venerdì 21 marzo 2008

Greg Craig parla dell'esperienza di Hillary Clinton

Continua a tenere banco la polemica riguardante l'esperienza acquisita da Hillary Clinton in politica estera quando era First Lady. Dopo l'intervista a George Mitchell, riporto quella a colui che ha aperto la tenzone.
La giornalista del National Journal Linda Douglass ha intervistato il 14 marzo Greg Craig, famoso avvocato di Washington, già collaboratore di Ted Kennedy, consigliere del segretario di Stato Madeleine Albright dal 1997, asistente speciale del Presidente Clinton dal 1998 e avvocato di quest'ultimo durante la causa di impeachment. Oggi Craig è consigliere per la politica estera di Barack Obama.

Domanda: durante la campagna elettorale lei ha scritto una nota piuttosto polemica in cui mette in discussione la competenza di Hillary Clinton in tema di politica estera, dicendo che le sue dichiarazioni di esperienza sono esagerate. Come mai?

Craig. Era il nocciolo del discorso. Se basi la tua campagna elettorale sull'esperienza, quando citi degli esempi devi essere precisa. Le prove devono essere precise. E il punto è che la Senatrice Clinton e i suoi collaboratori hanno seriamente gonfiato, quando non completamente esagerato, la natura di questa esperienza. Prendiamo il processo di pace irlandese, una negoziazione lunga e difficile. Inizialmente la Clinton ha detto "Ho aiutato a portare la pace nell'Irlanda del Nord". Beh, posso citare i nomi di molti, molti eroi a cui va il merito di quell'accordo. In primo luogo, gli irlandesi hanno raggiunto quel risultato, e gli americani li hanno aiutati.
Ma è un po' presuntuoso per la First Lady prendersi il merito di tutto questo. Terry McAuliffe (presidente del comitato elettorale della Clinton) ha detto "Non avremmo oggi la pace nell'Irlanda del Nord se non fosse stato per Hillary Clinton". Non è vero. Stamattina la senatrice ha detto di aver rappresentato "uno strumento" per la pace. Non è vosì, è un'esagerazione. E chiunque sia a conoscenza di come sono andate le cose - come George Mitchell, che ci ha scritto anche un libro - non ha mai menzionato un qualsivoglia ruolo per Hillary Clinton.

D. Ma la Clinton ha subito pubblicato una nota in cui George Mitchell ammette un ruolo positivo della First Lady per l'Irlanda del Nord.

C. Avere un ruolo positivo è un po' diverso che essere uno strumento di pace. Lei non è mai stata coinvolta nei negoziati, non ha risolto i problemi. Una votla ha incontrato alla Casa Bianca Ian Paisley e Martin McGuinness, ed è stata una cosa carina. Hanno fatto delle foto insieme. E' andata in Irlanda con il marito e ha incontrato le donne, che hanno svolto un ruolo eroico nel processo di pace. Ma non può prendersi il merito di aver unito quelle donne. Lei ha detto alle donne "Quello che fate è grandioso, siamo tutte con voi, spero che abbiate successo". Questo non vuol dire portare pace in Irlanda.

D. Lei ha anche smentito che la Clinton abbia superato il test da comandante in capo

C. Beh, io penso che sarebbe un bravo comandante in capo. E penso che Barack Obama, che è il candidato che sostengo, sarebbe ugualmente un comandante in capo capace. Non voglio denigrare nessuno. Quello che voglio dire è che quando vuoi provare la tua esperienza, devi essere precisa. Un altro esempio: la Clinton dice di aver negoziato l'apertura dei confini nella ex Macedonia, ma lei è arrivata in Macedonia il giorno dopo la chiusura degli accordi.Ci è andata, ma non per i negoziati. E l'Ambasciatore Gelbard, che fu molto coinvolto, ha detto che lei non fece assolutamente nulla nei negoziati.

D. Ma la Clinton ha ribattuto che il consigliere dell'amministrazione Clinton, Richard Holbrooke, ha detto che Hillary partecipò attivamente

C. Lei ha detto di aver partecipato ai negoziati per l'apertura delle frontiere, e non è così. e l'Ambasciatore Holbrooke sarebbe il primo a dirlo.

D. Ma è il fattore esperienza - che ha una grande influenza - a rendere la Clinton adatta o meno ad essere il comandante in capo?

C. Non c'è dubbio. Lei sue dichiarazioni sono esagerate, lei non ha mai partecipato ad un incontro ufficiale sulla sicurezza nazionale. Non ha mai condotto negoziati, non ha mai affrontato crisi. Non conosce la burocrazia delle agenzie di sicurezza. Non ha uno staff per la sicurezza nazionale. Questi sono fatti. Tutta l'esperienza che ha - l'aver assistito a discussioni tra capi di stato - è positiva, e preziosa per capire come funzionano le cose a livello internazionale.

D. Parliamo di Barack Obama. Lei ha detto che l'esperienza da First Lady dà alla Clinton una preparazione importante. Ha viaggiato in 80 paesi, e Obama è stato in Senato solo pochi anni.

C. Tre anni

D. Come può l'esperienza di Obama in politica estera essere superiore a quella della Clinton?

C. Non credo sia necessario guardare al numero di anni passati a Washington per decidere se qualcuno sarebbe un bravo comandante in capo. Altrimenti i migliori sulla piazza sarebbero Dick Cheney o Donald Rumsfeld, che hanno passato molti anni a Washington. La longevità non c'entra niente, quello che importa è la capacità di giudizio.
Il Senatore Obama sugli argomenti di politica estera è stato spesso profetico, e non parlo solo dei fatti più recenti di cui si è parlato in campagna, ma anche a cose precedenti come il suo discorso del 2002 contro la guerra in Iraq. Lui predisse letteralmente molte cose che poi avvennero, e spiegò perchè non si sarebbe dovuta fare quella guerra. Lui è stato nella commissione del Senato per i rapporti con l'estero, e ha raggiunto una fama di grande giudizio. Tutte cose che secondo me lo rendono pienamente qualificato per guidare questo paese.


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