sabato 24 maggio 2008

La gaffe di Hillary: "Non mi ritiro, Bob Kennedy fu ucciso a giugno"

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Tra tutti i motivi addotti da Hillary Clinton per il suo mancato ritiro, quello scelto in South Dakota durante un incontro con la stampa conquista di diritto il primo posto tra le gaffe di questa campagna elettorale.
Alla domanda sul perchè non si sia ancora fatta da parte, la senatrice ha risposto
"Sono in politica da molto tempo e so come vanno certe cose. Mio marito non conquistò la nomination fino a che non vinse le primarie in California alla metà di giugno, no?
E tutti ricordiamo che Bob Kennedy fu assassinato a giugno".
Una dichiarazione del genere, in un momento oltretutto in cui le misure di sicurezza attorno a Barack Obama sono state notevolmente rafforzate per il timore di attentati, ha portato reazioni facilmente immaginabili.
Da parte di Obama non sono arrivati commenti particolarmente polemici, il portavoce Bill Burton si è rifiutato di replicare direttamente e di ripetere la frase della Clinton, limitandosi a dire "Le dichiarazioni della senatrice Clinton sono state un infortunio che non deve trovare spazio in questa campagna elettorale".
Hillary Clinton ha rilasciato quasi subito un comunicato chiarificatore
"I Kennedy sono costantemente nei miei pensieri in questi giorni a causa delle condizioni di Ted Kennedy, e mi dispiace di aver fatto riferimento a un momento traumatico per la famiglia e per tutta la nazione. La mia intenzione era quella di citare dei casi in cui la nomination è stata decisa dopo giugno".
Karen Tumulty, di Time, ha però scoperto che la Clinton aveva fatto riferimento agli stessi episodi anche in un'intervista dello scorso marzo. Inoltre Mark Shields della PBS ha ricordato che nelle primarie del 1968 Robert Kennedy decise di entrare solo alla metà di marzo, e quindi non si trattò di una competizione lunga come questa.
E altri commentatori hanno rincarato la dose smentendo l'altra parte della dichiarazione della senatrice: Bill Clinton ebbe la strada spianata verso la nomination già da marzo del 1992, quando il suo principale rivale Paul Tsongas annunciò il ritiro (qui l'articolo del New York Times del 20 marzo '92)

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