martedì 18 marzo 2008

A caccia del voto dei maschi bianchi

di Dan Balz (Washington Post)


Nel pieno di una campagna elettorale tra Hillary Clinton e Barack Obama dominata da questioni di razza e genere, i maschi bianchi spiccano come forse l'unico elemento elettorale ancora in bilico.
La competizione per conquistare il supporto degli uomini bianchi, specialmente quelli appartenenti alla classe operaia, sarà decisiva nelle primarie del 22 aprile in Pennsylvania. Obama ha vinto la maggioranza tra questi elettori nelle importanti vittorie in Wisconsin e Virginia, ma ha perso malamente in Ohio e Texas lasciando ancora in sospeso il risultato della nomination Democratica.
Specialmente i risultati in Ohio hanno fatto sorgere domande riguardo la capacità di Obama di attrarre questo cruciale target, e ha anche suscitato dubbi sul fatto che il pregiudizio razziale potrebbe rappresentare un ostacolo per la sua candidatura in alcuni stati in vista delle presidenziali di novembre.

Esaminando gli exit poll di Wisconsin e Ohio, due stati con moltissimi punti in comune, emerge che per i maschi bianchi appartenenti alle classi operaie dell'Ohio il fattore razziale ha rappresentato un fattore decisivo per il voto molto più di quanto non sia accaduto in Wisconsin. La razza non ha determinato il risultato dell'Ohio, ma ha comunque contribuito a rafforzare il margine di vittoria della Clinton.
Daniel Axelrod, consigliere di Obama, ha minimizzato questi dati sostenendo che la differenza tra i due stati sia dovuta a fattori generazionali, in pratica per gli anziani sarebbe più difficile accettare un candidato di colore.
Obama finora ha vinto con ampie maggioranze negli stati del sud con ampia popolazione afro-americana, e in questi stati bianchi e neri si sono spaccati tra i due candidati. Tuttavia nei piccoli stati fuori al sud - Iowa, Kansas e Utah - dove i neri sono una piccola minoranza, Obama ha vinto senza problemi anche tra i bianchi.
La spiegazione di Axelrod non convince, perchè è vero che in Ohio la popolazione ha un'età media più alta, ma in Wisconsin Obama ha vinto tra i bianchi di tutte le fasce di età. La differenza tra i due stati deriva dall'influenza della razza: in Wisconsin solo l'11% degli elettori ha detto che la razza era un fattore importante da tenere in considerazione, mente in Ohio è stato il 27%. Questo non spiega tutto, ma almeno in parte il problema di Obama.
Nei 27 stati in cui sono stati condotti exit poll, la Clinton ha vinto tra i maschi bianchi 11 volte, Obama 10, e 5 volte i due hanno sostanzialmente pareggiato. In un caso ha vinto Edwards.
Obama ha generalmente vinto tra i maschi bianchi con livello di istruzione elevato, la Clinton con quelli meno istruiti.

Andrew Stern (uno dei capi dei sindacati che hanno appoggiato Obama) e altri analisti sostengono che la sfida di Obama non riguardi solo il fattore razziale ma un contesto più ampio. La questione è se un candidato come Obama possa rapportarsi empaticamente con la classe operaia, o semplicemente farsi accettare.
La Clinton ci è riuscita in Ohio. Obama sta lottando per fare altrettanto
"Sta incrementando il suo impegno sui temi del cambiamento, in modo che la gente veda che il suo primo pensiero è di ricostruire le basi industriali e l'economia domestica" ha detto uno stratega Democratico che ha chiesto l'anonimato.
Secondo Stern, Obama deve parlare di più della sua esperienza come organizzatore di una comunità a Chicago, quando lavorò con operai cassaintegrati dalle acciaierie e le loro famiglie.
"Deve presentarsi non solo nel senso più ampio di agente del cambiamento, ma come uno che ha vissuto con un genitore single, che ha chiesto prestiti per andare al college e che ha vissuto a Chicago con operai che avevano perso il lavoro" ha detto Stern "Ha credenziali incredibili, si è messo tante vole nei panni degli operai. Ma è fondamentale che si sappia accreditare".
E infatti Axelrod ha spiegato che i temi della campagna elettorale passeranno dai grandi argomenti a quelli riguardanti la vita delle persone.
James P. Hoffa, presidente del sindacato Teamsters, ha detto che Obama dovrebbe ottenere risultati migliori con gli operai della Pennsylvania, anche perchè, rispetto all'Ohio, ha più tempo per fare campagna elettorale.

L'altro problema è se Obama potrà conquistare i voti dei bianchi della classe operaia nelle elezioni presidenziali. Gli strateghi Repubblicani sono abbastanza convinti che non ce la farà, ma Stern sottolinea che c'è differenza tra correre contro la Clinton e contro McCain.
"Nelle primarie affronti un candidato che ha delle esperienze nella cura e nella difesa delle classi operaie. Ma John McCain ha un curriculum molto diverso."

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