giovedì 21 febbraio 2008

Le reazioni dei candidati alle dimissioni di Fidel Castro

Dopo le dimissioni di Fidel Castro, che dopo quasi 50 anni ha ceduto il potere esecutivo di capo dello Stato a Cuba - e in attesa che la prossima settimana i vertici del regime prendano una decisione ufficiale sulla successione - la questione cubana torna d'attualità nella campagna elettorale, e soprattutto a ridosso delle Presidenziali, visto che le posizioni tra Democratici e Repubblicani sono piuttosto diverse.
I Repubblicani sono per la linea dura, seguendo la politica del Presidente Bush che per tutto il suo mandato ha sempre rifiutato ogni possibilità di dialogo con il regime castrista. I due candidati Democratici sono più aperti alla possibilità di aprire dei contatti con Cuba, nel caso in cui ci siano dei punti di rottura con il passato: in effetti Raul Castro, che molto probabilmente sarà designato come successore del fratello, ha annunciato una serie di blande riforme che rappresenterebbero un segno di buona volontà.
Obama è quello che si è spinto più in là: durante la campagna elettorale ha denunciato l'inutilità dell'embargo, e ora ha aggiunto che se il nuovo regime cubano opererà una rottura con il passato, gli USA dovranno cessare l'isolamento nei confronti dell'isola. Già l'anno scorso Obama aveva sorpreso tutti annunciando che, se eletto, avrebbe incontrato Castro e altri dittatori per avviare un dialogo, e avrebbe abolito l'embargo.
Anche la Clinton, martedì scorso, è apparsa più possibilista dopo le dimissioni di Castro "Speriamo di vedere le prove di una volontà di cambiamento da parte del governo cubano, e a quel punto gli USA dovranno trarne le conseguenze".
I candidati Repubblicani - con l'eccezione di Ron Paul, da sempre contrario alle sanzioni contro Cuba - insistono invece sul fatto che il cambiamento deve essere evidente prima di ogni reazione da parte statunitense. John McCain ha affermato che "questa è una grande opportunità per una transizione democratica, per liberare i prigionieri politici e per invitare nel i rappresentanti delle associazioni per i diritti umani. Ma dobbiamo essere assolutamente certi di questo cambiamento prima di sospendere l'embargo, aiutando così il formarsi di un nuovo regime".
Ancora più dura è la linea di Mike Huckabee "Finchè Fidel Castro non sarà morto, non ci potranno essere riforme significative a Cuba. Raul Castro ha dimostrato di essere molto più tirannico del fratello. Dare più potere a un altro dittatore non significa promuovere la democrazia e la libertà"

1 commento:

Anonimo ha detto...

Bè meglio di niente :-)

Vi do altri due sondaggi freschi freschi




Pennsylvania (Keystone Poll) Clinton 44, Obama 32


Texas (Rasmussen Clinton) 47, Obama 44. 3 punti avanti

La scorsa settimana (sempre Rasmussen) dava Clinton 54% Obama 38%. 16 punti avanti

Democratico