di John F. Harris e Jonathan Martin (Politico)
Il sole tramonta sulla campagna elettorale della Clinton, ma sta sorgendo su quelli che si prospettano come mesi di speculazioni e giochi delle parti su una domanda: la Clinton si candiderà alla vicepresidenza?
Assurdo, per alcuni addetti ai lavori e commentatori. Altri, che lavorano per concretizzare il ticket Obama-Clinton, sono più possibilisti.
L'eventuale candidatura alla vicepresidenza è finora qualcosa di assolutamente astratto, perchè nessuno sa quanto possa esserci di vero. E questo ci consente di stilare una lista dei 5 motivi per cui una candidatura della Clinton come vice di Obama è una sciocchezza. E dei 5 motivi per cui non lo è.
1. Obama è troppo figo. La Clinton, portando il bagaglio di tre decenni nella vita politica, annienterebbe il più importante argomento di Obama: la novità, il cambiamento, la trasformazione. Ad un livello personale, Obama ha mostrato di avere una grande autostima: Hillary non gli piace, e sicuramente non si farà costringere a prenderla a bordo solo perchè la stampa o i colleghi di partito dicono che non ha altra scelta.
2. La Clinton è troppo orgogliosa. La Clinton si ritiene giustamente una forza politica indipendente e con grande reputazione internazionale. In futuro potrebbe aspirare ad essere la leader della maggioranza in Senato, o la Governatrice di New York, con la possibilità di ritentare la corsa presidenziale nel 2012 o nel 2016. Inoltre, lei non ha stima di Obama e della sua capacità di guidare il paese. Perchè dovrebbe abbassarsi ad una posizione che, per disegno costituzionale e realtà pratica, è di totale subordinazione?
3. Potrebbero perdere. Nel 1992 Bill Clinton e Al Gore - due giovani del sud con reputazione di moderati - si rafforzarono a vicenda. Al contrario Obama e la Clinton evidenzierebbero l'uno le vulnerabilità dell'altra. I Repubblicani potrebbero accaparrarsi tutti quelli che non voteranno mai la Clinton e tutti quelli che non voteranno mai Obama.
4. Potrebbero vincere. Questo sembra un anno Democratico, e Obama non guarda ai prossimi sei mesi ma ai prossimi otto anni, e a come sarebbero con la Clinton che gira attorno alla sua presidenza. Lyndon Johnson una volta disse che tutti quelli che lavoravano per lui dovevano stare nel suo taschino. Obama non potrebbe mai mettersi la Clinton nel taschino, per motivi che vanno al di là dell'anatomia umana. E, per dirla tutta, non potrebbe mettersi neanche Bill Clinton.
5. Troppo arcobaleno. Per certi versi, la copertura data alle primarie Democratiche ha annoiato la gente riguardo a quanto la candidatura di un nero e di una donna abbiano sfidato i pregiudizi. Obama sa che questo può essere un problema, e vorrà rassicurare le persone che vogliono un cambiamento ma non troppo. Cercherà un bianco che ha fatto il governatore o che abbia indiscusse credenziali sulla sicurezza nazionale, come l'ex generale Anthony Zinni.
Ma un ticket Obama-Clinton sarebbe al tempo stesso fuori dall'ordinario in un anno come il 2008, in cui tutto è fuori dall'ordinario. Ecco perchè gli scettici potrebbero avere torto. Ecco cinque ragioni per cui Obama dovrebbe offrire il posto di numero 2 alla Clinton - e per cui lei dovrebbe accettarlo.
1. Non hanno scelta. La fedeltà alla Clinton nei suoi gruppi di sostenitori, specialmente le donne, è pari a quello di Obama fra i neri e i giovani. Le pressioni del partito affinchè lui la scelga come vice saranno insormontabili. Senza la Clinton, Obama dovrebbe spendere enormi quantità di tempo e denaro per accattivarsi gli operai, i cattolici, gli ebrei, gli ispanici. Non ci sarebbe modo migliore che far salire a bordo il loro candidato preferito. Hillary e Bill Clinton potrebbero pensare a questi elettori mentre Obama potrebbe occuparsi di allargare la sua base con indipendenti e Repubblicani delusi.
2. E' un test caratteriale per lui. A Obama non piace la Clinton. E allora? A Dwight Eisenhower non piaceva Richard Nixon, a John F. Kennedy non piaceva Lyndon Johnson e a Ronald Reagan non piaceva George H. Bush. La capacità di Obama di elevarsi al di sopra dei sentimenti personali sarà un test decisivo per la sua capacità di colmare le divisioni.
3. L'abbraccio siciliano. Se i Clinton hanno ancora, nonostante tutto, una grande influenza politica, è molto meglio tenere Hillary sotto stretta sorveglianza piuttosto che lasciarla libera di fare ciò che vuole in Senato (o, nel caso di Bill, nelle capitali estere).
4. E' un'imbattibile unione di forze. Come ha detto Bill Clinton, Obama e Hillary sarebbero una "forza quasi inarrestabile" (anche se lui aveva in mente un diverso ordine del ticket). Questa combinazione coinvolgerebbe tutto il partito e annienterebbe i Repubblicani con la più impressionante raccolta fondi della storia. Il ticket potrebbe partire con uno staff di circa 1.500 persone, e un'organizzazione che partirebbe dal livello nazionale fino a coprire ogni singolo distretto. Mentre John McCain sta ancora arruolando coordinatori locali, Obama-Clinton dal primo giorno conterebbero su una struttura più organizzata di quella messa in piedi da Bush-Cheney nel 2004.
5.Lei accetterebbe il lavoro, e lo farebbe bene. La gente si fa gioco della vicepresidenza, ma quasi nessuno la rifiuta. La Clinton, sapendo che un posto nel ticket offre le maggiori possibilità di diventare presidente prima o poi, non lo rifiuterebbe. E con quello che ha lei stessa definito "il gene della responsabilità", lavorerebbe sodo e bene. Obama da candidato potrebbe fare la sua campagna elettorale senza preoccuparsi che il suo n°2 faccia qualche gaffe, fallisca in un dibattito o distorca il messaggio. Da presidente potrà fare affidamento su di lei come consigliere, anche quando i consigli arriveranno digrignando i denti.
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1 commento:
penso che una che non ammette la sconfitta non riesca a far altro che acquire il proprio livore e sete di potere.
Lei è stata infastidita da un giovanotto che, novellino o cmq meno presente di Lei, a suo dire, non avrebbe mai dovuto pensare di sfidare l'indiscussa supremazia di una donna da 30 anni in politica.....eppure......gli americani sono pazzi........e ha vinto l'inaspettato, umile, e anche coraggioso!
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