lunedì 16 giugno 2008

La regola di Lincoln: l'organizzazione prima di tutto

di Karl Rove (Wall Street Journal)

La politica è diventata tecnologica con sofisticati database, Internet, gli spot in tv, focus group e sondaggi.
Ma un allampanato avvocato dell'Illinois nel 1840 spiegò i compiti essenziali della politica in una lettera al comitato elettorale del suo partito Whig. Fate una lista degli elettori, scrisse, accertatevi per chi voteranno, fate parlare gli indecisi con qualcuno con cui siano in confidenza, e, nel giorno delle elezioni, portate tutti gli elettori Whig a votare.
Abraham Lincoln è stato un grande Presidente, ma anche un grandissimo politico. E John McCain e Barack Obama dovrebbero seguire il suo consiglio: in un'elezione dal risultato in bilico, l'organizzazione è importantissima.

L'esperienza di Obama come responsabile di comunità lo rende particolarmente portato all'organizzazione. I suoi sostenitori dimostrano grande energia ed entusiasmo, molti sono esperti di Internet e possono comunicare facilmente ed economicamente. Le lunghe primarie hanno dato tempo al team di Obama per crescere, affrontare prove ed imparare. Gruppi progresssisti come l'Association of Community Organizations for Reform Now (Acorn) e i sindacati stanno già attivamente registrando nuovi Democratici negli stati chiave. E adesso i Democratici hanno un unico database degli elettori, anche se ci sono arrivati con dieci anni di ritardo rispetto al Gop.
Tuttavia Obama potrebbe ripetere il grave errore fatto da Howard Dean nel 2004, quando gli studenti di college erano incaricati di parlare con elettori con cui non avevano nulla in comune. Così violò la regola di Lincoln.

Obama ha seri problemi con alcuni tradizionali elettori Democratici. Ha perso in modo netto tra le famiglie bianche della classe operaia, un recente sondaggio Pew lo vede in calo di otto punti tra le donne bianche e di sette tra gli elettori con istruzione inferiore al college. Il sostegno di Obama tra i latini è stato attorno al 34%, e ha conquistato la maggioranza degli ispanici solo in Illinois, il suo stato di elezione, per 50% a 49%.
Obama inoltre non può contare su tutti gli elettori registrati. Acorn e il sindacato infatti pagano una percentuale per ogni iscritto, perciò i loro impiegati spesso registrano persone che non esistono o che sono già registrate.

La forza di McCain deriva dal fatto di andare forte tra gli indipendenti e i Democratici. I Democratici che si dicono disposti a votare McCain sono il triplo dei Repubblicani disposti a votare Obama, e McCain ha anche un sostegno attorno al 41% tra gli ispanici. Non va altrettanto bene tra la classe operaia (sopratutto cattolica) e le donne bianche anziane, ma sta migliorando.
McCain può inoltre contare su uno strumento potente: il Voctory Committee del Gop, con il suo programma "72 Hours" che grazie al vasto uso di volontari porta a compimento l'insegnamento di Lincoln. Nel 2004 il Victory Committee provò il suo valore quando i Democratici superono il Gop per soldi raccolti, ma non per affluenza. Grazie al denaro di George Soros, il gruppo Democratic 527, il DNC e John Kerry spesero 121 milioni di $ più dei Repubblicani, ma il Gop registrò più elettori e individuò più famiglie da convincere, portando alle urne 12 milioni di elettori di Bush in più rispetto al 2000.
D'altro canto, McCain storicamente non fa molta attenzione all'organizzazione, ritenendola superflua, ed ha un deficit di entusiasmo da parte dei volontari. A parte la NRA e la Right to Life, McCain non ha associazioni equivalenti a quelle dei Democratici, e deve ancora costituire gruppi di veterani, cattolici, latini, piccoli imprenditori, evangelici e donne negli stati chiave.

C'è tempo, ma non molto, per entrambi i candidati di costruire organizzazioni efficienti. A che punto sono? In 12 stati importanti in cui ho condotto una piccola ricerca, Obama ha quattro stati con un presidente di comitato e otto ancora senza. McCain ha nove stati con un presidente e tre senza. Un comitato con un presidente non assicura un'organizzazione efficace ma è un primo passo.
McCain ha molti ostacoli da superare, primo tra tutti il clima favorevole ai Democratici. Obama ha rischiato di inciampare sulla linea d'arrivo delle primarie e deve adesso unire il partito. L'organizzazione potrà fare la differenza in autunno.

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