Dopo vari tentativi di conciliazione tra le due parti, ieri Obama ha rotto le trattative annunciando che, seppure a malincuore, rinuncerà ai fondi pubblici basandosi unicamente sui finanziamenti privati. E' la prima volta dai tempi del Watergate che succede, come prontamente lo staff di McCain ha fatto notare.
I fondi pubblici a disposizione per i candidati ammontano a 84 milioni di dollari, ma accettandoli bisogna rinunciare alle raccolte fondi private, che sono la maggiore fonte di introito per Obama.
McCain invece può contare sui soldi delle lobby e di particolari gruppi di interesse, che possono fare donazioni senza limiti
"Non è una decisione facile, in particolare perché io appoggio un robusto sistema di finanziamento pubblico alle elezioni", ha detto Obama "Ma il sistema di finanziamento pubblico per le elezioni presidenziali oggi si è deteriorato e affrontiamo dei rivali che sono diventati degli esperti nel giocare sulle disfunzioni del sistema. Invece di costringerci a dipendere dai milioni (di dollari) dei lobbysti di Washington e da particolari interessi, avete alimentato questa campagna con donazioni di 5, 10, 20 dollari, con qualsiasi cifra vi siate potuti permettere", ha continuato Obama. "E proprio per aver fatto questo, abbiamo costruito un movimento di base formato da oltre 1 milione e mezzo di americani".
La campagna di McCain ha replicato affermando che la decisione di Obama indebolisce il sistema di finanziamento pubblico, ricordando che nei mesi scorsi il democratico aveva invece detto che avrebbe accettato i fondi pubblici se lo facevano i repubblicani. "Obama ha violato la parola data" ha dichiarato Charlie Black, uno dei consiglieri di McCain.
"'Oggi, Barack Obama ha rivelato di non essere altro che il classico politico che dice e fa solo i suoi interessi'. 'Il vero test per un candidato presidente - ha detto Jill Hazelbaker, direttore della Comunicazione per McCain - è rispettare i suoi valori e mantenere la parola data agli americani".
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