mercoledì 11 giugno 2008

I sostenitori della Clinton diffidano ancora di Obama

Nonostante la conclusione della corsa di Hillary Clinton, e il suo endorsement al grido di "Yes, we can", i supporter della Senatrice, almeno in Ohio, non sembrano ancora disposti a mettersi alle spalle l'avversità nei confronti di Barack Obama. Lo dimostrerebbe un'inchiesta condotta da The Columbus Dispatch il 9 giugno.
Soprattutto nel sud dell'Ohio, uno degli stati in bilico che potrebbero decidere l'assegnazione della Casa Bianca, è ancora forte l'eco di quelle frasi di Obama sulla provincia americana "incattivita e aggrappata alla religione e alle armi".
Alla diffidenza verso Obama fa da contraltare la paura che McCain proseguirebbe la politica di Bush, che ha portato l'Ohio in una gravissima recessione economica, aggravata dall'alto tasso di disoccupazione e dal prezzo dell'energia, particolarmente sentito in una regione industriale come questa. L'Ohio, negli ultimi 16 anni, ha votato con percentuali altissime per Bill Clinton nel 1992 e nel 1996 e per George W. Bush nel 2000 (nel 2004 fu oggetto di una disputa ma alla fine la spuntò Bush per pochi voti, che furono però decisivi per la rielezione).

L'Ohio è solo una spia del disagio dei clintoniani, disagio che comincia a preoccupare il partito, soprattutto dal momento che McCain sembra voler puntare decisamente a questa fetta di elettorato. Mentre la Clinton, nel suo discorso di sabato scorso, invitava i suoi supporter a "impegnarsi per Barack Obama come avreste fatto per me", suo suo sito web in molti chiarivano che non avrebbero mai votato per Obama, mentre si facevano vivi anche sostenitori di McCain che invitavano a visitare il sito del Repubblicano.
A maggio, quando i leader Democratici hanno deciso di dimezzare le delegazionid i Florida e Michigan, i numerosi sostenitori della Clinton radunatisi a Washington per chiedere una riammissione totale dei due stati urlavano "Let's go, McCain".
Dagli ultimi sondaggi risulta che se Obama non scegliesse la Clinton come vice, un 22% dei suoi supporter non voterebbe per lui, e il 17% voterebbe McCain.
Questi numeri non sono passati inosservati nello staff di McCain, che ha iniziato a corteggiare l'elettorato della senatrice, specialmente le donne e la classe operaia bianca.
Poche ore dopo il discorso di congedo di Hillary, uno dei consiglieri di McCain, Michael Goldfarb, scriveva sul blog ufficiale della campagna elettorale che "nel quartier generale di McCain c'è un sincero affetto per la Clinton, è stata una candidata formidabile che ha ispirato una generazione di donne, ma è caduta vittima di una cospirazione di sinistra che si è risentita per le sue posizioni moderate in politica estera".

I Democratici conoscono bene questo sentimento, e i sondaggi dicono che l'affezione per le persone sta diventando sempre maggiore rispetto a quella per il partito. Nel 2004 i sostenitori di Howard Dean, delusi per il fallimento del loro beniamino, non seguirono John Kerry, ma solo l'8% arrivò a sostenere Bush.
Lo staff di Obama lascia trasparire ottimismo, ritenendo che la passione derivata da queste lunghe primarie comincerà a svanire presto cedendo il campo ad una maggiore razionalità, che permetterà agli elettori della Clinton di comprendere che le posizioni di McCain su praticamente tutti i temi sono agli antipodi di quelli della Senatrice.

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