Definire l'immagine del proprio avversario è sempre un punto chiave in una campagna elettorale, e bisogna dire che in questo i Repubblicani hanno dimostrato spesso di avere una marcia in più. Già dopo le primarie del Potomac il 12 febbraio, McCain lanciò un primo attacco, molto circostanziato, a Obama, parlando di promesse sfuggenti e di immagine messianica "Incoraggiare il paese solo con la retorica e non con le idee derivate dalla forza della libertà, non è una promessa di speranza" e in un'altra occasione "Non cerco la presidenza perchè con la presunzione di essere stato prescelto dalla storia per salvare il paese".
La linea di attacco è quella di dipingere Obama come inesperto, ambizioso ed elitario, sostenuto dai media ma privo del giudizio necessario per essere il comandante in capo, una linea d'attacco che durerà fino alle presidenziali.
"Spiegheremo che Barack Obama è un meraviglioso giovane oratore che diffonde idee vecchie e screditate, incluso il più grande aumento di tasse dai tempi della candidatura di Walter Mondale" spiega Steve Schmidt, consigliere di McCain.
Ma se il protrarsi delle primarie in casa Democratica indebolisce i due oppositori di McCain, ha anche un aspetto positivo: tutta l'attenzione dei media è ancora sulla Clinton e su Obama, e le critiche dei Repubblicani non hanno ancora avuto una adeguata risonanza.
E' facile immaginare che l'inesperienza di Obama verrà messa a confronto con il curriculum di McCain, senatore senior ed eroe di guerra, e si rifletterà anche nel fatto che, nella sua breve permanenza in Senato, Obama non ha avuto modo di farsi notare come legislatore.
Anzi, le azioni di Obama in Senato dalla sua elezione ad oggi saranno passate al setaccio alla ricerca di altre vulnerabilità. McCain ha già iniziato parlando del voto contrario di Obama alla nomina del giudice John Roberts come capo della Corte Suprema "A Obama piace parlare della sua capacità di fare accordi bipartisan pur di realizzare i progetti. Ma quanto il Giudice Roberts è stato nominato, dov'era questo ragazzo che vuole realizzare i progetti?".
Entrambi i candidati hanno più volte dichiarato di voler condurre una campagna elettorale rispettosa dell'avversario, ma questo sinora non li ha frenati dal tirare colpi proibiti. La scorsa settimana Obama ha detto che McCain è "disorientato", e la settimana precedente McCain aveva detto che il problema di Obama non è tanto l'inesperienza ma "l'inesperienza connessa alla mancanza di capacità di giudizio, che si esprime nel volersi sedere allo stesso tavolo con chi vuole distruggere lo stato di Israele, o nel voler aumentare le tasse".
"Entrambi i candidati si proclamano agenti del cambiamento" dice Charles Black, statega di McCain "ma indovinate chi ha le credenziali maggiori? E' McCain, non Obama".
McCain ha una grave vulnerabilità su cui Obama farà leva, la guerra in Iraq, ma ha anche avuto un'alleata involontaria: Hillary Clinton.
Molte delle frecce nell'arco del Repubblicano sono già state usate dalla Clinton, anche se con risultati non eccezionali.
"Solo perchè alla Clinton è andata male non significa che non funzioneranno con McCain" spiega Amy Walter, editor della rivista politica The Hotline "stiamo parlando di due tipi diversi di pubblico".
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