso, il comitato comminò ai due stati la pena più dura prevista per aver programmato le loro primarie a gennaio, anche se avevano ricevuto istruzioni di non votare prima del 5 febbraio. Michigan e Florida persero i loro delegati e tutti i candidati concordarono nel non fare campagna elettorale nei due stati.
Ma adesso tutti sono d'accordo nel dire che almeno una parte di delegati deve essere restituita come gesto di unità del partito e per rispettare gli elettori in vista delle elezioni generali.
La Clinton ha chiesto una riammissione totale: lei ha vinto in entrambi gli stati, anche se Obama non ha fatto campagna in Florida e non era presente sulla scheda in Michigan.
L'Associated Press ha intervistato un terzo dei membri del comitato e diversi altri Democratici coinvolti nei negoziati, e ha trovato un diffuso accordo sul fatto che i due stati vadano penalizzati anche per impedire che altri si comportino nello stesso modo in futuro.
"Vogliamo essere corretti con i candidati, ma anche con i 48 stati che hanno rispettato le regole" ha detto il segretario del DNC Alice Germond, membro del comitato "Non vogliamo il caos nel 2012. Vogliamo che Florida e Michigan siano rappresentati in qualche modo, questa è la posizione della maggioranza di noi. Sono due stati importanti per le presidenziali, e gli elettori non hanno nessuna colpa per quanto accaduto".
Dei 30 membri, 13 sono dichiaratamente pro-Clinton, 8 sono per Obama e 9 non hanno ancora dichiarato la loro preferenza.
"Ci sono i delegati e devono esserci le delegazioni per questi stati" dice Don Fowler, ex presidente del partito e supporter della Clinton "il problema è come arrivarci, perchè ogni decisione potrebbe danneggiare qualcuno". Tuttavia si dice fiducioso nella possibilità di un accordo che accontenti tutti.
La leadership di Obama tra i delegati lo mette in una posizione di forza: addirittura potrebbe raggiungere la nomination prima della riunione del comitato se manterrà questo ritmo di acquisizione di superdelegati. In ogni caso potrebbe essere generoso e concedere alla Clinton la maggior parte dei delegati dei due stati, una scelta che lo metterebbe in buona luce con gli elettori di Florida e Michigan a novembre.
La Clinton vorrebbe vedere riconosciuto il risultato perchè così avrebbe la leadership nel voto popolare - anche se si tratterebbe di un distacco di soli 5.000 voti su oltre 34 milioni. Inoltre i suoi calcoli non tengono conto di alcuni caucus state in cui il numero totale di voti non è stato incluso.
Obama non ha dato pubblicamente indicazioni ai membri del comitato. La Clinton che chiede la riammissione completa, ma i suoi consiglieri potrebbero proporre una soluzione alternativa prima della riunione: Tery McAuliffe ha detto domenica alla NBC che sarebbe "accettabile" un dimezzamento dei delegati rispettando i risultati di gennaio.
Se le elezioni di gennaio fossero valide, la Clinton avrebbe 178 delegati in più e Obama 67, con un distacco quindi di 111 voti. Nell'ultimo conteggio però la Clinton è distanziata da Obama di circa 190 delegati, quindi non potrebbe pareggiare neppure in questo caso.
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