Il dibattito di giovedì, nonostante tutti gli analisti concordino nel definirlo come un pareggio, ha lasciato il segno sia tra i supporter che all'interno dello staff di Hillary.
Non si tratta solo della ambigua dichiarazione finale, che pure ha suscitato più di un dubbio riguardo la possibilità che la senatrice possa fare un passo indietro.
Ieri la Clinton ha dovuto ribadire che non ha intenzione di ritirarsi dalla corsa, ma persino il marito Bill ha ammesso che, per continuare a sperare nella nomination, Hillary deve vincere in maniera convincente sia in Ohio che in Texas. Cosa che, secondo molti esperti, diventa più difficile ogni giorno che passa.
A tutto questo si aggiunge il malumore dei finanziatori della senatrice, accusata di sperperare i fondi raccolti in costosi ricevimenti.
Probabilmente l'aspettativa verso il dibattito di Austin era molto alta, e cioè quella di fermare l'avanzata di Obama, ma così non è stato. Il Washington Post riporta che venerdì alcuni sostenitori della Clinton, appartenenti alla più ristretta cerchia di collaboratori, hanno per la prima volta sollevato la questione di un possibile ritiro all'jndomani del voto del 4 marzo, in caso non ottenesse una vittoria convincente. Una delle opzioni sul tavolo sarebbe quella di aspettare ancora un paio di giorni e poi parlare a Bill Clinton della necessità di una simile decisione.
Un consigliere della Clinton, che ha chiesto l'anonimato, ha riferito che la vittoria con 17 punti di distacco in Wisconsin ha dato un colpo durissimo alle ambizioni della Clinton, visto che si tratta di uno stato che poche settimane prima era ritenuto sicuro.
"La realtà matematica è impossibile da ignorare" ha detto il consulente "E' inutile negare, a questo punto. Lei sa come stanno andando le cose. E' chiaro che deve prendere una grande decisione, ma esita ancora. E' duro da accettare".
Inoltre un sondaggio pubblicato sull'edizione cartacea del Time, riporta che, mentre gli elettori di Obama non amano la Clinton (ed è quindi prevedibile che avrebbero delle remore a votarla a novembre), i sostenitori della Clinton apprezzano Obama e lo vedrebbero bene sia come vice sia come presidente.
A quanto pare anche all'interno del Partito Democratico si è avviata una discussione su come incoraggiare la Clinton a farsi da parte, e si parla di lei come della prossima leader del partito al Senato.
Hillary, pubblicamente, ha ribadito sia sulla ABC che sulla CBS di non avere in mente un ritiro dopo il 4 marzo, e di non pensare ad una possibile sconfitta. Ma, come se non bastasse il crescente successo di Obama tra gli elettori che fino a poche settimane fa erano fedelissimi della Clinton (soprattutto le donne di mezza età e gli elettori bianchi appartenenti alle classi operaie), le ultime settimane ha fatto registrare una netta inversione di tendenza anche tra i superdelegati.
La Associated Press riporta infatti che in 15 giorni Obama ha ottenuto il sostegno di 25 superdelegati, contro solo 2 della rivale, e il distacco (che la AP quantifica in 241 a 181) si sta assottigliando.
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1 commento:
Sono ottime notizie. E' evidente che Hillary sta attraversando un momento molto difficile. Io però ribadisco che tutto si giocherà in Texas e Ohio. Se Hillary, anche per poco (non ci credo alla necessità della vittoria " convincente ")vincera in quei stati avrà vinto la nomination perchè sarà un terribile boomerang per Obama.
Anche se con un margine non enorme e sempre più piccolo (almeno per ora) la Clinton continua ad essere in vantaggio in Ohio e Texas.
Democratico
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