lunedì 17 marzo 2008

Cosa deve fare adesso Obama

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di John Nichols (The Nation)


Se Barack Obama avesse vinto in Ohio e Texas, si sarebbe assicurato la nomination al pari di John McCain. Ma le primarie presidenziali del 2008 hanno preso una svolta imprevista, portando Hillary Clinton ad una grande vittoria in Ohio e ad una maggioranza di voti in Texas, e ricordando a Obama la realtà di base di questo formidabile anno elettorale: l'America sta prendendo queste elezioni molto seriamente.
E, anche se i media non riescono a capirlo, le politiche commerciali sono la punta di diamante dei programmi economici del 2008, un anno in cui l'economia è salita in cima alle preoccupazioni degli americani.

In Wisconsin, Obama ha dominato la discussione sui temi politici esprimendosi in maniera estremamente critica nei confronti del trattato Nafta. La Clinton non è riuscita a stargli dietro, e anche se ci ha provato ha dovuto affrontare una dura realtà, e cuioè che per una enorme maggioranza di elettori il suo nome viene associato al Nafta: Risultato, un trionfo per Obama.

In Ohio la Clinton si è fatta furba. Non ha mai discusso di politiche commerciali con Obama. Piuttosto, ha espresso dubbi sulla sincerità del supporto dato dal senatore dell'Illinois ai lavoratori. Quando sono spuntate domande sul fatto che i collaboratori di Obama avessero confidato sottobanco al Canada di non prendere sul serio le critiche al Nafta, il candidato e i suoi assistenti hanno sbagliato tutto.
Hanno negato cose che non dovevano essere negate. Sono inciampati. Hanno fatto la figura degli ipocriti o peggio. E hanno perso, male.
Adesso però è il momento di fare tesoro di queste settimane di pausa e andare avanti.
Obama deve licenziare quel consigliere, Austan Goolsbee, che ha parlato con i canadesi. In realtà il senatore deve disfarsi di molti dei suoi consiglieri economici, visto che non sono d'accordo con le sue posizioni su Nafta, commerci con la Cina e altri argomenti simili. La verità è che il team economico di Obama ha un approccio più clintoniano di quello della Clinton. E' ora di coinvolgere i sindacalisti che sostengono Obama, soprattuttto quelli di Unite-Here e Teamsters.
Poi, Obama deve andare a Pittsburgh in Pennsylvania e tenere un discorso molto dettagliato in cui spieghi per filo e per segno che lui è l'unico candidato rimasto che si oppone all'attuale sistema commerciale statunitense, e che se verrà eletto si impegna a cambiarlo nel più breve tempo possibile. Questo discorso dovrebbe tenersi nel centro cittadino, al quartier generale del sindacato dei lavoratori delle acciaierie.

Questi sono i passi pratici da fare, ma ce n'è anche uno mentale.
Obama e i suoi devono capire che la Clinton non ha vinto in Ohio perchè gli elettori si sono fidati del suo programma. La Clinton ha vinto in Ohio perchè ha convinto gli elettori a diffidare del programma di Obama. Obama può vincere la nomination con relativa facilità, ma non ce la farà se non si libererà dei consiglieri che lo hanno fatto sbagliare - e che potrebbero continuare a farlo sbagliare in vista del 22 aprile - e se non renderà chiaro ancora una volta che è davvero il candidato del cambiamento.

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